Brucia la Calabria da nord a sud. Gesti ignobili

Brucia la Calabria da nord a sud. Gesti ignobili

Brucia l’Aspromonte, brucia il Pollino, brucia la Sila e le Serre. Brucia la Calabria da nord a sud. Brucia il suo cuore verde, le faggete vetuste dichiarate patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Centinaia di famiglie piangono sogni divorati dalle fiamme, attività commerciali, case. Tutto questo per colpa di persone ignobili, senza un briciolo di cuore che non si sa per quale motivo si divertono nel vedere incendiati alberi secolari e ambienti incontaminati.

Tutto questo nel silenzio e nell’indifferenza quasi assoluta di media e tv nazionali, perché la Calabria è di serie B, non merita mobilitazioni o raccolte fondi nazionali. In Calabria i roghi sono questione di malaffare per i quali non c’è bisogno di mobilitarsi perché è così che deve essere.

Dure le parole del Presidente di Confcommercio Calabria, Klaus Algieri che si scaglia contro i piromani responsabili degli incendi: “I roghi che in questi giorni stanno interessando la nostra Regione sono gesti vili e ignobili di persone senza scrupoli. Gesti di odio verso la nostra amata terra che viene colpita al cuore, il suo cuore verde, il suo patrimonio più incontaminato e puro. Questa è la nostra vera industria e vederla bruciare fa tanta rabbia. Ma non è la prima volta che assistiamo a questo scempio. Già nel 2017 avevamo vissuto un’estate simile. Quell’esperienza non ci ha insegnato niente? Cosa ha fatto la politica e dove sono le attività di prevenzione? È vero la colpa dei roghi è di chi li appicca, ma chi è deputato a tenere pulito gli spazi che ha fatto in tutti questi anni? Probabilmente era impegnato in altro di più importante, o i soldi servano ad altro, da non comprendere che l’ambiente è una delle risorse economiche fondamentali della nostra terra e come tale va preservata. Occorrono investimenti mirati e personale preparato per salvaguardare lo sconfinato patrimonio naturalistico della nostra Regione. Non possiamo ricordarci degli incendi solo quando vediamo bruciare i nostri alberi. Bisogna agire per tempo e non quando ormai è troppo tardi. Siamo sede di tre parchi nazionali e ancora non diamo il giusto peso alla valorizzazione delle attività naturalistiche? Come Confcommercio Calabria siamo indignati di tutto quanto sta accadendo e spero che le forze dell’ordine e la magistratura riescano a catturare i colpevoli. Se sarà necessario siamo anche pronti a costituirci parte civile e come noi spero anche le altre associazioni di categoria si mobilitino in tal senso. Infine ci tengo ad esprimere la mia vicinanza a tutti i vigili del fuoco e ai volontari che in questi giorni, in modo incessante stanno lavorando per spegnere gli incendi, lontano dalle loro famiglie e dai propri cari. Loro sono i nostri eroi”.

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Brucia l’Aspromonte, brucia il Pollino, brucia la Sila e le Serre. Brucia la Calabria da nord a sud. Brucia il suo cuore verde, le faggete vetuste dichiarate patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Centinaia di famiglie piangono sogni divorati dalle fiamme, attività commerciali, case. Tutto questo per colpa di persone ignobili, senza un briciolo di cuore che non si sa per quale motivo si divertono nel vedere incendiati alberi secolari e ambienti incontaminati.

Tutto questo nel silenzio e nell’indifferenza quasi assoluta di media e tv nazionali, perché la Calabria è di serie B, non merita mobilitazioni o raccolte fondi nazionali. In Calabria i roghi sono questione di malaffare per i quali non c’è bisogno di mobilitarsi perché è così che deve essere.

Dure le parole del Presidente di Confcommercio Calabria, Klaus Algieri che si scaglia contro i piromani responsabili degli incendi: “I roghi che in questi giorni stanno interessando la nostra Regione sono gesti vili e ignobili di persone senza scrupoli. Gesti di odio verso la nostra amata terra che viene colpita al cuore, il suo cuore verde, il suo patrimonio più incontaminato e puro. Questa è la nostra vera industria e vederla bruciare fa tanta rabbia. Ma non è la prima volta che assistiamo a questo scempio. Già nel 2017 avevamo vissuto un’estate simile. Quell’esperienza non ci ha insegnato niente? Cosa ha fatto la politica e dove sono le attività di prevenzione? È vero la colpa dei roghi è di chi li appicca, ma chi è deputato a tenere pulito gli spazi che ha fatto in tutti questi anni? Probabilmente era impegnato in altro di più importante, o i soldi servano ad altro, da non comprendere che l’ambiente è una delle risorse economiche fondamentali della nostra terra e come tale va preservata. Occorrono investimenti mirati e personale preparato per salvaguardare lo sconfinato patrimonio naturalistico della nostra Regione. Non possiamo ricordarci degli incendi solo quando vediamo bruciare i nostri alberi. Bisogna agire per tempo e non quando ormai è troppo tardi. Siamo sede di tre parchi nazionali e ancora non diamo il giusto peso alla valorizzazione delle attività naturalistiche? Come Confcommercio Calabria siamo indignati di tutto quanto sta accadendo e spero che le forze dell’ordine e la magistratura riescano a catturare i colpevoli. Se sarà necessario siamo anche pronti a costituirci parte civile e come noi spero anche le altre associazioni di categoria si mobilitino in tal senso. Infine ci tengo ad esprimere la mia vicinanza a tutti i vigili del fuoco e ai volontari che in questi giorni, in modo incessante stanno lavorando per spegnere gli incendi, lontano dalle loro famiglie e dai propri cari. Loro sono i nostri eroi”.

Sanità in Calabria. Quella privata genera 1.3% di valore aggiunto

Sanità in Calabria. Quella privata genera 1.3% di valore aggiunto

Algieri, Confcommercio: “I dati diffusi dal rapporto sul sistema della imprenditoria sanitaria in Italia confermano come nella nostra Regione la sanità privata colma le lacune della sanità pubblica che invece è in balia della classe politica”.

Ieri presso la Camera dei Deputati, la Camera di Commercio di Cosenza ha presentato il rapporto sul “Sistema della Imprenditoria sanitaria in Italia” realizzato dal Centro Studi delle Camere di Commercio G. Tagliacarne.

Una fotografia sullo stato del tessuto imprenditoriale sanitario nazionale che fa emergere alcuni aspetti interessanti anche per la nostra regione.

Dal punto di vista territoriale infatti in Calabria la sanità privata è capace di generare, nel 2018, valore aggiunto per l’1,3% del totale nazionale (547 milioni di euro), con un valore aggiunto per addetto di poco inferiore ai 37.000 euro (inferiore del 26% rispetto alla media nazionale).

Dallo studio emerge poi che sono 3.681 le imprese attive della filiera in Calabria (il 3,0% del totale nazionale). Si tratta del risultato di una crescita importante avvenuta nell’ultimo decennio (+45,4% tra il 2011 e il 2019) dinamica che, nonostante la pandemia, si è mantenuta anche nel 2020). A pesare è la dimensione delle strutture private, che con una media di 4.3 addetti portano la nostra regione al penultimo posto della graduatoria.

Va aggiunto poi che rispetto alla media nazionale, la filiera sanitaria calabrese vede un peso di imprese più consistente per la componente del commercio, che rappresenta il 56,1% del totale a fronte del 50,7% rilevato in Italia e in termini occupazionali significativa è anche la parte relativa ai servizi (69,1% contro il 61,0% della media nazionale).

Buona parte del valore aggiunto totale (38,1%) generato dalla sanità privata in Calabria risulta prodotto da unità dislocate nella provincia di Cosenza, seguita da Catanzaro e Reggio di Calabria (entrambe con il 21,8%), Crotone (13,5%) e Vibo Valenzia (4,8%).

Per quanto riguarda i livelli occupazionali gli addetti totali ed il numero di unità locali attive hanno fatto registrare nel 2020 una variazione positiva rispetto all’anno precedente, con tassi di crescita del 2,5% e 4,0% rispettivamente, e saggi di incremento medi prossimi al 5,0% nell’intero periodo di osservazione 2011-2020.

Anche in questo caso è Cosenza la provincia caratterizzata dai valori più significativi: +6,1% nel caso delle imprese e +6,9% nel caso degli addetti in termini di variazione media annua nel periodo. In questo caso seconda provincia per dinamica di imprese è Catanzaro (+5,2%), mentre per crescita occupazionale al secondo posto si colloca la provincia di Vibo Valentia (+6,1%).

“I dati diffusi dal rapporto sul Sistema della Imprenditoria Sanitaria in Italia sono molto interessanti e ci aiutano a capire tanti aspetti della sanità in Calabria ha dichiarato il Presidente di Confcommercio Calabria Klaus Algieri. Prima di tutto confermano come nella nostra Regione la sanità privata colma le lacune della sanità pubblica che invece è in balia della classe politica. Ma mostra anche come la sanità privata sia un propulsore economico, in grado di generare ricadute positive sul territorio sia in termini di ricchezza generata che di occupazione. Tuttavia occorre fare una riflessione e capire che l’accesso alle strutture private non è alla portata di tutti. Pertanto è necessario che la classe politica ponga in modo serio e definitivo l’attenzione sulla questione sanità, intervenendo per ripristinare i presidi ospedalieri sui territori e garantire l’accesso alle cure a tutti riducendo quel fenomeno di migrazione sanitaria, che non fa altro che indebolire il nostro territorio”.

Il sistema dell’imprenditoria sanitaria in Italia

Usa. Nuove opportunità per le imprese dell’agroalimentare calabresi

Usa. Nuove opportunità per le imprese dell’agroalimentare calabresi

La Camera di Commercio Italiana in Texas e la Camera di Commercio Italiana per la West Coast USA, nel quadro del progetto di promozione delle aziende calabresi in Texas, Louisiana e California, attuati in cooperazione con la Regione Calabria, hanno indetto una manifestazione di interesse per le aziende del territorio operanti nel settore agroalimentare.

La misura mira ad internazionalizzare e promuovere nei mercati del Nord-America, la filiera delle eccellenze del settore agroalimentare calabrese, introducendo sul mercato USA nuove realtà e consolidando l’export di quelle che già hanno una propria presenza.

La manifestazione di interesse costituisce un’integrazione della precedente: nel corso dell’anno 2020 la pandemia da Covid-19 ha, infatti, interrotto lo svolgimento delle azioni previste nei progetti iniziali rendendo necessaria una ridefinizione degli stessi in coordinamento con gli uffici regionali.

Le aziende che verranno selezionate andranno ad aggiungersi a quelle precedentemente selezionate e, dunque, già facenti parte del progetto di promozione.

Le domande di adesione dovranno essere inoltrate entro e non oltre il 21/05/2021.

 

Invitalia. Incentivi alle imprese nel settore turistico-culturale

Invitalia. Incentivi alle imprese nel settore turistico-culturale

“Cultura Crea 2.0” è un regime di aiuto volto a sostenere la filiera culturale e creativa e a rafforzare la competitività delle micro, piccole e medie imprese del settore produttivo collegato al patrimonio culturale italiano, nell’ambito del Programma Operativo Nazionale “Cultura e Sviluppo” 2014-2020, approvato dalla Commissione Europea con decisione C(2015) 925 del 12.02.2015.

Tra i diversi programmi di incentivi figurano anche interventi per lo “Sviluppo delle imprese dell’industria culturale e turistica” – regolamentati dal Titolo III del Decreto Mibact 11.05.2016 (modificato con Decreto del 10.12.2020) e dalla Direttiva operativa n. 237/2021 – diretti a finanziare programmi di investimento presso una o più unità produttive situate in Basilicata, Calabria, Campania e Puglia.

Possono accedere solo le imprese costituite in forma societaria di capitali o di persone da non meno di 36 mesi, in possesso di determinati requisiti (tra cui quelli di non esser sottoposte a procedure concorsuali).

Sono finanziabili esclusivamente i programmi:

  • Di importo non superiore a 500.000 euro;
  • realizzati nel territorio di una delle Regioni sopra indicate;
  • relativi a una o più delle attività economiche elencate all’allegato 2 della Direttiva operativa sopra richiamata (tra cui le attività di ristorazione, gelaterie, pasticcerie e bar) aventi un legame funzionale con musei, aree e parchi archeologici, complessi monumentali, parchi e giardini storici di rilevanza strategici espressamente indicati all’allegato 4;
  • inseriti in una o più delle seguenti aree di intervento:

– servizi per la fruizione turistica e culturale;

– promozione finalizzata alla valorizzazione delle risorse culturali;

– recupero e valorizzazione di produzioni tipiche locali.

Le agevolazioni sono concesse nei limiti del regolamento de minimis (Reg. n. 1407/2013 della Commissione europea del 18.12.2013) e prevedono congiuntamente:

  • un finanziamento agevolato a tasso zero fino al 60% della spesa ammessa (durata massima 8 anni), elevabile al 65% in caso di impresa femminile, o impresa giovanile o in possesso del rating di legalità;
  • un contributo a fondo perduto fino al 20% della spesa ammessa, elevabile al 25% negli stessi casi di cui al punto precedente.

Le agevolazioni, pertanto, potranno esser concesse per un importo fino all’80% o al 90% della spesa complessivamente ammissibile.

Per saperne di più consulta la nostra AREA RISERVATA.

Per ogni informazione aggiuntiva o assistenza potete contattare i nostri uffici.

Vaccini e programmazione la soluzione all’emergenza

Vaccini e programmazione la soluzione all’emergenza

Mentre dal 26 aprile le regioni del Nord e centro Italia torneranno in zona gialla, per la Calabria si prospettano tempi più lunghi per le tanto sospirate riaperture.

Complice il crescente numero dei contagi e le vaccinazioni che vanno avanti a rilento – con la Calabria ultima nella classifica – le imprese, soprattutto della ristorazione, vedono ancora lontana l’opportunità di ripartire. Allo stesso tempo emerge il malumore per un Decreto Riaperture che accontenta alcuni ma scontenta molti. Come ad esempio i negozi dei centri commerciali ancora una volta costretti alla chiusura. Se infatti nella bozza entrate in Consiglio dei Ministri era prevista dal 15 maggio, in zona gialla, la riapertura dei centri commerciali nei festivi e prefestivi nel testo approvato la norma è scomparsa. Così come le aperture dal 26, in zona gialla, soltanto all’aperto. Queste rappresentano una limitazione che penalizza più del 46% dei bar e ristoranti italiani, privi di spazi all’aperto, mentre magari hanno spazi chiusi anche ampi. E la percentuale cresce di molto nei centri storici.

Altro settore in ginocchio, che esce ancora sconfitto dai provvedimenti del Governo, è quello degli eventi e del catering (matrimoni e altri eventi collegati a cerimonie). Tutto l’indotto è al collasso fermo ormai da ottobre e una ripartenza non è prevista prima del 31 luglio con tante prenotazioni prese e purtroppo da disdire.

“Bisogna fare di più per riaprire – ha dichiarato il Presidente di Confcommercio Calabria Klaus Algieri – e concordo con il Presidente nazionale di Confcommercio Sangalli sul fatto che occorre farlo prestando massima attenzione ai protocolli sanitari, perché anche il mondo delle imprese è preoccupato per i dati di contagi e ricoveri, ma occorrono anche più controlli. È giunto il momento di definire un cronoprogramma davvero serrato. Da parte nostra c’è tutta la possibile collaborazione ad applicare in modo rigido le norme ma così non si può più andare avanti. Le imprese così non reggono – ha proseguito Algieri – i consumi sono crollati, nel 2020 molti hanno chiuso definitivamente. E questo è un bilancio drammatico per il mondo imprenditoriale che rappresentiamo, in particolare per la ristorazione e tutta la filiera turistica, senza dimenticare l’abbigliamento, il commercio ambulante, i trasporti e tutto il comparto della cultura e del tempo libero. Tutto è fermo e se non si agisce subito lo sconforto prenderà il sopravvento e allora sarà troppo tardi

Infine, serve un piano vaccinale per le imprese. La Regione deve darsi una mossa per definire le modalità di attuazione del protocollo firmato a livello nazionale. Dal nostro punto di vista ci stiamo già muovendo per dare l’opportunità a tutte le nostre imprese di vaccinare i propri dipendenti. Sono loro infatti che ogni giorno sono a contatto con il pubblico e non si capisce perché ancora non si proceda a vaccinarli”.