Via libera alla manovra 2022, tagli al fisco e interventi per 30 miliardi

Via libera alla manovra 2022, tagli al fisco e interventi per 30 miliardi

Il Consiglio dei Ministri ha approvato la legge di Bilancio. Novità su Irpef, pensioni, Superbonus, incentivi per la casa e Reddito di cittadinanza. Rimandate invece di un anno la plastic tax e la sugar tax.

Le imprese del terziario chiedono un confronto con il governo sugli ammortizzatori sociali.

Dopo tre ore di confronti in Consiglio dei Ministri, in particolare tra il Ministro Brunetta e il Ministro Patuanelli sul reddito di cittadinanza, il governo ha approvato la legge di bilancio per il 2002. L’impianto della Manovra fiscale, e i capitoli di spesa sono quelli indicati nel Documento programmatico di Bilancio (documento pdf), inviato a Bruxelles la settimana scorsa. Le scelte principali del governo riguardano pensionibonus fiscaliriduzione delle tasse, reddito di cittadinanza. Ci sarà un’unica quota per andare in pensione (“Quota 102”) e per un solo anno (2002), la stretta sul Reddito di cittadinanza e lo stop definitivo al cashback, un fondo per anticipare il taglio delle tasse da 8 miliardi di euro (Irpef e Irap) e la proroga del Superbonus al 110% ma con dei paletti (tetto Isee di chi commissiona i lavori e di spesa sulla ristrutturazione).

Draghi: “Una manovra espansiva che accompagna la ripresa”

In conferenza stampa il premier Mario Draghi ha sottolineato che la manovra, ”è una legge espansiva, che accompagna la ripresa ed è in piena coerenza con gli altri documenti che guidano l’azione economica di questo governo. Si agisce sia sulla domanda ma anche molto sull’offerta: tagliamo le tasse, stimoliamo gli investimenti“. “Al problema del debito pubblico, a quello delle prestazioni sociali inadeguate e alle altre giuste modifiche del nostro sistema sociale che non abbiamo potuto fare negli anni passati – ha detto Draghi – si esce attraverso la crescita: il Paese crescerà bene oltre il 6% e questa è una bussola e la strategia di questo governo“. Draghi ha poi voluto precisare che “sulle tasse mettiamo 12 miliardi per ridurre la pressione fiscale e non otto come si dice in giro e destiniamo 40 miliardi in un triennio alla riduzione delle imposte, di cui 24 al cuneo e la parte restante agli incentivi fiscali, alle famiglie e imprese per il patrimonio immobiliare e la digitalizzazione“.

Sul capitolo pensioni il presidente del Consiglio ha ribadito che l’obiettivo “è il ritorno in pieno al sistema contributivo, con una transizione a Quota 102 (38 anni di contributi e 64 anni di età)“. “Il governo – ha aggiunto – è disponibile al confronto con le parti sociali e con il Parlamento perchè l’obiettivo è il pieno ritorno al contributivo che è la “scatola” dentro cui tante cose si possono aggiustare, come ad esempio recuperare al lavoro chi ne è uscito e si trova in nero“. 

Manovra 2002: le misure

Superbonus

Proroga del Superbonus al 110% fino al 2023, poi scatta il ‘decalage’ al 70% per il 2024 e al 65% per il 2025. Arriva anche l’estensione per il 2022 per unifamiliari e villette, ma con un tetto Isee fissato a 25mila euro e limitato dunque alle prime case. 

Irpef

Un fondo pluriennale di 8 miliardi dal 2022 per la riduzione dell’Irpef, con l’obiettivo di tagliare il cuneo fiscale e le aliquote marginali effettive, e dell’Irap. Il fondo per la riduzione della pressione fiscale “sui fattori produttivi”, si legge nella bozza, è destinato alla riduzione dell’Irpef “con l’obiettivo di ridurre il cuneo fiscale sul lavoro e le aliquote marginali effettive, da realizzarsi attraverso sia la riduzione di una o più aliquote sia una revisione organica del sistema delle detrazioni per redditi da lavoro dipendente e del trattamento integrativo” e al taglio della aliquota dell’Irap. 

Pensioni

Confermato il passaggio da Quota 100 a Quota 102 per le pensioni. “I requisiti di età anagrafica e di anzianità contributiva di cui al primo periodo del presente comma sono determinati in 64 anni di età anagrafica e 38 anni di anzianità contributiva per i soggetti che maturano i requisiti nell’anno 2022“. Il diritto conseguito entro il 31 dicembre 2022 può essere esercitato anche successivamente. “In sede di prima applicazione, entro il 28 febbraio 2022, il relativo personale a tempo indeterminato può presentare domanda di cessazione dal servizio“, prevede la norma. Prorogate di un anno l’Ape sociale (allargata a nuove categorie di lavori gravosi) e l’opzione donna.

Reddito di cittadinanza

Rifinanziato il Reddito di cittadinanza con un altro miliardo, stretta sui controlli e sui reati che impediscono di accedere alla misura, nuovi meccanismi per favorire la ricerca del lavoro dei beneficiari. Intanto Il diritto decadrà dopo aver rifiutato due offerte di lavoro invece che tre. Dopo i primi sei mesi il Reddito di cittadinanza subirà un taglio di 5 euro al mese: la misura si applica solo agli ‘occupabili’, cioè i soggetti tenuti agli obblighi connessi alla fruizione del beneficio. Sono esclusi dal taglio i nuclei con bimbi sotto i 3 anni o con disabili gravi o non autosufficienti. La riduzione non si applica a chi riceve meno di 300 euro (moltiplicati per il corrispondente parametro della scala di equivalenza). Il taglio viene sospeso quanto almeno un componente del nucleo inizia a lavorare. 

Ammortizzatori sociali

Per la riforma degli ammortizzatori sociali vengono stanziati 4,5 miliardi netti. Tra i punti qualificanti ci sono l’estensione degli ammortizzatori a imprese sotto i 5 dipendenti; la Cigs per tutti datori lavoro con più di 15 dipendenti a prescindere dal settore; la Naspi allargata a lavoratori discontinui, il ‘decalage’ che parte dal sesto mese e dall’ottavo per i 55enni; gli ammortizzatori per i dipendenti del settore della pesca e per i marittimi, la disoccupazione per i collaboratori autonomi e co.co.co. 

Cashback

Stop definitivo al cashback. La misura, partita lo scorso gennaio e poi sospesa nel secondo semestre di quest’anno, viene cancellata. Era prevista anche per il primo semestre del 2022 e aveva ancora a disposizione 1,5 miliardi. “Il programma di attribuzione di rimborsi in denaro per acquisti effettuati mediante l’utilizzo di strumenti di pagamento elettronici si conclude il 31 dicembre 2021, ferma restando la sospensione già in atto“.

Paternità, asili nido e mutui under 36

Ecco le modifiche che interessano le famiglie: diventano strutturali i 10 giorni di congedo obbligatorio per i papà, viene prorogato gli sconti per gli under 36 che acquistano la prima casa e per i nuclei familiari monogenitoriali con figli minori. Arrivano anche fondi aggiuntivi ai Comuni per asili nido e scuole dell’infanzia. Infine il Fondo di garanzia per la prima casa – che concede garanzie su mutui ipotecari al 50% della quota capitale – verrà rifinanziato con ulteriori 242 milioni di euro per l’anno 2022.

Parità dei salari e maternità

In arrivo nuove risorse per la parità di genere e quella salariale: il Fondo per il sostegno alla parità salariale di genere passa da 2 milioni di euro all’anno a ben 52 milioni. E verrà realizzato un Piano strategico per combattere gli stereotipi di genere, e colmare i divari nel lavoro, nelle retribuzioni e nelle pensioni. Inoltre, in via sperimentale per il 2022 viene riconosciuto l’esonero al 50% del versamento dei contributi previdenziali a carico delle lavoratrici madri dipendenti del settore privato a decorrere dal rientro al lavoro dopo la maternità.

Bonus facciate

Proroga di un anno per il bonus facciate: la bozza della manovra all’esame del Cdm prevede che la misura sia rinnovata per il 2022 ma la percentuale della detrazione scende dal 90 al 60%. 

Bonus mobili ed elettrodomestici

Arriva la proroga per tre anni, fino al 2024, del bonus mobili e elettrodomestici ma cala di due terzi il tetto di spesa in base al quale è calcolata la detrazione del 50%: nel passato era a 10mila euro, poi nel 2021 è stato elevato a 16mila euro, ora passa a 5mila euro. Il bonus riguarda mobili o elettrodomestici per l’arredo di immobili oggetto di ristrutturazione.

Caro-bollette

Stanziati anche 2 miliardi contro il cosiddetto caro-bollette. “Al fine di contenere gli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale nel primo trimestre 2022, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente provvede a ridurre le aliquote relative agli oneri generali di sistema fino a concorrenza dell’importo di 2.000 milioni di euro che a tal fine sono trasferiti alla Cassa per i servizi energetici e ambientali entro il 15 febbraio 2022“.

Affitti under 31

Arrivano agevolazioni sugli affitti per tutti quei giovani, in un’età compresa fra i 20 e i 31 anni non compiuti, con un reddito complessivo non superiore a 15.493,71 euro. Qualora stipulino un contratto di locazione per l’intera unità immobiliare o porzione di essa da destinare a propria abitazione principale, sempre che la stessa sia diversa dall’abitazione principale dei genitori, gli viene riconosciuta per i primi quattro anni, “una detrazione dall’imposta lorda pari al 20 per cento dell’ammontare del canone di locazione entro il limite massimo di euro 2.400 di detrazione”. 

App18

Confermata per il 2022 l’App 18 che dà ai diciottenni un bonus per acquisti culturali, ma con tetto legato all’Isee che non deve essere superiore a 25mila euro. Per questa carta elettronica vengono stanziati 230 milioni l’anno per i 18enni residenti e in possesso di permesso di soggiorno. La Carta, il cui importo sarà fissato con decreto ministeriale, varrà per teatri, cinema, concerti, libri, quotidiani, musica e film, mostre, aree archeologiche e parchi, ma anche corsi di musica, teatro e lingua. Per le violazioni è prevista disattivazione della carta e cancellazione dall’elenco degli accreditati.

Fondi alla cultura

Risorse per oltre 1 miliardo di euro destinate ai settori della cultura e dello spettacolo, dal cinema a biblioteche e archivi, fondazioni liriche, editoria, borghi. Incrementato a 750 milioni annui il Fondo per il cinema e introduzione per i lavoratori dello spettacolo del Set (fondo economico temporaneo), con una dotazione di 20 milioni per il 2022 e 40 milioni annui a decorrere dal 2023. Per le fondazioni liriche viene istituito un nuovo fondo con 100 milioni per il 2022 e 50 per il 2023. Venti milioni per contrastare la desertificazione dei borghi. 

Pmi in crisi

Arriva un fondo con una dotazione di 200 milioni di euro per l’anno 2022, 200 milioni di euro per l’anno 2023 e 200 milioni di euro per l’anno 2024, destinato a favorire l’uscita anticipata dal lavoro, su base convenzionale, dei lavoratori dipendenti di piccole e medie imprese in crisi, che abbiano raggiunto un’età anagrafica di almeno 62 anni.

Riforma ammortizzatori sociali: le imprese chiedono chiarimenti “urgenti” al governo

Le associazioni che rappresentano la totalità del terziario di mercato, ConfcommercioAlleanza delle Cooperative Italiane, ConfesercentiFederdistribuzione, chiedono un incontro urgentissimo per un confronto con il Presidente Draghi e con il Ministro Orlando “al fine di verificare la disponibilità del Governo a individuare misure che possano mitigare l’impatto dei costi che le imprese rappresentate dovranno sostenere a regime. In particolare, le associazioni esprimono forte preoccupazione per la sostenibilità contributiva da parte delle imprese dei nuovi e più inclusivi ammortizzatori“. 

Sarà, pertanto, necessario – prosegue la nota congiunta– garantire un periodo transitorio congruo per l’entrata a regime dei nuovi strumenti, accompagnato da idonee misure di riduzione strutturale del costo del lavoro, come pure un chiaro meccanismo di bonus-malus relativamente al rapporto tra contributi e prestazioni“.

E’, inoltre, indispensabile – conclude la nota – approfondire i meccanismi introdotti e la congruità delle nuove tutele con le specificità delle imprese di questi settori secondo il principio enunciato di un reale universalismo differenziato”.

“Green pass” europeo pronto a metà giugno

“Green pass” europeo pronto a metà giugno

Annuncio del premier Draghi dal Consiglio Europeo di Bruxelles. Il documento permetterà ai cittadini europei di spostarsi da un Paese all’altro dell’Unione senza ulteriori adempimenti.

Il “green pass”, il “certificato verde con lo stato di salute dei cittadini europei sarà pronto a metà giugno. Ci sono ancora questioni aperte su cui si dovrà pronunciare l’Ema, in particolare sulla durata di questo passaporto”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Mario Draghi, in conferenza stampa a Bruxelles al termine del Consiglio Europeo. 

Dopo giorni di intense trattative Parlamento, Commissione e Consiglio europei avevano trovato l’accordo il 20 maggio scorso per varare il documento che permetterà di spostarsi da un Paese all’altro dell’Unione senza ulteriori adempimenti. Dopo l’ok del Parlamento il certificato, che sarà disponibile sia in formato digitale che cartaceo e dovrebbe valere dodici mesi, sarà operativo e attesterà che il titolare è stato vaccinato contro il coronavirus, è guarito dall’infezione o ha un risultato recente di test negativo.

L’accordo a livello Ue permetterà agli Stati membri di emettere certificati che saranno poi riconosciuti e accettati negli altri Paesi dell’Unione, che non potranno più imporre ulteriori restrizioni di viaggi, come la quarantena, l’autoisolamento o i tamponi, “a meno che tali misure non siano necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica”. Ai singoli Stati resterà la possibilità di decidere se accettare anche i certificati delle vaccinazioni effettuate con farmaci non autorizzati dall’Ema come nel caso della Russia o della Cina.

La ristorazione vuole uscire dal tunnel della pandemia

La ristorazione vuole uscire dal tunnel della pandemia

Presentato il Rapporto annuale Fipe: nel 2020 persi quasi 250mila posti di lavoro e 130 miliardi di consumi. Il ministro Giorgetti: “L’imprenditore come un eroe moderno”. Il presidente Stoppani: “Bar e ristoranti devastati nei numeri, servono certezze e sostegni”. 

Proprio all’indomani del decreto sulle riaperture approvato dal Consiglio dei Ministri che in qualche modo segna un confine tra l’emergenza pandemia e un lento ritorno alla normalità è stato presentato oggi il Rapporto annuale sulla ristorazione con il titolo

“Prove di ripartenza” realizzato dall’Ufficio Studi della Fipe alla presenza del ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti e del presidente della Fipe, Lino Stoppani.

Nell’annus horribilis del coronavirus, il solo settore della ristorazione ha perso quasi 250 mila posti di lavoro (oltre mezzo milione, 514mila se si tiene conto anche del settore alloggio) molti dei quali a tempo indeterminato e soprattutto di giovani e donne. In termini di consumi, la perdita è stata di 130 miliardi di cui 31 solo nella ristorazione. Questo anche perché a livello di reddito siamo tornati ai livelli del 1994 con circa 900 euro pro capite.

Nel 2020 sono oltre 22 mila i pubblici esercizi, bar e ristoranti, che hanno chiuso a fronte delle 9.190 che hanno aperto, un saldo negativo di oltre 13 mila imprese.

Un altro aspetto messo in evidenza dal rapporto è che il 23% delle imprese non hanno ricevuto ristori per una serie di difficoltà tra codici Ateco e mancate aperture di partite Iva. Concludendo l’analisi dei dati, il direttore dell’Ufficio Studi Fipe, Luciano Sbraga, ha sottolineato che “il secondo lockdown è stato il peggiore da un punto di visita psicologico ed economico: i ristoranti non hanno lavorato la sera per sei mesi dal novembre 2020”.

Parlando in termini di fatturato, sei titolari di pubblici esercizi su dieci hanno lamentato un crollo di oltre il 50%, mentre il 35,2% ritiene che il fatturato si sia contratto tra il 10% e il 50%. I motivi alla base della riduzione dei ricavi sono dovuti principalmente al calo della domanda a causa delle misure restrittive dovute al Coronavirus, sia sulle attività che sulla mobilità delle persone (88,8%), nella riduzione della capienza all’interno dei locali per l’attuazione dei protocolli di sicurezza (35,4%) e nel calo dei flussi turistici (31,1%), in particolare di quelli stranieri. Dopo aver raggiunto il suo massimo storico nel 2019, con oltre 46 miliardi di euro, il valore aggiunto generato dalle imprese della ristorazione è precipitato in un solo anno del 33%.

Stoppani: “Dalla crisi emerge l’importanza del settore della ristorazione”

Il presidente Fipe, Lino Enrico Stoppani, commentando i dati del rapporto ha sottolineato che “la situazione della ristorazione a distanza di un anno fotografa un settore devastato nei numeri e proietta un futuro con nuove incertezze e qualche speranza in più. Sul passato c’è molta insoddisfazione, siamo consapevoli che il Paese è stato chiamato ad affrontare una grande emergenza sanitaria e siamo riconoscenti allo Stato che ha fatto comunque uno sforzo per dare indennizzi ma la nostra insoddisfazione nasce dal fatto che il nostro sacrificio sociale non è stato accompagnato da misure decisive”.

“Noi confidiamo – ha detto Stoppani – che dalla crisi possa nascere una consapevolezza più forte per l’importanza del nostro settore”. “Oltre ventimila imprese – ha aggiunto Stoppani – non ce l’hanno fatta e purtroppo molte alte rischiano di non farcela nel 2021. A queste bisogna aggiungere anche quelle che pur non avendo chiuso hanno cambiato gestione e in qualche caso creando delle opacità di proprietà con il rischio sempre più concreto delle infiltrazioni malavitose”.

Stoppani ha poi voluto ricordare l’impegno della federazione durante questo periodo: “La nostra attività nel 2020 è stata dedicata a combattere su 3 fronti: quello politico, quello della comunicazione per dare volto e voce alle nostre istanze e il terzo fronte che è stato quello del rapporto con i nostri associati che hanno compreso il valore delle grandi associazioni di categoria e il loro presidio sindacale. Siamo stati corpi intermedi seri che hanno fatto una rappresentanza seria e non disordinata”. Il presidente Fipe ha chiuso il suo intervento ribadendo la necessità di interventi di sostegno: “Bisogna lavorare sui sostegni e sugli indennizzi a fondo perduto utilizzando magari lo strumento del tax credit o provare a ridurre l’aliquota Iva per il nostro settore”.

Giorgetti: “Mettere l’imprenditore al centro”

“Il mio dovere in qualità di ministro dello Sviluppo economico è quello di avere sempre un confronto con le categorie di riferimento”. Con queste parole il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, ha iniziato il suo intervento durante la presentazione del Rapporto ristorazione della Fipe.

“Io metto sempre l’imprenditore al centro, un eroe moderno, penso sempre alla persona fisica che mette in gioco se stesso misurandosi tutti i giorni con il mercato. C’è grande diversità – ha osservato il ministro – tra chi vive in settori protetti e che vive al di fuori di essi. Dobbiamo cercare di far capire che l’avventura imprenditoriale è quella che permette di far crescere la società e di creare ricchezza”.

Giorgetti ha voluto comunque sottolineare le difficoltà che i governi Conte e Draghi hanno avuto nel combattere un “nemico” totalmente sconosciuto. “E’ stato per tutti molti complicato gestire la situazione pandemica, una cosa del tutto nuova da affrontare quindi è evidente che siano stai fatti errori o ci siano stati ritardi”.

“Il governo – ha detto ancora il ministro – cerca di dare certezza sulle date facendo una sintesi di posizioni diverse. Ci sono certamente ancora dei settori penalizzati come ad esempio le discoteche. Si sta pensando di riaprirle con il sistema del Green Pass”.

“Per quanto riguarda i sostegni, domani o al massimo dopodomani, il decreto legge confermerà le linee più recenti adottate dal governo. Ho chiesto un fondo dedicato a coloro che anche quest’ultimo decreto tiene chiusi e non hanno la possibilità di fatturare. Ci sarà un fondo gestito da Mise e Mef che cercherà di individuare dei soggetti che abbiano diritto a questo tipo di sostegno”.

Giorgetti ha concluso il suo intervento ricordando come la dimensione sociale del pubblico esercizio sia fondamentale, “non è possibile che il futuro sia solo “da asporto” e che “la ristorazione è un’eccellenza italiana, ed è uno dei principali driver che oltre all’aspetto culturale spinge le persone a visitare il nostro Paese. E’ un brand unico che dobbiamo difendere, tutelare e rilanciare. La guerra sta forse finendo, dobbiamo prepararci a ripartire”.

Autore Ugo Da Milano

Quarantena addio, il turismo prova a ripartire

Quarantena addio, il turismo prova a ripartire

Manca meno di una settimana per una prima, concreta ripartenza del turismo italiano: da sabato 15 maggio, infatti, sparirà la mini quarantena per le persone provenienti dai Paesi europei, Gran Bretagna e Israele.

Come annunciato giù il 4 maggio scorso dal presidente del Consiglio, Mario Draghi, per entrare nel nostro Paese i turisti dovranno dunque semplicemente rispettare le stesse regole in vigore per gli spostamenti verso le regioni non gialle. Basterà quindi presentare un tampone negativo, dimostrare di essere vaccinati o di essere guariti dal Covid negli ultimi sei mesi per evitare la quarantena di 14 giorni, vero e proprio freno per la rinascita del comparto alle porte dell’estate. La nuova strategia è stata definita nel corso di un tavolo operativo organizzato dal ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e da quello della Salute, Roberto Speranza.

L’obiettivo del governo è quello di riaprire a tutti i Paesi stranieri che abbiano raggiunto un alto livello di vaccinazione. Per gli Usa, in particolare, si punta a metà giugno e nel frattempo si potenzieranno i voli “covid free”.

“Abbiamo chiesto con molta enfasi che Commissione ed Europarlamento procedano con la massima rapidità al certificato verde, per avere un modello europeo su cui confrontarsi per la misure turistiche”, ha spiegato dl vertice europeo di Porto il premier Mario Draghi, ben consapevole che il turismo sarà decisivo per il rimbalzo del Pil italiano nel secondo semestre 2021.

Lo stesso ex presidente della Bce ha lanciato un forte appello all’adozione di un modello comunitario unico, “perché se ogni Paese ha il suo certificato, attua misure diverse per quanto riguarda il turismo ci sarà una gran confusione”.

La replica da Bruxelles è arrivata direttamente dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: “il lavoro legale e tecnico per il ‘certificato verde’ è sulla buona strada affinché il sistema sia operativo a giugno”.

Garavaglia: “ripartenza più forte per i più veloci”

“Il Pil non lo fa il governo, alla fine lo fa il mercato. Il governo può e deve mettere gli operatori del turismo nelle condizioni di fare bene e di lavorare al meglio, con le date certe e i protocolli chiari. Per questo anticiperemo alla metà di maggio il lasciapassare europeo, i cui tempi non saranno brevissimi”. Così il ministro del Turismo, Massimo Garavaglia, al convegno inaugurale di Bit Digital. “Sappiamo – ha aggiunto Garavaglia – che le regole sono queste, ma da noi valgono da metà maggio e questo vuol dire togliere la quarantena con i Paesi europei e non solo, anche da Israele e Gran Bretagna e io mi auguro che questa lista in tempi rapidi si allunghi sempre di più perché chi è più veloce ha la ripartenza più forte”.

Per Confturismo sulla quarantena un “passo indietro”

Il presidente di Confturismo-Confcommercio, Luca Patanè, ha commentato le decisioni del tavolo operativo definendo “incomprensibile il motivo per cui non si tolga la quarantena agli americani, che si sono vaccinati per primi. Io penso che ci vorrebbe un po’ più di regia, non fare proclami ma studiare bene le dichiarazioni perché innestano delle reazioni economiche nelle aziende che sono molto gravi. I passi indietro non sono belli, non si può promettere se non si può mantenere e si deve tornare indietro”.

“Gli americani – ha spiegato – sono un mercato molto importante, non farli venire adesso se sono vaccinati o immunizzati vuol dire non riprenderli più. Non parlo solo del turismo, ma anche di tutto il mondo business, dei congressi, delle aziende che devono andare avanti e indietro e invece e tutto fermo. Dobbiamo ripartire, stiamo affondando”. Patanè è tornato poi a chiedere le vaccinazioni per gli operatori del settore e non solo: “è’ molto importante, si fanno arrivare le persone più serene in vacanza anche dai Paesi stranieri. Le nostre aziende sono tutte disponibili, sarebbe questo il momento per vaccinare tutti, dalle strutture ricettive agli aerei, da chi lavora nei ristoranti fino al personale dei supermercati. Abbiamo vaccinato professori che insegnano da casa”.

Fonte Confcommercio