Guida operativa aiuti per i pubblici esercizi

Guida operativa aiuti per i pubblici esercizi

La IXᵃ edizione della guida, realizzata da Fipe-Confcommercio, riepiloga le misure emergenziali di natura finanziaria, fiscale e giuslavoristica a sostegno dei Pubblici Esercizi, aggiornata al decreto legge c.d. “Sostegni”.

Riassume e aggiorna le misure di maggior interesse del settore dei Pubblici Esercizi, adottate dal D.L. n. 18/2020 convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 27/2020 (c.d. “Cura Italia”), dal D.L. n. 23/2020 convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 40/2020 (c.d. “Liquidità”), dal D.L. n. 34/2020 convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 77/2020 (c.d. “Rilancio”), dal D.L. n. 104/2020 convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 126/2020 (c.d. “Agosto”), dal D.L. n. 137/2020 convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 176/2020 (c.d. “Ristori”), dal D.L. n.172/2020 convertito, con modificazioni, dalla Legge n. 6/2021 (c.d. “Natale”) e, in ultimo, dal D.L. n. 41/2021, c.d. “Sostegni” attualmente all’esame del Senato per la conversione in legge.

La guida è disponibile nella nostra AREA RISERVATA.

 Fonte Fipe-Confcommercio

Sangalli: “i ristori non bastano. Allungare la moratoria sui debiti”

Sangalli: “i ristori non bastano. Allungare la moratoria sui debiti”

Intervista al Corriere della Sera del presidente di Confcommercio. “Da Draghi ci aspettiamo un intervento coraggioso per le imprese”. “A rischio la chiusura di circa 300 mila imprese del terziario e circa 200 mila partite Iva”.

Il 24 marzo è partita la campagna nazionale di Confcommercio, “Il futuro non (si) chiude” per far sentire la voce delle imprese che vogliono ripartire e allo stesso tempo per sottolineare la necessità di sostegni più robusti per fare fronte alle enormi difficoltà economiche che le chiusure, da un anno a questa parte, hanno determinato. Il presidente Sangalli, dalle pagine del Corriere della Sera, chiede al presidente del Consiglio Draghi un intervento “coraggioso” e indennizzi più adeguati e tempestivi per le aziende.    

“Dal presidente Draghi ci aspettiamo una svolta che non c’è ancora. Ci aspettiamo quel coraggio responsabile con cui nel 2012 salvò l’Unione monetaria europea, dichiarando il famoso “whatever it takes” (fare tutto ciò che è necessario, ndr). Ma questa volta deve farlo per salvare le nostre imprese. Che poi vuol dire salvare l’Italia”.

Può darci un’idea della situazione?

“Per trovare un anno peggiore del 2020 bisogna risalire più o meno al 1944. L’anno scorso sono andati persi quasi 130 miliardi di consumi, circa duemila euro a testa. Tra gennaio e febbraio di quest’anno c’è già stato un crollo di 20 milioni di presenze in Italia. Il lockdown di marzo e aprile rischia di causare una perdita di oltre 15 miliardi di euro, oltre la metà per alberghi e ristoranti. Questi ultimi, tra marzo e le giornate di Pasqua, non incasseranno circa 2,8 miliardi”.

Una débâcle

“Quando incontro I nostri imprenditori e ascolto numeri e bilanci disastrosi, ma sembra che la distanza tra noi e la lentezza e poca efficacia delle azioni fin qui Intraprese si faccia siderale”.

Di quali azioni parliamo?

“Tutti mi dicono la stessa cosa: le chiusure soma indennizzi adeguati non le reggiamo più. Ecco perché I nostri imprenditori, tutti gli imprenditori, si aspettano non solo un più robusto sostegno in tempo zero, ma anche la prospettiva di un ritorno alla normalità perché altrimenti non ce la si fa. Il sistema imprenditoriale non regge più”.

Cosa non va nel decreto Sostegni?

“E stato archiviato il meccanismo dei codici Ateco e sono stati stanziati per questi interventi circa un miliardo di euro, sui 32 mobilitati dal decreto. Ma i soggetti interessati alla fine sono circa tre milioni. In questo modo l’indennizzo medio è di circa 3.700 euro”.

Non bastano.

“Non ci siamo. Il rischio è la chiusura di circa 300 mila imprese del terziario e circa 200 mila partite Iva”.

Chiedete un nuovo scostamento di bilancio?

“Per forza: servono indennizzi più adeguati, più inclusivi e più tempestivi. E poi c’è un problema legato ai costi per le imprese rimaste chiuse: dalle locazioni ai finanziamenti. Chiediamo che possano essere sospesi, almeno fino a quando le imprese non potranno ripartire in piena normalità”.

Il credito dà problemi?

“Insieme con l’Abi e le altre associazioni abbiamo chiesto alle istituzioni europee e italiane la proroga delle moratorie in essere e l’introduzione di nuove, nonché una durata dei prestiti con garanzia pub buca di non meno di quindici anni. E senza che tutto ciò comporti classificazioni critiche o addirittura un default dei debitori”.

Bisognerebbe intervenire sulle regole europee.

“Pensiamo che il governo italiano possa e debba assumere un’iniziativa determinata al riguardo”.

Il presidente Draghi ha promesso una stagione di dialogo.

“Sì e, in occasione delle sue dichiarazioni programmatiche alle Camere, ha posto la sfida di una “nuova ricostruzione”. Il che richiede, dal punto di vista del metodo, maggiore confronto tra governo e forze sociali”.

Cos’altro avete in agenda, oltre agli indennizzi?

“Proponiamo di superare il modello “più chiusure”, puntando su “più vaccini”. Per il decollo della campagna vaccinale, le nostre associazioni e le nostre imprese sono pronte a fare la propria parte. E poi c’è il Piano nazionale di ripresa e resilienza”.

Che intanto sta cambiando.

“Rispetto alla bozza del 12 gennaio, abbiamo segnalato la necessità di approfondire il rapporto tra investimenti e ruolo delle riforme, nonché l’esigenza di investire sull’economia del terziario. Siamo ancora in attesa di risposte. Lo ricorderemo anche con la campagna social “II futuro non (si) chiude”, appena partita, che coinvolge tutti i territori, per raccontare la disperazione degli imprenditori ma anche la loro determinazione a non arrendersi”.

Tratto dal Corriere della Sera

di Antonella Baccaro

DL Sostegni. Contributi a fondo perduto per le imprese

DL Sostegni. Contributi a fondo perduto per le imprese

Con il Provvedimento del 23 marzo 2021, l’Agenzia delle Entrate ha approvato il modello dell’istanza e le relative istruzioni di compilazione per il riconoscimento del contributo a fondo perduto introdotto dal decreto “Sostegno”, per sostenere le attività economiche danneggiate dall’emergenza da Coronavirus.

Tale contributo viene riconosciuto ai titolari di partita Iva (imprese, lavoratori auotonomi) che nel 2019, abbiano conseguito un ammontare di ricavi o compensi non superiore a 10 milioni di euro.

Inoltre, il contributo spetta se l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi dell’anno 2020 sia inferiore almeno del 30% dell’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi del 2019.

Per chi ha attivato la partita Iva a partire dal 1° gennaio 2019, il contributo spetta anche in assenza del requisito del calo di fatturato/corrispettivi.

Non possono beneficiare del contributo:

  • i soggetti la cui attività risulti cessata alla data di entrata in vigore del citato decreto (23 marzo 2021);
  • i soggetti che hanno attivato la Partita IVA successivamente alla predetta data (23 marzo 2021);
  • gli enti pubblici di cui all’articolo 74 del TUIR,
  • gli intermediari finanziari e società di partecipazione di cui all’articolo 162-bis del TUIR.

Il contributo invece, spetta agli enti non commerciali, compresi gli enti del terzo settore e gli enti religiosi civilmente riconosciuti, in relazione allo svolgimento di attività commerciali.

L’ammontare del contributo è determinato applicando una percentuale alla differenza tra l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi 2020 e l’ammontare medio mensile del fatturato e dei corrispettivi 2019 come di seguito indicato:

  • 60% se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 non superano la soglia di 100mila euro;
  • 50% se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 superano la soglia di 100mila euro fino a 400mila;
  • 40% se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 superano la soglia di 400mila euro fino a 1 milione;
  • 30% se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 superano la soglia di 1milione di euro fino a 5 milioni;
  • 20% se i ricavi e i compensi dell’anno 2019 superano la soglia di 5 milioni di euro fino a 10 milioni.

Il nuovo contributo spetta, in ogni caso, nella misura minima di mille euro per le persone fisiche e di 2mila euro per i soggetti diversi. L’importo massimo erogabile è invece, di 150mila euro.

Il nuovo contributo a fondo perduto, come i precedenti bonus, è escluso da tassazione.

Modalità e termini di trasmissione dell’istanza.

Le istanze per il contributo a fondo perduto possono essere predisposte e inviate all’Agenzia delle Entrate dal 30 marzo 2021 al 28 maggio 2021.

Le richieste andranno inviate telematicamente all’Agenzia delle Entrate, direttamente o mediante intermediario.

In caso di errore, secondo quanto indicato nel provvedimento, è possibile presentare una nuova istanza, sempre nel periodo 30 marzo 2021 – 28 maggio 2021, nonché una rinuncia al modello precedentemente trasmesso da intendersi come rinuncia totale al contributo.

Erogazione del contributo e attività di controllo

L’Agenzia delle Entrate potrà erogare il contributo spettante:

  • mediante accredito su conto corrente bancario o postale, intestato al beneficiario (o cointestato se il beneficiario è una persona fisica);
  • mediante riconoscimento di un credito d’imposta di pari valore, utilizzabile in compensazione tramite modello F24.

Quest’ultima forma di erogazione, introdotta con il decreto “Sostegno”, può essere espressa dal beneficiario nell’istanza di richiesta del contributo, è irrevocabile e riguarda l’intero importo spettante.

Per consultare la Guida Operativa e le istruzioni di compilazione potete visitare la nostra AREA RISERVATA.

Per maggiori informazioni e per la presentazione della domanda potete contattare i nostri uffici.

Fonte Confcommercio