Convenzione Shopify. Crea il tuo e-commerce

Convenzione Shopify. Crea il tuo e-commerce

Digitalizzazione, multicanalità, integrazione tra commercio fisico e canali digitali, e-commerce: su questi asset nasce la partnership tra Confcommercio, EDI e Shopify, una delle più avanzate piattaforme per la realizzazione di siti e-commerce all-in-one a livello globale.

L’e-commerce è uno strumento strategico per le Piccole e Medie Imprese, che possono utilizzarlo per ampliare le opportunità di business e per integrare più canali di vendita, realizzando un modello di business multicanale. La Partnership con Shopify è dedicata  agli associati Confcommercio, per dar loro nuove e maggiori occasioni di sbocco per la propria attività, dando un contributo concreto al loro processo di trasformazione digitale.

La piattaforma è studiata per permettere a chiunque, anche alle piccole aziende, di realizzare il proprio sito e-commerce in modalità “fai da te”, quindi in modo autonomo.

Shopify prevede tre piani di abbonamento per il proprio sito e-commerce, dedicati a chi non ha iniziato a vendere ancora di persona e a chi ha già un negozio fisico.

I vantaggi esclusivi per gli associati Confcommercio:

  • Rimborso della prima mensilità del piano acquistato;
  • Un pacchetto gratuito di video-corsi di formazione per configurare e gestire il negozio per un valore di circa 150 euro.

Per accedere al servizio ed ottenere gli sconti dedicati avrai bisogno della tua tessera Confcommercio, in mancanza del numero di tessera non potrai accedere all’offerta.

Crea il tuo sito web ed espandi la tua attività con Shopify!

Per maggiori informazioni sul servizio e conoscere le modalità di accesso al servizio consulta il sito ASSOCIATI CONFCOMMERCIO o rivolgiti al nostro Sportello EDI spinedi@confcommerciocosenza.it

Webinar – Le strategie dei pubblici esercizi per la ripartenza

Webinar – Le strategie dei pubblici esercizi per la ripartenza

Martedì 20 aprile alle 15:00 Fipe organizza un webinar sulle strategie dei pubblici esercizi per la ripartenza.

Il rapporto con il consumatore post-covid è soltanto uno degli aspetti con cui le imprese dovranno fare i conti nel prossimo futuro.

È necessario riorganizzare l’offerta e con essa i processi produttivi dall’approvvigionamento, alla preparazione e alla vendita.

In tale ambito, assumerà un ruolo centrale il rapporto con i fornitori anche per garantire quel necessario credito commerciale che da sempre costituisce una modalità di finanziamento dei pubblici esercizi.

I webinar di Fipe-Confcommercio per capire come sta cambiando il mercato, acquisire nuove competenze e trovare nuove idee per soddisfare al meglio i propri clienti.

Compila entro il 19 aprile il form cliccando sul pulsante in basso per partecipare gratuitamente.

(VALIDO PER I PRIMI 5OO PARTECIPANTI)

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Sangalli: “vicini alla Fipe per chiedere un futuro e riaprire in sicurezza”

Sangalli: “vicini alla Fipe per chiedere un futuro e riaprire in sicurezza”

Centocinquanta rappresentanti territoriali a Roma ma migliaia di persone collegate da ogni parte d’Italia, da nord a sud, per offrire la propria testimonianza. Il mondo della ristorazione, devastato dalla crisi, lancia ancora una volta forte il suo grido, poco meno di sei mesi dopo di “#SiamoATerra”, la manifestazione organizzata in 24 città con la partecipazione di migliaia di imprenditori, per chiedere al governo una data certa per le riaperture. Questo il tema centrale dell’Assemblea straordinaria “in piazza” della Fipe che a Roma, nella cornice di Piazza San Silvestro, ha voluto testimoniare la sua vicinanza a tutti i lavoratori del settore così come ha fatto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, che ha aperto l’Assemblea ringraziando gli imprenditori dei pubblici esercizi “perché portate con dignità e serietà la voce di un mondo che ha subito sulla propria pelle tante decisioni difficili, incomprensibili, spesso ingiuste, in quest’anno drammatico di pandemia”. “Noi oggi siamo qui – ha detto Sangalli -e vogliamo futuro. Oggi in questa piazza, in queste piazze, c’è l’Italia. L’Italia che rischia in proprio e crea lavoro e futuro per la famiglia, per i collaboratori”. Nel suo intervento il presidente di Confcommercio ha ribadito l’impegno della confederazione per ottenere dal governo risposte rapide “e mai per rallentare il passo”. “Ci siamo battuti sempre per dare un aiuto concreto agli imprenditori e mai per avere un titolo sui giornali. Ci siamo battuti sempre per essere ascoltati, e mai per essere visti”. Il pensiero del presidente è andato alla situazione attuale ricordando l’impegno di Confcommercio per ottenere indennizzi a fondo perduto immediati e rafforzati perchè “se non si sopravvive oggi, non c’è futuro domani”.  

Ci siamo impegnati – ha detto Sangalli – per spostare a lungo termine tutti quei costi, oggi insostenibili, che gravano sulle imprese. Penso alle tasse e alle tasse locali. Penso ai finanziamenti. Penso agli affitti. Penso alle bollette”. Per il presidente questo vuol dire non rinunciare mai al dialogo, non rinunciare al confronto. Significa non stancarsi nella proposta puntuale. “E le vostre, le nostre ragioni sono quelle di chi ha scelto il mare aperto del mercato, ma garantisce al Paese vivibilità, identità e solidarietà. Nella convinzione che nessuno si salva da solo. Le vostre ragioni, le nostre ragioni sono quelle dei tantissimi giovani e delle donne, che proprio nel nostro mondo trovano un’occasione di vita, di lavoro, di futuro“. “Le vostre, le nostre ragioni – ha ricordato Sangalli – sono quelle di un mondo che non potrà mai essere compensato per quello che ha perso, ma deve essere riconosciuto per quello che vale e per quello che è in grado di dareLe vostre ragioni sono quelle di chi vuole ripartire e lo vuole fare da domani. Perché il futuro non (si) chiude“. “Ci dicano, una volta per tutte e ce lo dicano con i numeri –ha incalzato Sangalli – se le nostre attività sono davvero quelle che vanno chiuse per prime e per troppi mesi. Ce lo dicano e ce lo spieghino bene. Perché noi vogliamo riaprire.  Vogliamo riaprire in sicurezza. Perché la risposta all’emergenza solo con “più chiusure” è ormai una scelta insostenibile dal punto di vista economico e dal punto di vista socialeOgni giorno di chiusura in più, è un metro di deserto che avanza nelle città italiane. Ed è un pezzo di futuro che si sgretola nell’identità del nostro Paese. Noi siamo qui per il futuro. E il futuro parte da un piano vaccini coordinato, diffuso, tempestivo e soprattutto senza incertezze“. Perché l’incertezza è il peggior nemico. Siamo per i vaccini – ha concluso Sangalli – e siano per il passaporto vaccinale, che resta il prerequisito della normalità. L’incertezza non ci fa programmare, taglia le gambe al futuro”.

L’intervento del presidente Sangalli

Stoppani: “Siamo invisibili agli occhi della politica” 

Il presidente di Fipe e vicepresidente di Confcommercio, Lino Enrico Stoppani, nel suo intervento ha voluto sottolineare la vera e propria discriminazione che il settore ha subito nelle scelte politiche in tutti questi mesi. “Un settore discriminato nella sua dignità, noi abbiamo sempre avuto solo il dovere di rimanere chiusi“.  “Non sarà possibile recuperare tutto quello che si è perso – ha detto Stoppani – ma almeno avere dei ristori compatibili con le perdite di fatturato.  Rispettando i protocolli di sicurezza, che peraltro abbiamo sempre scrupolosamente messo in pratica, vogliamo riaprire subito. Chiediamo con rispetto alla politica di tornare a fare il proprio mestiere”. “Chiediamo anche – ha concluso Stoppani – una spinta vera sulla campagna vaccinale“.

Assemblea Fipe a Piazza San Silvestro

Il mondo dei pubblici esercizi tra rabbia e voglia di ripartire

Nel corso della giornata tante sono state le testimonianze degli imprenditori dei vari settori. Il comune denominatore è stato il sentimento di frustrazione e di tristezza nel vedere le proprie attività chiudere senza nessuna certezza su quello che sarà il futuro. Aldo Cursano vicepresidente vicario di Fipe: “Davvero grazie al presidente Sangalli per la sua presenza e per il suo sostegno. Siamo fuori tempo massimo non possiamo dopo 14 mesi di sacrifici, di impedimenti e di chiusure non possiamo più assistere come testimoni impotenti mentre le imprese sono destinate al fallimento”. “Ancora oggi siamo chiusi la sera in tutte le zone arancioni, gialle o rosse che siano. E’ dura vedere che ci sono alcune attività che lavorano e giustamente hanno garantito il loro diritto a lavorare e noi no e chiaro che poi possono accendersi gli animi anche se noi siamo la Fipe e condanniamo qualsiasi episodio di protesta violente. Non si possono chiudere le nostre aziende per decreto e poi ci si continua a chiedere di pagare tasse. Dobbiamo tornare a vivere del nostro lavoro altrimenti non possiamo rispettare nessuno impegno fiscale.  Dobbiamo ripartire se vogliamo salvarci non siamo figli di un dio minore“.  Valentina Piccabianchi, presidente del gruppo donne imprenditrici Fipe, ha sottolineato l’impegno delle donne dei pubblici esercizi che non si arrendono e resistono nonostante la crisi e Matteo Musacci, presidente Fipe Giovani, hachiesto certezze e prospettive per il futuro. “Vogliamo una data per le riaperture perché siamo stremati”. Maurizio Pasca presidente del Silb: “Le discoteche sono chiuse ormai ininterrottamente da 14 mesi”. “Hanno chiuso definitivamente il 30% delle aziende e un altro 40% è destinato a chiudere se non riaprirà quest’estate”. Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari: Siamo qui in piazza a Roma con la Fipe e la Confcommercio non solo per ribadire con forza che la balneazione attrezzata italiana ha bisogno di una data certa per la riapertura delle proprie attività ricreative all’aperto ma anche per lanciare un messaggio di fiducia alle famiglie italiane e, soprattutto, per non perdere fette importanti della domanda turistica internazionale”. “Questa situazione di incertezza e di assenza di date per la ripartenza turistica – ha detto Capacchione – rischia di far perdere al nostro Paese segmenti significativi della domanda nel mercato internazionale delle vacanze, mai come oggi così agguerrito e competitivo”.

 

Giorgetti a Fipe: “Per sostegni valutare fatturato o bilanci”

Al termine dell’assemblea straordinaria di Roma, una delegazione della Fipe ha incontrato al ministero dello Sviluppo Economico il ministro Giancarlo Giorgetti. Sul tavolo la questione dei sostegni sui quali la Fipe, in una recente audizione al Senato, ha già espresso molte critiche. Il ministro ha indicato due strade: gli indennizzi basati sul fatturato, com’è accaduto per l’ultimo decreto, oppure prendere in considerazione il bilancio che “senz’altro fornisce indicazioni più precise sulle perdite reali subite” ma che prevede tempi più lunghi. La Fipe si è impegnata a presentare una proposta articolata in tempi brevi, un sistema di due acconti e di un saldo finale che terrebbe conto degli indicatori contenuti nel bilancio evitando sperequazioni tra le diverse attività. Al termine dell’incontro, la Fipe ha sottolineato la disponibilità del ministro che “ha dimostrato grande attenzione per i pubblici esercizi e ha condiviso le nostre preoccupazioni e per questo lo ringraziamo“. “Ora – conclude la nota – bisogna lavorare per passare dalle intenzioni ai fatti“. 

Ugo Da Milano

Riammissione in servizio dei lavoratori dopo assenza per malattia Covid-19

Riammissione in servizio dei lavoratori dopo assenza per malattia Covid-19

Il Ministero della Salute, con circolare del 12 aprile 2021, ha fornito indicazioni in merito alla riammissione in servizio dei lavoratori dopo l’assenza per malattia Covid-19 correlata e la certificazione che il lavoratore deve produrre al datore di lavoro. In particolare, il Ministero chiarisce le casistiche di seguito riportate.

Lavoratori positivi con sintomi gravi e ricovero: il medico competente, ove nominato, per quei lavoratori che sono stati affetti da COVID-19 per i quali è stato necessario un ricovero ospedaliero, previa presentazione di certificazione di avvenuta negativizzazione, effettua la visita medica prevista dall’art.41, c. 2 lett. e-ter del D.lgs. 81/08 (quella precedente alla ripresa del lavoro a seguito di assenza per motivi di salute di durata superiore ai sessanta giorni continuativi), al fine di verificare l’idoneità alla mansione – anche per valutare profili specifici di rischiosità – indipendentemente dalla durata dell’assenza per malattia;

Lavoratori positivi sintomatici: lavoratori risultati positivi al SARS-CoV-2 e che presentano sintomi di malattia possono rientrare in servizio dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi (non considerando anosmia e ageusia/disgeusia che possono avere prolungata persistenza nel tempo) accompagnato da un test molecolare con riscontro negativo eseguito dopo almeno 3 giorni senza sintomi (10 giorni, di cui almeno 3 giorni senza sintomi + test);

Lavoratori positivi asintomatici: i lavoratori risultati positivi al SARS-CoV-2 ma asintomatici per tutto il periodo possono rientrare al lavoro dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa della positività, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare con risultato negativo (10 giorni + test);

Lavoratori positivi a lungo termine: ai fini della riammissione in servizio dei lavoratori si applica quanto disposto dal Protocollo condiviso del 6 aprile 2021, pertanto, i lavoratori positivi oltre il ventunesimo giorno saranno riammessi al lavoro solo dopo la negativizzazione del tampone molecolare o antigenico. Il lavoratore avrà cura di inviare tale referto, anche in modalità telematica, al datore di lavoro, per il tramite del medico competente, ove nominato. Il periodo eventualmente intercorrente tra il rilascio dell’attestazione di fine isolamento ai sensi della Circolare del 12 ottobre e la negativizzazione, nel caso in cui il lavoratore non possa essere adibito a modalità di lavoro agile, dovrà essere coperto da un certificato di prolungamento della malattia rilasciato dal medico curante;

Lavoratore contatto stretto asintomatico: il lavoratore che sia un contatto stretto di un caso positivo, informa il proprio medico curante che rilascia certificazione medica di malattia salvo che il lavoratore stesso non possa essere collocato in regime di lavoro agile. Per la riammissione in servizio, il lavoratore dopo aver effettuato una quarantena di 10 giorni dall’ultimo contatto con il caso positivo, si sottopone all’esecuzione del tampone e il referto di negatività è trasmesso dal Dipartimento di Sanità Pubblica o dal laboratorio dove il test è stato effettuato al lavoratore che ne informa il datore di lavoro per il tramite del medico competente, ove nominato.

Ogni elemento di ulteriore approfondimento è disponibile nella nostra AREA RISERVATA.

Fonte Confcommercio

Ministero Transizione Ecologica. Precisazioni applicazione TARI

Ministero Transizione Ecologica. Precisazioni applicazione TARI

Il Ministero della Transizione Ecologica, in condivisione con gli uffici del Ministero delle finanze, ha emanato, in data 12 Aprile 2021, una circolare di chiarimento in merito all’applicazione delle disposizioni sulla TARI a seguito dell’emanazione del decreto legislativo 3 settembre 2020, n. 116.

In particolare, la Circolare del Ministero riconosce la necessità di intervenire affinché si coordini il quadro normativo tra i diversi regimi di prelievo sui rifiuti urbani che, in questi anni, si sono succeduti (Tia1, Tia2, TARES, etc..).

La Circolare si focalizza, inoltre, sull’applicazione delle disposizioni del decreto legislativo 116/20 che hanno previsto la possibilità, per le utenze non domestiche, di vedersi riconosciuta una riduzione della quota variabile della tassa per i quantitativi di rifiuti gestiti in maniera autonoma rispetto al servizio pubblico.

Viene sottolineata l’esenzione, per le aree che producono rifiuti industriali, sia della quota variabile sia di quella fissa del tributo che nell’impianto della Tari servirebbe a finanziare i costi generali del servizio. L’esenzione si applica a tutti i magazzini di materie prime, di merci e di prodotti finiti, oltre che alle superfici dove avviene la lavorazione industriale.

Continuano, invece, ad applicarsi i prelievi sui rifiuti, sia per la quota fissa che variabile, relativamente alle superfici produttive di rifiuti urbani, come ad esempio, mense, uffici o locali funzionalmente connessi alle stesse.

La circolare, in linea con quanto disposto nel decreto legislativo 116/20, ribadisce che tutte le imprese – a prescindere dal codice Ateco di iscrizione in Camera di Commercio e, quindi, anche tutte le attività commerciali, che decidono di abbandonare il servizio pubblico – devono essere esonerare dalla quota variabile del tributo in proporzione ai quantitativi gestivi in via autonoma.

A tal riguardo si specifica che la riduzione della quota variabile prevista deve essere riferita a qualunque processo di recupero, ricomprendendo anche il riciclo – operazione di cui all’allegato C della Parte quarta del TUA – al quale i rifiuti sono avviati.

L’attestazione rilasciata dal soggetto che effettua l’attività di avvio a recupero dei rifiuti è, pertanto, sufficiente ad ottenere la riduzione della quota variabile della TARI in rapporto alla quantità di detti rifiuti, a prescindere dalla quantità degli scarti prodotti nel processo di recupero.

Per ottenere lo sconto, della durata di cinque anni rinnovabili, occorre comunicare la propria scelta al Comune, o al gestore del servizio nelle aree in cui si paga la tariffa, entro il 31 maggio di ogni anno.

Il testo integrale della circolare è disponibile nella nostra AREA RISERVATA.

Fonte Confcommercio