Osservatorio Confcommercio Energia: Prezzi ancora alti

Osservatorio Confcommercio Energia: Prezzi ancora alti

Calano i prezzi di luce e gas nell’ultimo semestre ma la spesa energetica rispetto al periodo pre crisi è più alta del 44%. “Urgente il ripristino dei crediti d’imposta e l’azzeramento degli oneri di sistema”.

L’analisi di Confcommercio sui costi energetici per le imprese del terziario (guarda i i dati completi in pdf) indica che, nonostante la lieve flessione dei prezzi registrata nell’ultimo semestre, il costo dell’energia continua a rimanere su valori fuori dall’ordinario. Il Prezzo Unico Nazionale (PUN) dell’energia elettrica è ancora elevato: negli ultimi due anni ha registrato livelli del tutto eccezionali (fino a 700 €/MWh) e, nonostante oggi si sia riposizionato su valori più vicini alla norma (tra i 100 e i 130 €/MWh), il suo valore appare comunque pari ad oltre il doppio rispetto ai prezzi registrati nel periodo pre-crisi (2019).

La crisi energetica del biennio 2021-2022 – ha osservato Confcommercio – non può considerarsi, quindi, ancora superata e i suoi effetti si faranno sentire anche nel prossimo futuro. Peraltro, le tensioni geopolitiche, alimentate ora anche dal conflitto in Medioriente che determina un ulteriore forte elemento di instabilità sui mercati, manterranno elevato il pericolo di fiammate nei prezzi dell’energia ben oltre il 2023″.

Spesa energetica +44% rispetto al 2019

Se si considerano insieme le componenti “luce e gas”, la spesa per le imprese del terziario di mercato è stata, nel 2022, pari a 32,9 miliardi di euro ed è prevista ridursi, nel 2023, a 19,3 miliardi di euro (-41% sull’anno precedente). Tuttavia, nel confronto con il 2019 (anno considerato di “normalità economica” sotto il profilo energetico) la spesa del 2023 risulterà complessivamente maggiore del 44%.

Pesa ancora il prezzo dei carburanti

Il caro carburanti continua a colpire duramente i trasporti e tutto il comparto della mobilità. A settembre 2023, il prezzo medio della benzina alla pompa è stato superiore del 18% rispetto all’anno precedente e del 26% sul periodo pre-crisi (settembre 2019). Analoghe dinamiche caratterizzano il prezzo del gasolio. Di conseguenza, si stimano extra costi, su base annua, pari a circa 15 mila euro per ogni camion.

Secondo Confcommercio, “le recenti misure adottate dal Governo per mitigare l’impatto dei costi dell’energia per imprese e famiglie (decreto legge 131/2023) andrebbero, dunque, fortemente potenziate, a cominciare dalla necessità di reintrodurre i crediti d’imposta energetici e di azzerare gli oneri generali di sistema per il settore elettrico, analogamente a quanto fatto per il gas. Inoltre, sul caro carburanti si dovrà assicurare continuità al beneficio del gasolio commerciale, indispensabile per la competitività delle imprese di autotrasporto e utile al contenimento dell’inflazione, e rendere strutturale questo beneficio anche per i bus turistici che da fine agosto non ne usufruiscono più”.

Pos: online le offerte sui costi per gli esercenti

Pos: online le offerte sui costi per gli esercenti

Sul sito web del CNEL, tramite il link relativo alle “Offerte commerciali degli acquirer”, sono state pubblicate le offerte promozionali proposte dalle banche e dagli altri prestatori di servizi di pagamento aderenti al “Protocollo d’intesa per la mitigazione, la maggiore comprensibilità e comparabilità dei costi di accettazione di strumenti di pagamento elettronici”, sottoscritto lo scorso 27 luglio 2023 presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze, da Confcommercio, dall’Associazione Bancaria italiana (ABI), dall’Associazione Italiana Prestatori Servizi di Pagamento (APSP) e dalle altre associazioni di rappresentanza delle imprese.

Le singole offerte promozionali, proposte dai prestatori dei servizi di pagamento, hanno le seguenti caratteristiche:

  • sono formulate secondo uno schema standard che, per la prima volta, rende direttamente confrontabili i costi. Questo schema non sostituisce ma integra il foglio informativo (o meglio ne sintetizza alcuni degli aspetti più rilevanti);
  • sono pubblicizzate per almeno 6 mesi ed hanno una durata di almeno 9 mesi.

Cosa accade alla fine di una promozione commerciale? Ebbene è importante essere consapevoli che questa domanda va posta al prestatore di servizi di pagamento, prima di aderire all’offerta. In quel momento – dunque ex ante– in base al Protocollo d’intesa, il prestatore dei servizi di pagamento dovrà esplicitare il contenuto delle condizioni economiche individuali per il periodo successivo alla promozione, sempre utilizzando il medesimo schema. Ovviamente queste informazioni faciliteranno il confronto con le condizioni che già vigono con l’attuale prestatore dei servizi di pagamento.

Vale la pena evidenziare che:

  • le offerte degli operatori sono abbastanza differenti tra loro;
  • la convenienza effettiva dipende molto dalle caratteristiche dei pagamenti della clientela;
  • vi sono numerose offerte che prevedono la gratuità per le operazioni di importo fino a 10 euro;
  • vi è qualche offerta applicabile anche ai rapporti già in essere;
  • non vi è alcun obbligo di aprire un nuovo conto corrente. Difatti in base alla normativa europea (PSD2), i servizi di pagamento possono essere erogati da un operatore diverso da quello su cui è radicato il conto corrente dell’esercente.

Confcommercio è ora impegnata con azioni tese a rendere strutturali i risultati ottenuti sul terreno della comparabilità dei costi che, stimolando la concorrenza, è una leva non trascurabile per la mitigazione dei costi.

Decreto carburanti. Cosa prevede?

Decreto carburanti. Cosa prevede?

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 14 gennaio 2023, n. 11 – ed è entrato in vigore il giorno successivo – il decreto legge 14 gennaio 2023, n. 5 recante “Disposizioni urgenti in materia di trasparenza dei prezzi dei carburanti e di rafforzamento dei poteri di controllo del Garante per la sorveglianza dei prezzi, nonché di sostegno per la fruizione del trasporto pubblico”.

Si illustrano, di seguito, i contenuti del provvedimento, che sarà ora trasmesso in Parlamento per il consueto iter di conversione in legge.

  1. Trasparenza dei prezzi e buoni carburanti (art.1)

Si prevede che il Ministero delle imprese e del made in Italy elabori, alla luce delle comunicazioni ricevute dai gestori, i prezzi medi dei carburanti su base regionale e delle province autonome, pubblicandoli sul proprio sito internet istituzionale. La frequenza, le modalità e la tempistica delle comunicazioni saranno definite da un decreto del Ministro delle imprese e del made in Italy, da emanarsi entro il prossimo 30 gennaio.

Gli esercenti l’attività di vendita al pubblico di carburanti, entro 15 giorni dall’emanazione del suddetto decreto ministeriale, saranno tenuti ad adeguare la cartellonistica di pubblicazione dei prezzi presso ciascun punto vendita con i prezzi medi sopra indicati.

Nel caso di violazioni della disciplina esposta, sarà applicata la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 500 ad euro 6.000. Dopo la terza violazione, potrà essere disposta la sospensione dell’attività di vendita per un periodo compreso tra 7 e 90 giorni. L’accertamento delle violazioni sarà effettuato dalla Guardia di Finanza, tenuto conto dei dati rilevati dal Ministero delle Imprese e del made in Italy.

All’irrogazione delle sanzioni provvederà il Prefetto e ai relativi procedimenti amministrativi si applicherà, in quanto compatibile, la legge 24 novembre 1981, n. 689 (“Legge di depenalizzazione”).

Il medesimo impianto sanzionatorio si prevede, inoltre, nei casi di mancato rispetto degli obblighi di corretta esposizione e pubblicazione dei prezzi praticati ai consumatori (art. 15, comma 5 del d.lgs. 6 settembre 2005, n.206, Codice del consumo), nei casi di omessa comunicazione al Ministero delle Imprese e del made in Italy dei prezzi dei carburanti praticati (art. 51, comma 1, Legge 23 luglio 2009 n.99), nonché quando il prezzo effettivamente praticato sia superiore a quello comunicato.

Si prevede, infine, che una quota pari al 50% delle sanzioni sia assegnata al Ministero delle imprese e del made in Italy, per l’implementazione dell’infrastruttura informatica e telematica per la rilevazione dei prezzi dei carburanti e per iniziative volte a promuovere la trasparenza dei prezzi e il consumo consapevole e informato.

In tema di buoni carburanti, si dispone che, fermo restando quanto disposto dall’art. 51, comma 3, terzo periodo, del testo unico delle imposte sui redditi, DPR 22 dicembre 1986, n. 917, il valore di detti buoni, ceduti dai datori di lavoro privati ai lavoratori dipendenti anche nel corso del 2023, non concorra alla formazione del reddito del lavoratore, se di importo non superiore a 200 euro per lavoratore.

  1. Modifiche alla disciplina delle accise mobili (art.2)

Intervenendo sui commi 290 e 291 della legge di bilancio 2008 (Legge 24 dicembre 2007 n.244), si estende la possibilità di ricorrere alle cosiddette accise mobili, disponendo che la riduzione delle accise potrà essere introdotta, per compensare le maggiori entrate in termini di IVA, con decreto del Ministro dell’Economia e Finanze, di concerto con il Ministro dell’Ambiente e della sicurezza Energetica, nel caso in cui il prezzo internazionale del greggio aumenti, sulla media del precedente bimestre, rispetto al valore di riferimento, espresso in euro, indicato nell’ultimo Documento di programmazione economico-finanziaria presentato. Il decreto dovrà tenere conto anche dell’eventuale diminuzione, nella media del quadrimestre precedente, del prezzo internazionale del petrolio, rispetto a quello indicato nell’ultimo Documento di programmazione economico-finanziaria presentato.

  1. Rafforzamento dei poteri del Garante per la sorveglianza dei prezzi (art. 3)

La disposizione opera il rafforzamento dei poteri del Garante per la sorveglianza dei prezzi attraverso alcune integrazioni all’art. 2 della Legge 24 dicembre 2007, n. 244 (Legge finanziaria 2008) che ne aveva disciplinato l’attività, modificando i commi originari (art. 2, commi 198 e 199) ed inserendo cinque nuovi commi (dal 199-bis al 199-sexies).

In particolare, si prevede adesso che il Garante, ove necessario ai fini dei propri interventi di sorveglianza sul territorio, potrà operare in raccordo con gli osservatori e con gli uffici regionali dei prezzi, sportelli o analoga denominazione, qualora istituiti con legge regionale (art. 2, comma 198). Inoltre, potrà avvalersi della collaborazione e dei dati rilevati dall’Istat che sono messi a disposizione del Garante per la sorveglianza dei prezzi su specifica istanza (art. 2, comma 199).

Relativamente all’applicazione di una sanzione amministrativa pecuniaria pari all’1 % del fatturato e comunque non inferiore a 2.000 euro e non superiore a 200.000 euro in caso di mancato riscontro entro dieci giorni dalla richiesta da parte del Garante alle imprese di dati, notizie ed elementi specifici sulle motivazioni che hanno determinato le variazioni di prezzo (art. 2, comma 199), la modifica introdotta prevede che tale sanzione amministrativa si applica nel caso in cui siano comunicati dati, notizie ed elementi non veritieri, anche con riferimento ai dati contabili e di bilancio eventualmente comunicati dalle imprese, ferma restando l’attivazione dei successivi poteri di indagine e controllo della Guardia di finanza.

Tali sanzioni amministrative sono irrogate dalla Camera di commercio territorialmente competente nel luogo in cui ha sede l’impresa che ha commesso la violazione (art. 2, comma 199).

È prevista l’istituzione di nuova Commissione – denominata “Commissione di allerta rapida di sorveglianza dei prezzi” – che avrà il compito di monitorare la dinamica dei prezzi dei beni di largo consumo derivanti dall’andamento dei costi dei prodotti energetici e delle materie prime sui mercati internazionali (art. 2, comma 199-bis).

Il Garante potrà convocare la Commissione per coordinare l’attivazione degli strumenti di monitoraggio necessari all’individuazione delle ragioni dell’anomala dinamica dei prezzi sulla filiera di mercato.

La Commissione sarà composta dai seguenti soggetti: un rappresentante dell’ISTAT, un rappresentante di ciascuno dei Ministeri competenti per materia, dell’Ismea, dell’Unioncamere, delle Camere di commercio e della Guardia di finanza (art. 2, comma 199), i responsabili delle strutture direzionali del Ministero dell’imprese e del made in Italy di cui il Garante si avvale (art. 2, comma 200), un rappresentante delle Autorità indipendenti competenti per settore, tre rappresentanti delle associazioni dei consumatori e degli utenti nominati dal CNUC  e un rappresentante delle regioni e delle province autonome (art. 2, comma 199-ter).

Laddove vengano in rilievo fenomeni relativi all’anomalo andamento dei prezzi delle filiere agroalimentari, alla Commissione partecipa altresì un rappresentante dell’Ispettorato centrale repressione frodi (ICQRF) del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste.

Il Garante, compatibilmente con le ragioni di urgenza connesse al fenomeno rilevato, può invitare alle riunioni della Commissione i rappresentanti delle associazioni delle categorie economiche e sociali interessate, nonché esperti del settore al fine di acquisire valutazioni e contributi tecnici specialistici in relazione agli specifici argomenti analizzati (art. 2, comma 199-quater).

Nel caso in cui, dalle analisi condotte in seno alla Commissione o dalle indagini conoscitive, emergessero fenomeni speculativi lungo la filiera di origine e produzione, ingrosso e distribuzione, nonché vendita e consumo, il Garante riferisce gli esiti delle attività al Ministro delle imprese e del made in Italy che, laddove necessario, informa il Governo per l’adozione di adeguate misure correttive o di ogni altra iniziativa ritenuta opportuna (art. 2, comma 199-quinquies).

Le funzioni di segreteria e di supporto alle attività di cui sopra, sono svolte dall’Unità di missione istituita ai sensi dell’articolo 7 del D.L n. 21/2022 e collocata presso il Segretariato generale del MIMIT (art. 2, comma 199-sexies).

All’Unità di missione è attribuito il compito di curare le attività di raccordo e collaborazione amministrativa tra il Garante per la sorveglianza dei prezzi, le strutture del Ministero dell’economia e delle finanze e degli altri Ministeri, nonché gli uffici delle autorità indipendenti competenti per i singoli settori, al fine di garantire il coordinamento delle iniziative di sorveglianza dei prezzi con le attività di indagine e controllo già avviate dagli uffici delle predette istituzioni ed autorità nelle materie di competenza.

L’Unità di missione, ove necessario, provvede ad acquisire e condividere con gli uffici dei Ministeri e delle autorità di settore i dati e le informazioni utili alla conclusione delle indagini e delle attività in corso di svolgimento.

  1. Buono trasporti (art.4)

Per mitigare l’impatto del caro energia sulle famiglie, con particolare riferimento ai costi per il trasporto di studenti e lavoratori, viene istituito, nello stato di previsione del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, un fondo con una dotazione di 100 milioni di euro per il 2023, per riconoscere un buono da utilizzare per l’acquisto di abbonamenti per i servizi di trasporto pubblico locale, regionale o interregionale, ovvero per i servizi di trasporto ferroviario nazionale. Il buono sarà fruibile a partire dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del previsto decreto interministeriale attuativo – da adottarsi entro trenta giorni dall’entrata in vigore del decreto in commento – fino al 31 dicembre 2023.

Il buono, pari al 100% della spesa da sostenere per l’abbonamento, non potrà superare il valore di 60 euro e sarà riconosciuto alle persone che nel 2022 hanno conseguito un reddito complessivo non superiore a 20 mila euro.

Il buono recherà il nominativo del beneficiario, sarà utilizzabile per un solo abbonamento, non sarà cedibile, non costituirà reddito imponibile del beneficiario e non rileverà ai fini del valore dell’ISEE.

Resta in ogni caso ferma la detrazione fiscale (art. 15, comma 1, lettera i-decies, del testo unico delle imposte  sui redditi, di cui al DPR 22 dicembre 1986, n. 917) della quota della spesa, che rimarrà a carico del beneficiario.

Vengono, infine, destinati alla manutenzione della piattaforma già istituita per l’erogazione del buono 500 mila euro delle risorse del fondo, salvo eventuali economie che potranno essere conseguite. 

Pagamenti elettronici: l’obbligo slitta ancora

Pagamenti elettronici: l’obbligo slitta ancora

Il decreto Recovery ha fissato al primo gennaio del prossimo anno l’avvio delle sanzioni per gli esercenti senza Pos. Confcommercio: “abbattere commissioni e costi a carico di imprese e consumatori”.

Il 23 dicembre il Senato ha convertito in legge (vedi gazzetta ufficiale 31 dicembre documento pdf) il cosiddetto “decreto Recovery”, che contiene diverse misure per favorire l’attuazione del “Piano nazionale di ripresa e resilienza” (Pnrr).

Per il mondo del commercio la novità arriva dal rinvio delle sanzioni a chi rifiuta i pagamenti con bancomat e carte di credito che, rispetto a quanto previsto in precedenza, è slittato di un anno, al primo gennaio 2023.

L’importo della sanzione rimane fermo a 30 euro, più il 4% del valore della transazione. La misura verrà applicata a tutti coloro che già dovrebbero accettare carta e bancomat con un Pos.

Questo significa che la norma riguarda chiunque offre prodotti e servizi al pubblico. Esercenti quindi, ma anche professionisti come medici, avvocati, tassisti.

Già in passato erano stati fatti tentativi in questa direzione mai però trasformati realmente in sanzioni per rendere efficace l’obbligo: a partire dal 2014, grazie al decreto legge numero 179/2012 del Governo Monti, era stato introdotto in Italia l’obbligo per negozianti e professionisti di accettare i pagamenti con pos, misura poi confermata ed estesa a partire dal 1 luglio 2020 dal decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio (n. 124/2019). Nessuna delle due norme, tuttavia, aveva introdotto sanzioni per gli esercenti che rifiutavano pagamenti con carte e bancomat.

Confcommercio: “Puntare solo sulle sanzioni non giova ai processi di modernizzazione del sistema dei pagamenti”

Sul tema, Confcommercio ha già espresso la sua contrarietà alle sanzioni e ha chiesto “una riduzione generalizzata degli oneri economici legati all’accettazione dei pagamenti elettronici in modo da non penalizzare imprese e professionisti tenuti al rispetto degli obblighi normativi”.

Nuovo limite per l’utilizzo di denaro contante

Nuovo limite per l’utilizzo di denaro contante

A decorrere dal 1 gennaio 2022 è vietato il trasferimento di denaro contante e di titoli al portatore in euro o in valuta estera, effettuato a qualsiasi titolo tra soggetti diversi, siano esse persone fisiche o giuridiche, quando il valore oggetto di trasferimento, è complessivamente pari o superiore a 1.000 euro.

Il trasferimento superiore al predetto limite (dunque superiore a 999,99 euro), indipendentemente dalla causa o dal titolo, è vietato anche quando è effettuato con più pagamenti, inferiori alla soglia, che appaiono artificiosamente frazionati.

In materia di sanzioni, la soglia per i pagamenti in contanti rileva non solo per chi paga, ma anche per chi riceve il denaro. In base a quanto previsto dall’art. 63 del decreto legislativo n. 231 del 2007, alle violazioni che riguardano importi fino a 250.000 euro si applica una sanzione amministrativa pecuniaria da 1.000 a 50.000 euro. Per le violazioni che riguardano importi superiori a 250.000 euro, la sanzione è quintuplicata nel minimo e nel massimo edittali.

I soggetti di cui all’art. 3 del decreto legislativo n. 231 del 2007, inclusi i soggetti che svolgono in maniera professionale attività in materia di contabilità e tributi, i quali nell’esercizio delle proprie funzioni o nell’espletamento della propria attività, pur avendo notizia di infrazioni non adempiono all’obbligo di comunicazione al Ministero dell’economia e delle finanze sono assoggettati ad una sanzione amministrativa pecuniaria compresa tra i 3.000 ed i 15.000 euro.

Si ricorda che rimane in vigore la deroga al limite per l’utilizzo del denaro contante stabilita dall’art. 3, commi 1, 2 e 2-bis del decreto-legge 2 marzo 2012, n. 16, convertito dalla legge 26 aprile 2012, n. 44 e successive modificazioni, in base alla quale, per l’acquisto di beni e di prestazioni di servizi legate al turismo, è possibile accettare pagamenti in contanti, entro il limite di 15.000 euro, da cittadini stranieri non residenti in Italia. Ciò nel rispetto degli specifici adempimenti stabiliti dalla norma e delle procedure definite dall’Agenzia delle entrate. Gli adempimenti previsti includono, tra gli altri, l’invio di apposita comunicazione preventiva all’Agenzia, l’acquisizione di fotocopia del passaporto del cliente e l’obbligo del versamento del contante incassato in un conto corrente presso un operatore finanziario il primo giorno feriale successivo a quello di effettuazione dell’incasso.

Via libera alla manovra 2022, tagli al fisco e interventi per 30 miliardi

Via libera alla manovra 2022, tagli al fisco e interventi per 30 miliardi

Il Consiglio dei Ministri ha approvato la legge di Bilancio. Novità su Irpef, pensioni, Superbonus, incentivi per la casa e Reddito di cittadinanza. Rimandate invece di un anno la plastic tax e la sugar tax.

Le imprese del terziario chiedono un confronto con il governo sugli ammortizzatori sociali.

Dopo tre ore di confronti in Consiglio dei Ministri, in particolare tra il Ministro Brunetta e il Ministro Patuanelli sul reddito di cittadinanza, il governo ha approvato la legge di bilancio per il 2002. L’impianto della Manovra fiscale, e i capitoli di spesa sono quelli indicati nel Documento programmatico di Bilancio (documento pdf), inviato a Bruxelles la settimana scorsa. Le scelte principali del governo riguardano pensionibonus fiscaliriduzione delle tasse, reddito di cittadinanza. Ci sarà un’unica quota per andare in pensione (“Quota 102”) e per un solo anno (2002), la stretta sul Reddito di cittadinanza e lo stop definitivo al cashback, un fondo per anticipare il taglio delle tasse da 8 miliardi di euro (Irpef e Irap) e la proroga del Superbonus al 110% ma con dei paletti (tetto Isee di chi commissiona i lavori e di spesa sulla ristrutturazione).

Draghi: “Una manovra espansiva che accompagna la ripresa”

In conferenza stampa il premier Mario Draghi ha sottolineato che la manovra, ”è una legge espansiva, che accompagna la ripresa ed è in piena coerenza con gli altri documenti che guidano l’azione economica di questo governo. Si agisce sia sulla domanda ma anche molto sull’offerta: tagliamo le tasse, stimoliamo gli investimenti“. “Al problema del debito pubblico, a quello delle prestazioni sociali inadeguate e alle altre giuste modifiche del nostro sistema sociale che non abbiamo potuto fare negli anni passati – ha detto Draghi – si esce attraverso la crescita: il Paese crescerà bene oltre il 6% e questa è una bussola e la strategia di questo governo“. Draghi ha poi voluto precisare che “sulle tasse mettiamo 12 miliardi per ridurre la pressione fiscale e non otto come si dice in giro e destiniamo 40 miliardi in un triennio alla riduzione delle imposte, di cui 24 al cuneo e la parte restante agli incentivi fiscali, alle famiglie e imprese per il patrimonio immobiliare e la digitalizzazione“.

Sul capitolo pensioni il presidente del Consiglio ha ribadito che l’obiettivo “è il ritorno in pieno al sistema contributivo, con una transizione a Quota 102 (38 anni di contributi e 64 anni di età)“. “Il governo – ha aggiunto – è disponibile al confronto con le parti sociali e con il Parlamento perchè l’obiettivo è il pieno ritorno al contributivo che è la “scatola” dentro cui tante cose si possono aggiustare, come ad esempio recuperare al lavoro chi ne è uscito e si trova in nero“. 

Manovra 2002: le misure

Superbonus

Proroga del Superbonus al 110% fino al 2023, poi scatta il ‘decalage’ al 70% per il 2024 e al 65% per il 2025. Arriva anche l’estensione per il 2022 per unifamiliari e villette, ma con un tetto Isee fissato a 25mila euro e limitato dunque alle prime case. 

Irpef

Un fondo pluriennale di 8 miliardi dal 2022 per la riduzione dell’Irpef, con l’obiettivo di tagliare il cuneo fiscale e le aliquote marginali effettive, e dell’Irap. Il fondo per la riduzione della pressione fiscale “sui fattori produttivi”, si legge nella bozza, è destinato alla riduzione dell’Irpef “con l’obiettivo di ridurre il cuneo fiscale sul lavoro e le aliquote marginali effettive, da realizzarsi attraverso sia la riduzione di una o più aliquote sia una revisione organica del sistema delle detrazioni per redditi da lavoro dipendente e del trattamento integrativo” e al taglio della aliquota dell’Irap. 

Pensioni

Confermato il passaggio da Quota 100 a Quota 102 per le pensioni. “I requisiti di età anagrafica e di anzianità contributiva di cui al primo periodo del presente comma sono determinati in 64 anni di età anagrafica e 38 anni di anzianità contributiva per i soggetti che maturano i requisiti nell’anno 2022“. Il diritto conseguito entro il 31 dicembre 2022 può essere esercitato anche successivamente. “In sede di prima applicazione, entro il 28 febbraio 2022, il relativo personale a tempo indeterminato può presentare domanda di cessazione dal servizio“, prevede la norma. Prorogate di un anno l’Ape sociale (allargata a nuove categorie di lavori gravosi) e l’opzione donna.

Reddito di cittadinanza

Rifinanziato il Reddito di cittadinanza con un altro miliardo, stretta sui controlli e sui reati che impediscono di accedere alla misura, nuovi meccanismi per favorire la ricerca del lavoro dei beneficiari. Intanto Il diritto decadrà dopo aver rifiutato due offerte di lavoro invece che tre. Dopo i primi sei mesi il Reddito di cittadinanza subirà un taglio di 5 euro al mese: la misura si applica solo agli ‘occupabili’, cioè i soggetti tenuti agli obblighi connessi alla fruizione del beneficio. Sono esclusi dal taglio i nuclei con bimbi sotto i 3 anni o con disabili gravi o non autosufficienti. La riduzione non si applica a chi riceve meno di 300 euro (moltiplicati per il corrispondente parametro della scala di equivalenza). Il taglio viene sospeso quanto almeno un componente del nucleo inizia a lavorare. 

Ammortizzatori sociali

Per la riforma degli ammortizzatori sociali vengono stanziati 4,5 miliardi netti. Tra i punti qualificanti ci sono l’estensione degli ammortizzatori a imprese sotto i 5 dipendenti; la Cigs per tutti datori lavoro con più di 15 dipendenti a prescindere dal settore; la Naspi allargata a lavoratori discontinui, il ‘decalage’ che parte dal sesto mese e dall’ottavo per i 55enni; gli ammortizzatori per i dipendenti del settore della pesca e per i marittimi, la disoccupazione per i collaboratori autonomi e co.co.co. 

Cashback

Stop definitivo al cashback. La misura, partita lo scorso gennaio e poi sospesa nel secondo semestre di quest’anno, viene cancellata. Era prevista anche per il primo semestre del 2022 e aveva ancora a disposizione 1,5 miliardi. “Il programma di attribuzione di rimborsi in denaro per acquisti effettuati mediante l’utilizzo di strumenti di pagamento elettronici si conclude il 31 dicembre 2021, ferma restando la sospensione già in atto“.

Paternità, asili nido e mutui under 36

Ecco le modifiche che interessano le famiglie: diventano strutturali i 10 giorni di congedo obbligatorio per i papà, viene prorogato gli sconti per gli under 36 che acquistano la prima casa e per i nuclei familiari monogenitoriali con figli minori. Arrivano anche fondi aggiuntivi ai Comuni per asili nido e scuole dell’infanzia. Infine il Fondo di garanzia per la prima casa – che concede garanzie su mutui ipotecari al 50% della quota capitale – verrà rifinanziato con ulteriori 242 milioni di euro per l’anno 2022.

Parità dei salari e maternità

In arrivo nuove risorse per la parità di genere e quella salariale: il Fondo per il sostegno alla parità salariale di genere passa da 2 milioni di euro all’anno a ben 52 milioni. E verrà realizzato un Piano strategico per combattere gli stereotipi di genere, e colmare i divari nel lavoro, nelle retribuzioni e nelle pensioni. Inoltre, in via sperimentale per il 2022 viene riconosciuto l’esonero al 50% del versamento dei contributi previdenziali a carico delle lavoratrici madri dipendenti del settore privato a decorrere dal rientro al lavoro dopo la maternità.

Bonus facciate

Proroga di un anno per il bonus facciate: la bozza della manovra all’esame del Cdm prevede che la misura sia rinnovata per il 2022 ma la percentuale della detrazione scende dal 90 al 60%. 

Bonus mobili ed elettrodomestici

Arriva la proroga per tre anni, fino al 2024, del bonus mobili e elettrodomestici ma cala di due terzi il tetto di spesa in base al quale è calcolata la detrazione del 50%: nel passato era a 10mila euro, poi nel 2021 è stato elevato a 16mila euro, ora passa a 5mila euro. Il bonus riguarda mobili o elettrodomestici per l’arredo di immobili oggetto di ristrutturazione.

Caro-bollette

Stanziati anche 2 miliardi contro il cosiddetto caro-bollette. “Al fine di contenere gli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico e del gas naturale nel primo trimestre 2022, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente provvede a ridurre le aliquote relative agli oneri generali di sistema fino a concorrenza dell’importo di 2.000 milioni di euro che a tal fine sono trasferiti alla Cassa per i servizi energetici e ambientali entro il 15 febbraio 2022“.

Affitti under 31

Arrivano agevolazioni sugli affitti per tutti quei giovani, in un’età compresa fra i 20 e i 31 anni non compiuti, con un reddito complessivo non superiore a 15.493,71 euro. Qualora stipulino un contratto di locazione per l’intera unità immobiliare o porzione di essa da destinare a propria abitazione principale, sempre che la stessa sia diversa dall’abitazione principale dei genitori, gli viene riconosciuta per i primi quattro anni, “una detrazione dall’imposta lorda pari al 20 per cento dell’ammontare del canone di locazione entro il limite massimo di euro 2.400 di detrazione”. 

App18

Confermata per il 2022 l’App 18 che dà ai diciottenni un bonus per acquisti culturali, ma con tetto legato all’Isee che non deve essere superiore a 25mila euro. Per questa carta elettronica vengono stanziati 230 milioni l’anno per i 18enni residenti e in possesso di permesso di soggiorno. La Carta, il cui importo sarà fissato con decreto ministeriale, varrà per teatri, cinema, concerti, libri, quotidiani, musica e film, mostre, aree archeologiche e parchi, ma anche corsi di musica, teatro e lingua. Per le violazioni è prevista disattivazione della carta e cancellazione dall’elenco degli accreditati.

Fondi alla cultura

Risorse per oltre 1 miliardo di euro destinate ai settori della cultura e dello spettacolo, dal cinema a biblioteche e archivi, fondazioni liriche, editoria, borghi. Incrementato a 750 milioni annui il Fondo per il cinema e introduzione per i lavoratori dello spettacolo del Set (fondo economico temporaneo), con una dotazione di 20 milioni per il 2022 e 40 milioni annui a decorrere dal 2023. Per le fondazioni liriche viene istituito un nuovo fondo con 100 milioni per il 2022 e 50 per il 2023. Venti milioni per contrastare la desertificazione dei borghi. 

Pmi in crisi

Arriva un fondo con una dotazione di 200 milioni di euro per l’anno 2022, 200 milioni di euro per l’anno 2023 e 200 milioni di euro per l’anno 2024, destinato a favorire l’uscita anticipata dal lavoro, su base convenzionale, dei lavoratori dipendenti di piccole e medie imprese in crisi, che abbiano raggiunto un’età anagrafica di almeno 62 anni.

Riforma ammortizzatori sociali: le imprese chiedono chiarimenti “urgenti” al governo

Le associazioni che rappresentano la totalità del terziario di mercato, ConfcommercioAlleanza delle Cooperative Italiane, ConfesercentiFederdistribuzione, chiedono un incontro urgentissimo per un confronto con il Presidente Draghi e con il Ministro Orlando “al fine di verificare la disponibilità del Governo a individuare misure che possano mitigare l’impatto dei costi che le imprese rappresentate dovranno sostenere a regime. In particolare, le associazioni esprimono forte preoccupazione per la sostenibilità contributiva da parte delle imprese dei nuovi e più inclusivi ammortizzatori“. 

Sarà, pertanto, necessario – prosegue la nota congiunta– garantire un periodo transitorio congruo per l’entrata a regime dei nuovi strumenti, accompagnato da idonee misure di riduzione strutturale del costo del lavoro, come pure un chiaro meccanismo di bonus-malus relativamente al rapporto tra contributi e prestazioni“.

E’, inoltre, indispensabile – conclude la nota – approfondire i meccanismi introdotti e la congruità delle nuove tutele con le specificità delle imprese di questi settori secondo il principio enunciato di un reale universalismo differenziato”.