Confcommercio Cosenza all’Assemblea Nazionale 2023

Confcommercio Cosenza all’Assemblea Nazionale 2023

Anche quest’anno Confcommercio Cosenza con una folta delgazione guidata dal Presidente Klaus Algieri e dalla Direttrice Maria Santagada, ha partecipato all’annuale Assemblea Nazionale di Confcommercio tenutasi a Roma, presso l’Auditorium della Conciliazione.

É sempre bello incontrare gli amici delle Confcommercio di tutta Italia. Il confronto e il dialogo sono la base solida del nostro sistema di rappresentanza. Ha dichiarato il Presidente Algieri.

Tanti gli spunti colti dal discorso del Presidente Carlo Sangalli, con i quali si ritorna alle attività associative. In particolare quelli sul valore della rappresentanza, sui corpi intermedi e sulle ZEM (Zone Economiche Montane).

Importante anche il discorso del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Alberto Urso, che ha ribadito l’importanza strategica del terziario come volano per l’economia italiana.

Assemblea 2021. Sangalli: “è tempo di ricostruire il futuro”

Assemblea 2021. Sangalli: “è tempo di ricostruire il futuro”

Nella relazione all’Assemblea 2021 il presidente di Confcommercio ha sottolineato che dopo la crisi “recuperare è d’obbligo, ma ci aspetta ancora la partita più importante: quella della crescita, robusta, duratura e inclusiva”.

Pandemia, Europa, lavoro, fisco, città, welfare: sono tanti e significativi i temi toccati dal presidente Carlo Sangalli nella sua relazione all’Assemblea 2021 di Confcommercio, un’edizione “diversa” sia nella formula che nel contesto storico. Già, perché non si può certo ignorare che è stata “l’Assemblea delle imprese che sono state travolte dalla crisi con più intensità e durezza”, che hanno comunque “reagito in modo straordinario”. Ma ora è tempo di “ricostruire il futuro”, a partire dall’Europa, che “ha bisogno di nuove regole che rendano più efficace e trasparente non solo il merito, ma anche il metodo: cominciando – ha detto Sangalli – dai meccanismi per rafforzare democrazia e vicinanza ai cittadini, attraverso la piena partecipazione delle parti sociali”. Bene il piano di rilancio, “ingenti risorse che dovranno essere spese bene e in tempi molto brevi”, ma bisogna “da subito pensare a come convertirlo in uno strumento europeo strutturale”.

No al salario minimo per legge

Passando ai temi di casa nostra, Sangalli ha cominciato con l’affrontare quello del lavoro, sottolineando che “serve un deciso passo in avanti” nella contrattazione collettiva e dicendo no al salario minimo per legge. E ha indicato la via di “un circuito virtuoso intorno al quale fare convergere gli impegni di parte pubblica e delle parti sociali: produttività, crescita e crescita dei redditi da lavoro”.  È questo, ha detto, “il patto che occorre, per mettere al centro dell’agenda politiche misure e risorse da mobilitare per affrontare le sfide dell’innovazione e della sostenibilità”.

“Non sono finiti i sacrifici dei nostri imprenditori”

Per l’economia in generale, se le prospettive sono confortanti, non si può dimenticare che “forse è finita la crisi, ma non sono finiti i sacrifici dei nostri imprenditori”: da quelli del turismo, a quelli della cultura, dei teatri, del cinema. Ma anche del comparto del gioco pubblico, dell’intrattenimento e dello sport. Per non parlare delle discoteche, “ancora inspiegabilmente chiuse”. Dopo aver evidenziato il ruolo decisivo del terziario di mercato,  che nel secondo trimestre ha contribuito per il 53% alla crescita del valore aggiunto, Sangalli ha  sottolineato che “stiamo, sì, correndo, ma per tornare al punto di partenza, cioè al 2019. Dunque, recuperare è d’obbligo, ma ci aspetta ancora la partita più importante: quella della crescita, robusta, duratura e inclusiva, in grado di assicurare benessere per molti, possibilmente per tutti”.

Tre incertezze sul Paese

Dopo aver indicato tre incertezze che gravano sul Paese (il nuovo assetto dei nostri settori economici; la crescita equilibrata nella componente degli investimenti, del saldo estero e dei consumi e la transizione demografica), la relazione è proseguita parlando di PNRR (che “ben individua le leve necessarie al Paese per crescere”) e terziario di mercato. Ebbene, servono risorse per inserire il turismo “nelle grandi priorità del Paese”, serve risolvere il problema della Bolkestein applicando ”un principio di ragionevolezza per dare certezza agli imprenditori nella continuità della propria attività”, serve “una strategia duratura in favore dell’intermodalità, dalle autostrade del mare al combinato ferroviario, insieme a un processo di rinnovo del parco circolante e delle flotte, a cominciare dalle navi e dai traghetti”, serve “una sostenibilità ambientale che sia contemporaneamente anche sociale ed economica”, serve “ridurre i costi dell’energia, serve mettere le pmi in condizione di fare investimenti per partecipare alla rivoluzione digitale”, servono infine “i finanziamenti garantiti dal Fondo Centrale, la proroga della moratoria dei prestiti bancari e il rafforzamento del sistema dei consorzi fidi”.

No a nuove tasse

Passando ai temi fiscali il presidente di Confcommercio ha ribadito il no a nuove tasse, perché in questa stagione lo Stato deve dare e non prendere”. “Abbiamo bisogno – ha proseguito – di meno imposte e più semplici. Aliquote contenute e ampie basi imponibili determinano anche meno occasioni di evasione ed elusione”. Quanto al reddito d’impresa, Sangalli ha chiesto di reintrodurre, “al di sopra delle soglie previste per l’applicazione della flat tax”, l’Iri abrogata nel 2019. E di superare l’Irap “in una forma compatibile tra finanza territoriale e abbassamento della pressione fiscale sulle imprese”. Infine no, ovviamente, a qualche forma di patrimoniale, a partire dalla revisione del catasto.

Misure dedicate per l’impresa al femminile

Detto affrontando i temi della vitalità delle città e dei centri storici che oggi “sono decisive le politiche e le iniziative diffuse in tema di rigenerazione urbana”, Sangalli è passato ad affrontare l’ultimo dei grandi temi del suo discorso, welfare e previdenza, dicendo innanzi tutto che Confcommercio “è impegnata a valorizzare il ruolo dei professionisti e che “è necessario incentivare l’impresa al femminile con misure dedicate”. Dopo aver chiesto che “venga riconsiderato l’aumento di aliquota previsto, a decorrere dal 2022, per gli indennizzi per la cessazione delle attività commerciali”, si è detto d’accordo sull’aggiunta di altre mensilità di cassa integrazione senza oneri fino alla fine dello stato di emergenza, mentre il finanziamento degli ammortizzatori sociali “deve rispondere ad una regola molto semplice: chi più li utilizza, più vi contribuisce”.

Confcommercio e Carabinieri insieme per la legalità e la sicurezza

Confcommercio e Carabinieri insieme per la legalità e la sicurezza

Un altro passo importante nello sviluppo della cultura della legalità e della sicurezza che Confcommercio ha sempre perseguito organizzando eventi come quello a cadenza annuale Legalità ci piace. A Roma, nella sede del Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Generale Teo Luzi e il Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, hanno sottoscritto un protocollo di intesa per la reciproca collaborazione nello sviluppo della cultura della legalità e della sicurezza.

L’intesa prevede studi, ricerche, convegni e iniziative di formazione, finalizzati alla prevenzione delle infiltrazioni della criminalità organizzata nell’economia legale, la sensibilizzazione sui fenomeni vessatori del settore economico, la valorizzazione della tutela ambientale con particolare riferimento agli illeciti nel ciclo dei rifiuti, la salvaguardia della salute del consumatore connessa alla vendita di prodotti e dispositivi medici.

L’Arma dei Carabinieri si avvarrà di qualificati rappresentanti del Raggruppamento Operativo Speciale (ROS), dei Reparti Operativi, del Comando per la Tutela Ambientale e Transizione Ecologica e del Comando per la Tutela della Salute, al fine di rendere fruibili all’interesse collettivo le peculiari competenze che contraddistinguono l’istituzione. Confcommercio promuoverà la partecipazione della dirigenza politica e tecnica e degli associati, con il coinvolgimento dell’intero sistema confederativo, articolato in territoriali e categorie. L’attuazione del protocollo, che avrà durata triennale, sarà affidata ad un comitato paritetico.

Sangalli: “Un collaborazione importante per dare sicurezza alle imprese” 

Presentando il Protocollo d’Intesa firmato con i Carabinieri, il presidente di Confcommercio ha sottolineato che “per la nostra organizzazione l’alleanza con l’Arma dei carabinieri ha un valore particolare, specialmente in questo momento storico. E lo dico pensando in particolare a tre ordini di ragioni”. “La prima ragione – ha detto Sangalli – è che con questo protocollo si rafforza ulteriormente il percorso di promozione della legalità che si esprime proprio nelle cosiddette Giornate della Legalità Ci Piace. Giornate che con continuità, anno dopo anno, hanno dato vita a ricerche, azioni e soprattutto hanno rafforzato la collaborazione con le istituzioni. Collaborazione, appunto“.

E qui vengo alla seconda ragione per la quale questo Protocollo ricopre per noi un significato particolare. Sappiamo infatti bene che uno degli aspetti più insidiosi dell’illegalità, in particolare per fenomeni come racket, usura, corruzione, è la percezione da parte di chi li subisce di essere solo. Gli stessi fenomeni criminali stanno diventando sempre più complessi e difficili da affrontare. Da quelli predatori a quelli legati alla criminalità organizzata. E la collaborazione tra istituzioni e parti sociali è la via maestra per presidiare in modo capillare, diffuso ed efficace la sicurezza del Paese. Qui allora vengo alla terza ragione che mi rende particolarmente felice di questo Protocollo“.

Il terzo motivo – ha poi aggiunto Sangalli – siete voi, l’Arma dei Carabinieri, che, se il Generale Luzi mi permette il paragone, è un’istituzione molto vicina alla sensibilità, all’organizzazione e alla storia della stessa Confcommercio. Perché l’arma è “dappertutto” e “rasoterra”, come la Confcommercio, con presidi ovunque sul territorio.  Avete un’organizzazione che incrocia centro, territorio e reparti per esigenze speciali, come noi operiamo tra dimensione territoriale, di categoria e Confederazione centrale. Ma soprattutto entrambi, abbiamo alle spalle una “storia popolare”, con la vicinanza alle più importanti istituzioni dello Stato e nello stesso tempo con la capacità di rimanere a contatto con le persone e con le imprese”.

“E mai come in questo momento – ha detto il presidente di Confcommercio  le persone e le imprese hanno bisogno che si uniscano le forze per dare loro sostegno e fronteggiare la criminalità. Nel 2020, le imprese dei nostri settori, in particolare del commercio, alloggio e ristorazione, hanno subito un crollo del volume di affari senza precedenti. Oltre un terzo di queste imprese si è trovato stretto in un combinato disposto pericolosissimo, cioè mancanza di liquidità e difficoltà sostanziale di accesso al credito. Come emerge dai dati del nostro Ufficio Studi, dal 2019 ad oggi la quota degli imprenditori che ritiene aggravato il fenomeno dell’usura è aumentata di 19 punti percentuali. C’è bisogno di non fare sentire soli questi imprenditori. C’è bisogno di ascolto per interrompere il rapporto deleterio tra chi è in difficoltà e chi se ne approfitta. C’è bisogno di rilanciare l’economia e di dare nuova speranza a famiglie e imprese. Che poi è il miglior vaccino contro la criminalità organizzata. C’è bisogno, in sintesi di lavorare insieme”.

“E per noi – ha concluso Sangalli -è davvero un onore farlo con una istituzione così prestigiosa come l’Arma dei Carabinieri. E dato che il vostro motto è “Nei secoli fedele”, speriamo di essere alla vostra altezza con una collaborazione che durerà a lungo e che soprattutto possa portare buoni risultati alle nostre imprese“.

Luzi: “I carabinieri sono presenti per dare aiuto agli imprenditori” 

Il comandante Generale dei Carabinieri, ha evidenziato che la firma del Protocollo con Confcommercio è un passo importante, “non risolve certo il problema della legalità ma è un modo giusto per dare fiducia agli imprenditori e dire che l’Arma dei carabinieri c’è ed è presente per tutelare le imprese”. Secondo Luzi è importante fare sistema e dialogare tra pubblico e privato: per noi è fondamentale aiutare ed ascoltare la voce del territorio nelle sue richieste di aiuto“. 

L’usura cresce all’ombra del Covid

L’usura cresce all’ombra del Covid

Ottava edizione della giornata della legalità di Confcommercio. Per un imprenditore su quattro nell’ultimo anno il fenomeno è peggiorato.  Quarantamila imprese a rischio chiusura. Sangalli: “Bisogna riaccendere la speranza delle imprese”.  Il ministro Lamorgese: “Lo Stato è presente nella lotta contro l’usura”. 

L’impatto del Covid sull’economia e sulle imprese è stato devastante. I numeri sono impietosi e certificano una situazione disperata per centinaia di migliaia di lavoratori e imprese. Confcommercio nel corso di quest’anno ha fotografato più volte lo scenario “apocalittico” che si è venuto a creare, chiedendo a gran voce sostegni e ristori più adeguati per il settore dei servizi, (commercio, turismo, ristorazione, trasporti), che più di ogni altro ha pagato dazio all’emergenza coronavirus. Sono circa 300mila imprese del commercio non alimentare e dei servizi che rischiano di chiudere i battenti in modo definitivo.  Tra le cause principali ci sono certamente la perdita quasi totale di fatturato e la conseguente crisi di liquidità a cui poi si devono aggiungere le complicanze burocratiche che già in tempi normali affossano l’attività economica ma che in una situazione così eccezionale hanno dato il colpo di grazia. Quindi uno scenario desolante al quale purtroppo bisogna aggiungere un altro elemento, anch’esso purtroppo storicamente presente nella vita di chi fa impresa, ma che nell’ultimo anno è emerso con ancora più forza: l’usura. E proprio al fenomeno dell’usura e al suo impatto sulle imprese del commercio e dei servizi, è stata dedicata l’ottava edizione di “Legalità, ci piace!”, la giornata nazionale di Confcommercio dedicata alla legalità alla quale ha partecipato, oltre al presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.

Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli e il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese

Sangalli: “Insieme contro l’usura per riaccendere la speranza di imprese e imprenditori”

Nel suo intervento, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha ribadito il significato dell’edizione 2021 della giornata della legalità, che pur in una versione forzatamente “digitale” continua ad avere come punto di riferimento “il tenere alta la guardia sul tema della sicurezza e della legalità. Perché legalità e sicurezza sono una precondizione di normalità”. Sangalli che ha ringraziato il ministro Lamorgese per la sua presenza “fisica”, ha ribadito l’impegno di Confcommercio sulle riaperture: “Normalità significa – ha detto il presidente – innanzitutto poter lavorare, poter riaprire. Questo stiamo chiedendo al Governo e alle Istituzioni, con proposte puntuali nelle misure di sostegno e di messa in sicurezza, con un lavoro assiduo sui provvedimenti governativi e in Parlamento”.  “Lo abbiamo chiesto anche nelle piazze, in tante piazze d’Italia – ha continuato il presidente – fino alla manifestazione di qualche giorno fa della Fipe, dimostrando come una rappresentanza d’impresa responsabile si muove nel perimetro della legalità e della civiltà, dando voce al tempo stesso alla disperazione delle imprese”. Ci sembra oggi che la decisione del Governo vada in questa direzione sulle aperture, a partire dal metodo, quello cioè della programmazione, con un calendario definito”. 

Giornata della Legalità: il presidente Sangalli nel corso del suo intervento

Per quanto riguarda il merito, Sangalli ha ricordato che “le aperture per le sole attività all’aperto rischiano di penalizzare almeno la metà delle imprese che non possono usufruire di questa possibilità. E va detto che è anche una doppia penalizzazione per le imprese dei pubblici esercizi della montagna, considerate le stesse condizioni climatiche”. “Confcommercio – ha detto Sangalli – chiede a questo proposito due ulteriori accorgimenti: da una parte, favorire una sensibilizzazione nei confronti delle amministrazioni locali nel permettere di utilizzare nuovi spazi pubblici, così da assicurare maggiore vivibilità delle nostre città e territori; dall’altra parte, sarebbe importante anticipare prima possibile le aperture anche all’interno, con distanziamento e protocolli di sicurezza”. Il presidente ha quindi affrontato il tema principale della giornata, quello dell’usura “che nei momenti di crisi diventa una vera e propria piaga sociale. Basta guardarsi intorno per capirne le ragioni”. “Nel 2020, le imprese del commercio, alloggio e ristorazione hanno subito una drammatica riduzione del volume di affari e oltre un terzo si è trovato stretto in un combinato disposto pericolosissimo, cioè la mancanza di liquidità combinata con una difficoltà sostanziale di accesso al credito. Ed è per questo che, senza sosta, in questi mesi abbiamo chiesto non solo indennizzi adeguati e tempestivi, ma anche moratorie fiscali e creditizie ampie ed inclusive, la sospensione e la rateizzazione degli impegni fiscali e possibilità più ampie di accesso al credito”. “Senza fatturato, senza liquidità, senza credito, e con i costi da pagare – ha osservato Sangalli – è facile capire quanti imprenditori rischiano, infatti, di essere facili prede per la criminalità organizzata e le pratiche di usura. Come emerge dai nostri dati, infatti, dal 2019 ad oggi la quota degli imprenditori che ritiene aggravato il fenomeno è aumentata di 14 punti percentuali. E sono ad immediato e grave rischio di usura circa 40mila imprese del commercio, della ristorazione e dell’alloggio”.

Sangalli ha evidenziato che il Mezzogiorno paga un prezzo più alto a questo fenomeno “perché dotato di un tessuto imprenditoriale più fragile”. Il presidente di Confommercio si è poi soffermato sull’importanza della denuncia come dovere morale e giuridico pur riconoscendo che la paura di ritorsioni e, soprattutto, la percezione di essere soli spesso impedisce agli imprenditori di farsi avanti. Sangalli lancia così un appello: “A quegli imprenditori vogliamo dire, una volta ancora: non siete soli. La Confcommercio è con voi.  E la Confcommercio è con le istituzioni”.

Lamorgese: “Lo Stato è presente nella lotta contro l’usura”

Nel suo intervento alla giornata della legalità di Confcommercio, il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, ha ringraziato il presidente Sangalli per l’impegno a favore della diffusione della cultura della legalità ricordando anche la sinergia con Confcommercio nella lottà alla criminalità. “Questa – ha detto Lamorgese – è un occasione importante di riflessione su temi essenziali per rilanciare il tessuto produttivo. E anche le aperture dei prossimi giorni possono rappresentare un volano per il rilancio delle imprese“. Lamorgese ha confermato che il coronavirus ha inciso sulla crescita di fenomeni come l’usura. “E’ necessario da parte di tutti – ha detto il ministro – impegnarsi per combattere questo fenomeno. La denuncia è un elemento molto importante“.

Giornata della Legalità: il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese 

Come ministero dell’Interno – ha aggiunto – ci stiamo impegnando sul territorio con le prefetture per raccogliere le istanze che provengono dal territorio. E’ indubbio che lo scenario in atto è di indubbi interesse per le mafie che sono capaci di adattarsi ai cambiamenti di scenario economico e intercettare le tante risorse messe in campo dal governo per sostenere l’economia“. “L’usura è il tipico reato spia sintomatico della penetrazione della criminalità organizzata sul territorio che approfitta della mancanza di liquidità delle imprese“. “La criminalità organizzata – ha sottolineato Lamorgese – è capace di mettere in piedi una sora di welfare alternativo per le famiglie che poi rimangono incastrate nell’ingranaggio dell’usura“. Il ministro dell’interno ha poi ricordato l’impegno del governo nell’attività di contrasto e prevenzione e ha menzionato un organismo di monitoraggio creato per fotografare il fenomeno criminale.

Quarantamila imprese a rischio usura

Nella prima parte dell’evento, il direttore dell’Ufficio Studi Confcommercio, Mariano Bella, ha presentato un’analisi sugli effetti dell’usura al tempo del Covid per le imprese e la percezione che le stesse imprese hanno del fenomeno. “Rispetto al 2019 – ha detto Bella – è più che raddoppiata la quota di imprenditori che ritiene aumentato il problema (27% contro il 12,7%), e sono a immediato e grave rischio usura circa quarantamila imprese del commercio, della ristorazione e dell’alloggio”. Secondo Bella poi, ci sono le “solite” differenze territoriali: “Il Mezzogiorno purtroppo- ha osservato il direttore dell’Ufficio Studi – paga un prezzo più alto e il rischio di chiusura definitiva per le imprese è maggiore. Per fare un esempio, tra nove grandi città italiane colpite dall’usura, Napoli, Bari e Palermo sono tra quelle più a rischio”. “Per diverse ragioni – ha detto Bella – le imprese del Nord hanno patito di più la pandemia, eppure sia per una condizione strutturale di esposizione alla criminalità sia per una maggiore fragilità intrinseca dell’impresa, è il tessuto produttivo del Sud ad apparire più soggetto a shock negativi”. Bella ha poi osservato che “l’usura rimane una tipologia di reato che fatica ad essere denunciato. A frenare la propensione a denunciare – ha precisato – non è tanto la speranza di poter restituire il prestito, quanto piuttosto la paura di subire ritorsioni, la percezione di essere soli, la poca fiducia nella giustizia e la vergogna che caratterizza coloro che, in ultima istanza, si vedono costretti a rivolgersi agli usurai”. Bella ha concluso la sua presentazione ricordando che le ricette essenziali per debellare la piaga dell’usura restano quelle già suggerite da tempo: “Senza misure di contrasto più incisive e una cultura della legalità più diffusa sarà davvero complicato estirpare il fenomeno dell’usura”.    

Percezione di sicurezza e criminalità presso gli imprenditori del terziario

Pensando alla criminalità (furti, rapine, usura, estorsione….) lei direbbe che rispetto allo scorso anno i livelli di sicurezza sono….

Fonte Ufficio Studi Confcommercio

Con riferimento alla sua attività e al settore in cui opera, come valuta l’andamento dei crimini indicati nel corso dell’ultimo anno?

%risposte aumentato201820192020
RAPINE27,025,016,0
ESTORSIONI15,015,216,0
CONTRAFFAZIONE33,034,820,0
FURTI38,029,020,3
ABUSIVISMO45,034,025,4
USURA17,012,727,0

La percezione della crescita dell’usura è peggiore nelle piccole imprese del commercio, soprattutto alberghi e pubblici esercizi (36%)

Fonte Ufficio Studi Confcommercio

Le difficoltà vissute dalle imprese fino a 9 addetti       

Nel corso del 2020 la sua attività ha dovuto far fronte alle seguenti situazioni? (somma risposte molto +abbastanza)

Fonte Ufficio Studi Confcommercio

Numero di imprese potenzialmente a rischio usura

Fonte Ufficio Studi Confcommercio

Usura o eventi collegati a pressioni per cedere l’azienda: nell’ultimo anno ha vissuto di persona/persona che conosce o ne ha sentito parlare direttamente da persona conosciuta

         risposte in percentuale     intervallo di confidenza
MAG-2010,07,812,2
OTT-2013,010,515,5
APR-2112,09,414,6

Fonte Ufficio Studi Confcommercio

Alcune indicazioni specifiche sulle micro imprese del commercio, della ricettività e dei pubblici esercizi in alcune città italiane

Valuterà se chiudere definitivamente la sua attività (P>60%)Ritiene aumentata la pressione della criminalità sulle impreseRitiene diffusa l’usura sul proprio territorio (molto+abbastanza) 
NAPOLI41BARI 55NAPOLI44
ROMA30NAPOLI53BARI36
BARI28FIRENZE52PALERMO30
BOLOGNA22BOLOGNA49ROMA19
PALERMO22PALERMO46MILANO17
FIRENZE17ROMA42PADOVA12
PADOVA16TORINO40FIRENZE12
TORINO13MILANO37BOLOGNA11
MILANO11PADOVA34TORINO10

Fonte Ufficio Studi Confcommercio

I motivi delle mancate denunce dell’usura

Fonte Ufficio Studio Confcommercio

Il sentiment degli imprenditori nei confronti della pressione della criminalità

Secondo lei, tra i soggetti indicati chi è più vicino a commercianti e imprenditori minacciati dalla criminalità? (somma % risposte =100)

Fonte Ufficio Studi Confcommercio

Ugo Da Milano

Vaccini nelle imprese, c’è l’intesa. Confcommercio “reperire in fretta le dosi”

Vaccini nelle imprese, c’è l’intesa. Confcommercio “reperire in fretta le dosi”

Vaccinazioni al via nei luoghi di lavoro: lo prevede l’accordo sottoscritto tra parti sociali e Governo, rappresentato dai ministri del Lavoro, Andrea Orlando, e della Salute, Roberto Speranza.

L’intesa prevede che i vaccini siano somministrati, a tutti i lavoratori, indipendentemente dal tipo di contratto, con il supporto dei medici aziendali e della rete Inail. L’adesione è volontaria: i costi di medici e infermieri saranno a carico dell’azienda, mentre vaccini e siringhe saranno a carico dello Stato. I centri vaccinali potranno essere allestiti nelle aziende o nelle sedi delle rappresentanze datoriali o della bilateralità.

L’accordo aggiornare anche il protocollo sicurezza del 14 marzo 2020, già rivisto il 24 aprile: in particolare viene stabilito che per il rientro al lavoro dopo l’infezione occorre un tampone molecolare o antigenico negativo, fatto anche in una struttura sanitaria accreditato o autorizzata dal servizio sanitario. Confermato il principio secondo cui la mancata attuazione del protocollo determina la sospensione dell’attività fino al ripristino delle condizioni di sicurezza.

Confcommercio: “ora occorre reperire in fretta le dosi”

A firmare l’accordo per la Confederazione è stata Donatella Prampolini, vicepresidente con delega a “Lavoro e Bilateralità”, che ha parlato di “confronto proficuo che ha consentito di recepire le proposte delle imprese per il miglior funzionamento dei protocolli. Ora bisogna fare presto a garantire la reperibilità e la diffusione dei vaccini”. Le organizzazioni imprenditoriali e sindacali del terziario distributivo e del turismo già il 10 marzo scorso avevano rivolto un appello per sottolineare l’urgenza di realizzare un efficace piano di vaccinazione nelle aziende.

I contenuti principali dell’accordo

Il canale aziendale sarà parallelo a quello ordinario, non si tratta di una procedura alternativa. La vaccinazione in azienda costituirà infatti, si legge nel Protocollo, “un’attività di sanità pubblica nell’ambito del Piano strategico nazionale per la vaccinazione anti-Covid-19 predisposto dal Commissario Straordinario”. Tutte le aziende potranno candidarsi liberamente: non è previsto nessun requisito minimo di carattere dimensionale. Se la vaccinazione verrà eseguita in orario di lavoro, il tempo necessario “sarà equiparato a tutti gli effetti all’orario di lavoro”. Esclusa inoltre espressamente, per annullare l’eventuale obiezione dei medici aziendali, la responsabilità penale degli operatori sanitari.

In alternativa alla vaccinazione diretta, se i datori di lavoro volessero collaborare all’iniziativa attraverso strutture sanitarie private possono concludere, anche attraverso le Associazioni di categoria di riferimento, una convenzione con strutture in possesso dei requisiti per la vaccinazione. Il Protocollo assicura inoltre la vaccinazione anche a quei lavoratori le cui aziende non sono tenute alla nomina del medico competente oppure non possano fare ricorso a strutture sanitarie private: possono infatti avvalersi comunque “delle strutture sanitarie dell’Inail” e, in questo caso, trattandosi di iniziativa vaccinale pubblica, gli oneri restano a carico dell’ente.

Per quanto riguarda poi l’aggiornamento del Protocollo delle regole anti contagio cui devono uniformarsi datori di lavoro e lavoratori, è stata semplificata la parte relativa a mascherine, trasferte e reingresso al lavoro dopo la positività. In particolare, si legge nel testo, “i lavoratori positivi oltre il 21esimo giorno saranno riammessi al lavoro solo dopo la negativizzazione del tampone molecolare o antigenico effettuato in struttura accreditata o autorizzata dal servizio sanitario” mentre per le trasferte il datore di lavoro deve tenere in conto “il contesto associato alle diverse tipologie di trasferta/viaggio previste, anche in riferimento all’andamento epidemiologico delle sedi di destinazione”. Anche l’utilizzo del lavoro agile da parte dei datori di lavoro privati entra di diritto nell’aggiornamento, visto che le imprese vengono sollecitate a garantire il massimo utilizzo di questa nuova forma di lavoro per quelle attività che possono essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza, nonché per quelle non sospese.

Sangalli: “i ristori non bastano. Allungare la moratoria sui debiti”

Sangalli: “i ristori non bastano. Allungare la moratoria sui debiti”

Intervista al Corriere della Sera del presidente di Confcommercio. “Da Draghi ci aspettiamo un intervento coraggioso per le imprese”. “A rischio la chiusura di circa 300 mila imprese del terziario e circa 200 mila partite Iva”.

Il 24 marzo è partita la campagna nazionale di Confcommercio, “Il futuro non (si) chiude” per far sentire la voce delle imprese che vogliono ripartire e allo stesso tempo per sottolineare la necessità di sostegni più robusti per fare fronte alle enormi difficoltà economiche che le chiusure, da un anno a questa parte, hanno determinato. Il presidente Sangalli, dalle pagine del Corriere della Sera, chiede al presidente del Consiglio Draghi un intervento “coraggioso” e indennizzi più adeguati e tempestivi per le aziende.    

“Dal presidente Draghi ci aspettiamo una svolta che non c’è ancora. Ci aspettiamo quel coraggio responsabile con cui nel 2012 salvò l’Unione monetaria europea, dichiarando il famoso “whatever it takes” (fare tutto ciò che è necessario, ndr). Ma questa volta deve farlo per salvare le nostre imprese. Che poi vuol dire salvare l’Italia”.

Può darci un’idea della situazione?

“Per trovare un anno peggiore del 2020 bisogna risalire più o meno al 1944. L’anno scorso sono andati persi quasi 130 miliardi di consumi, circa duemila euro a testa. Tra gennaio e febbraio di quest’anno c’è già stato un crollo di 20 milioni di presenze in Italia. Il lockdown di marzo e aprile rischia di causare una perdita di oltre 15 miliardi di euro, oltre la metà per alberghi e ristoranti. Questi ultimi, tra marzo e le giornate di Pasqua, non incasseranno circa 2,8 miliardi”.

Una débâcle

“Quando incontro I nostri imprenditori e ascolto numeri e bilanci disastrosi, ma sembra che la distanza tra noi e la lentezza e poca efficacia delle azioni fin qui Intraprese si faccia siderale”.

Di quali azioni parliamo?

“Tutti mi dicono la stessa cosa: le chiusure soma indennizzi adeguati non le reggiamo più. Ecco perché I nostri imprenditori, tutti gli imprenditori, si aspettano non solo un più robusto sostegno in tempo zero, ma anche la prospettiva di un ritorno alla normalità perché altrimenti non ce la si fa. Il sistema imprenditoriale non regge più”.

Cosa non va nel decreto Sostegni?

“E stato archiviato il meccanismo dei codici Ateco e sono stati stanziati per questi interventi circa un miliardo di euro, sui 32 mobilitati dal decreto. Ma i soggetti interessati alla fine sono circa tre milioni. In questo modo l’indennizzo medio è di circa 3.700 euro”.

Non bastano.

“Non ci siamo. Il rischio è la chiusura di circa 300 mila imprese del terziario e circa 200 mila partite Iva”.

Chiedete un nuovo scostamento di bilancio?

“Per forza: servono indennizzi più adeguati, più inclusivi e più tempestivi. E poi c’è un problema legato ai costi per le imprese rimaste chiuse: dalle locazioni ai finanziamenti. Chiediamo che possano essere sospesi, almeno fino a quando le imprese non potranno ripartire in piena normalità”.

Il credito dà problemi?

“Insieme con l’Abi e le altre associazioni abbiamo chiesto alle istituzioni europee e italiane la proroga delle moratorie in essere e l’introduzione di nuove, nonché una durata dei prestiti con garanzia pub buca di non meno di quindici anni. E senza che tutto ciò comporti classificazioni critiche o addirittura un default dei debitori”.

Bisognerebbe intervenire sulle regole europee.

“Pensiamo che il governo italiano possa e debba assumere un’iniziativa determinata al riguardo”.

Il presidente Draghi ha promesso una stagione di dialogo.

“Sì e, in occasione delle sue dichiarazioni programmatiche alle Camere, ha posto la sfida di una “nuova ricostruzione”. Il che richiede, dal punto di vista del metodo, maggiore confronto tra governo e forze sociali”.

Cos’altro avete in agenda, oltre agli indennizzi?

“Proponiamo di superare il modello “più chiusure”, puntando su “più vaccini”. Per il decollo della campagna vaccinale, le nostre associazioni e le nostre imprese sono pronte a fare la propria parte. E poi c’è il Piano nazionale di ripresa e resilienza”.

Che intanto sta cambiando.

“Rispetto alla bozza del 12 gennaio, abbiamo segnalato la necessità di approfondire il rapporto tra investimenti e ruolo delle riforme, nonché l’esigenza di investire sull’economia del terziario. Siamo ancora in attesa di risposte. Lo ricorderemo anche con la campagna social “II futuro non (si) chiude”, appena partita, che coinvolge tutti i territori, per raccontare la disperazione degli imprenditori ma anche la loro determinazione a non arrendersi”.

Tratto dal Corriere della Sera

di Antonella Baccaro