Confcommercio Cosenza assegnate le deleghe ai vicepresidenti

Confcommercio Cosenza assegnate le deleghe ai vicepresidenti

Il consiglio di Confcommercio Cosenza riunitosi oggi ha assegnato le deleghe di rappresentanza ai due vicepresidenti.

Al vicepresidente Giuseppe Politano è stata assegnata la delega alla legalità, al Credito, ai Rapporti istituzionali, ai rapporti con gli ordini professionali.

Alla Vicepresidente Giovanna Oliverio la delega alle ZEM e ai rapporti con il territorio.

Le Zone Economiche Montane (Zem) per il rilancio dei comuni di montagna

Le Zone Economiche Montane (Zem) per il rilancio dei comuni di montagna

Passare dalla “fiscalità agevolata alla fiscalità dedicata” per le aree montane. Questa in sintesi la proposta lanciata dal Presidente di Confcommercio Calabria e Vicepresidente di Unioncamere Nazionale, Klaus Algieri che aggiunge:

“Bisogna applicare, migliorare e opportunamente specificare il modello ZES alle costituende “Zone Economiche Montane” (ZEM) con fiscalità dedicata, che abbiano come destinatari i Comuni di montagna e che diano priorità a investimenti (nazionali e esteri) dedicati alla transizione green per tutelare il patrimonio ambientale della montagna pur garantendone lo sviluppo e alla transizione digitale al fine di superare le “barriere infrastrutturali e naturali” dettate dalla carenza di dotazioni infrastrutturali materiali e immateriali e dalla morfologia del territorio. I progetti presentati potrebbero essere finanziati da quelle risorse stornate dal PNRR e/o Fondi europei già appostate ma non utilizzate, facendo una operazione anche di “tiraggio” sull’utilizzo dei fondi non spesi o su linee di intervento finanziate ma a basso tasso di progettualità da parte delle Regioni interessate. Gli obiettivi principali della misura, con l’attrazione di investimenti, dovranno essere quelli di arrestare il declino demografico e l’invecchiamento della popolazione nei Comuni montani appartenenti alle ZEM grazie anche alla creazione di nuovi posti di lavoro per i giovani, creando alternative alla polarizzazione urbana della popolazione e alla fuga di capitale umano verso i centri urbani in particolare del Nord Italia. Inoltre, ove si creino le condizioni, favorire il rientro dall’estero di giovani italiani – da recenti stime di Banca d’Italia più di 600mila residenti vorrebbero rientrare in Italia di cui circa 100mila al Sud- e attrarre giovani stranieri professionalizzati anche extracomunitari. Da un punto di vista settoriale si potrebbero indicare come prioritari all’ammissibilità quei comparti maggiormente “local” e compatibili con la sostenibilità ambientale quali, ad esempio, la filiera agro-forestale-turistica, la digital innovation e ricerca e sviluppo sulle biodiversità o settori a forte vocazione ambientale. Il tema è così importante – ha concluso Algieri – che nella nostra Regione stanno già nascendo dei comitati pro ZEM, come ad esempio a San Giovanni in Fiore nella Sila dove un gruppo di imprenditori guidati della vicepresidente di Confcommercio Cosenza, Giovanna Oliverio, ha dato vita ad un raggruppamento di promozione della ZEM”.

Affrontare l’attuazione dell’Agenda Onu 2030 senza occuparsi di aree interne e di montagna, come previsto dalla Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), potrebbe essere sinonimo di fallimento delle politiche e di inefficacia degli interventi previsti.

È proprio in queste realtà – fragili per condizioni fisico-geografiche, ambientali e per processi modificativi della vita sociale intervenuti nel tempo – che si gioca il futuro della conservazione e della rigenerazione di biodiversità del nostro Paese punto cardine delle linee del PNRR.  Tuttavia, in questi territori sono presenti limiti, ma anche nuove opportunità. E per coglierne il loro potenziale di sviluppo sostenibile, bisogna saper riconoscere specificità differenti (come quelle che distinguono territori alpini da quelli appenninici, o quelli che si propongono tra Appennino centro settentrionale e centromeridionale, oppure ancora quelle delle montagne insulari), sia per dare valore alle tante forme di imprenditorialità intergenerazionale sia per adattarvi strumenti di programmazione, pianificazione, progettazione futuri. 

Negli anni diversi sono stati gli interventi a favore dei territori montani, basti pensare ad esempio alle comunità montane prima e all’unione dei comuni montani poi, oppure Fondo nazionale integrativo per i comuni montani introdotto con la legge di stabilità 2013 e al Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane – FOSMIT” istituito con la legge di bilancio 2022.

Tuttavia si tratta di interventi che non si sono rivelati in grado di risolvere il problema. Ecco perché è necessario adottare misure strutturali in grado di creare una strategia che guardi al futuro in modo consolidato. Tra queste una possibile soluzione potrebbe essere quella di estendere i benefici previsti dalle ZES anche alle aree montane arrivando alla costituzione delle Zone Economiche Montane (ZEM).

Stati generali del turismo. Le proposte di Confcommercio

Stati generali del turismo. Le proposte di Confcommercio

In occasione degli Stati Generali del Turismo voluti dalla Regione Calabria per ascoltare tutti gli operatori turistici e le parti istituzionali, Confcommercio Calabria, sulla base delle indicazioni ricevute dai propri associati, ha realizzato un documento contenente le proposte per il rilancio del turismo nella nostra Regione.

Un documento strutturato che tratta diversi punti. Dalla regolamentazione del settore, alla promozione, passando per le reti d’impresa, le DMO e gli interventi attuabili attingendo alle risorse del PNRR.

“Abbiamo voluto ascoltare i nostri associati per portare al tavolo proposte concrete, ha dichiarato il Presidente di Confcommercio Calabria, Klaus Algieri. La convocazione degli Stati Generali del Turismo rappresenta un’importante momento di confronto per un settore strategico fondamentale per la nostra Regione, sia in termini di sviluppo che di crescita economica. Ringrazio l’Assessore al Turismo della Regione Calabria, Fausto Orsomarso per aver pensato e realizzato questa importante iniziativa.

Il nostro documento – ha proseguito Algieri – è articolato in diversi punti che tracciano un’idea netta di come dovrebbe essere il settore del turismo per le imprese del mondo Confcommercio. Parliamo di regole e concorrenza sleale, promozione, viabilità, utilizzo dei fondi UE e del PNRR, destagionalizzazione, turismo congressuale, DMO e reti di impresa, valorizzazione delle eccellenze enogastronomiche, balneari. Ognuno di essi è poi dettagliato con ulteriori proposte. Penso ad esempio al punto sulle regole e la concorrenza sleale dove proponiamo di contrastare ogni forma di abusivismo incentivando il sistema di controllo e monitoraggio, istituendo anche un comitato permanente tra Regione e forze sociali che definisca le linee di governance del settore. Oppure il punto sulle DMO e le reti di imprese dove proponiamo di adottare forme collaborative tra le imprese per arrivare alla creazione di un’offerta turistica integrata, che faccia finalmente della Calabra una destinazione turistica. Altro nodo cruciale che trattiamo nel documento è quello legato al PNRR dove abbiamo individuato le linee strategiche attraverso le quali migliorare la competitività delle imprese turistiche anche attraverso l’efficienza energetica e la riqualificazione delle strutture recettive.

Auspichiamo che la Regione prenda in considerazione le nostre proposte, ha concluso Algieri, da parte nostra tutta la disponibilità a lavorare insieme per tradurre in atti concreti quanto abbiamo messo su carta”.

Algieri. Per il 2022 Chiediamo coraggio, trasparenza e responsabilità

Algieri. Per il 2022 Chiediamo coraggio, trasparenza e responsabilità

Cari amici imprenditori, un altro anno è entrato nella galleria dei nostri ricordi.

Più volte in questo anno ho sentito chiedere al sistema delle imprese di avere maggiore coraggio e di resistere. Ce lo hanno chiesto in tanti: la politica, i rappresentanti delle istituzioni, i cittadini. E noi con sacrificio lo abbiamo fatto.

Con forza e determinazione, nel pieno rispetto delle infinite regole che ci sono state imposte, abbiamo difeso le nostre imprese da una crisi senza precedenti.

Abbiamo dimostrato in questi anni difficili più di quanto dovevamo. Tanti di noi sono stati costretti a chiudere le proprie imprese rinunciando al sogno di una vita, ma tantissimi altri continuano a dimostrare ogni giorno il proprio coraggio, quando con impegno e fiducia alzano le saracinesche delle proprie attività nonostante i numerosi sacrifici a cui sono sottoposti.

Credo quindi che per il 2022 siano gli imprenditori a dover chiedere qualcosa. Chiediamo: coraggio, trasparenza, responsabilità, ascolto e buoni esempi!

C0raggio nelle scelte

Non sempre le scelte più giuste sono anche le più convenienti. Spesso anche decisioni impopolari sono necessarie per il bene della collettività. Assumerle è un atto di responsabilità verso tutti. Soprattutto verso i nostri giovani.

Trasparenza nella gestione della cosa pubblica

Soprattutto con le risorse del PNRR, che rappresentano un’opportunità senza precedenti per il nostro Paese, bisogna garantire il benessere diffuso, non il benessere di pochi o di lobby particolari che tutelano solo ed esclusivamente i propri interessi.

Responsabilità

Ogni azione, ogni scelta fatta ha delle conseguenze. Occorre impegnarsi al massimo per il bene e per il giusto. Basta scelte nell’interesse di pochi. È giunto il tempo che istituzioni, enti e corpi intermedi assumano comportamenti di responsabilità sociale che migliorino gli interessi di tutti.

Ascolto

Ascolto, condivisione delle idee e programmazione partecipata saranno le chiavi del nostro futuro. Solo ascoltando si riesce a comprendere realmente i bisogni e le aspettative di chi ci sta accanto e a fare scelte condivise. Chiediamo #BuoniEsempi da parte di tutti. Noi l’abbiamo fatto e continueremo a farlo. Le battaglie si vincono condividendo obiettivi e sacrifici. La pandemia ce lo ha fatto capire ancora di più. Non si vince mai da soli…

Ripartiamo quindi con ancor più entusiasmo, tenacia e determinazione di sempre… “Con le Imprese, per le Imprese”

Cari colleghi e amici Buon 2022 io, le istituzioni e le associazioni che rappresento continueremo ad essere al vostro fianco come sempre abbiamo fatto nei tanti momenti difficili di questi anni. Buon inizio.

Klaus Algieri

Presidente di Confcommercio Calabria

Stati generali del turismo. Le proposte di Confcommercio

La Calabria che verrà, Algieri: «Scongiurare il rischio di nuove chiusure»

LAMEZIA TERME Una regione che punta ad uscire dalla fase più buia della crisi economica innescata dalla pandemia facendo leva sulle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Un territorio che però fa maggiore fatica ad uscire dalle sabbie mobili in cui sembra rimasto incastrato e che non innesca decisamente la marcia della ripresa che pur timidamente si avverte anche a queste latitudini. Ed è l’incertezza a pesare come un macigno sulla capacità del sistema produttivo calabrese ad uscire dalle secche in cui la pandemia l’ha relegato. Ancor di più per settori delicati come il commercio, i servizi e il turismo. Comparti che per la loro natura hanno risentito maggiormente gli effetti del blocco delle attività nel corso dei mesi più drammatici della diffusione dell’epidemia. Così sul futuro prossimo della Calabria – ad iniziare dal 2022 – sarà decisivo «scongiurare il rischio di nuove chiusure» e per far questo occorrerà «un atto di responsabilità sociale» di tutti nel vaccinarsi. Ne è convinto Klaus Algieri, presidente di Confcommercio Calabria nonché vicepresidente nazionale di Unioncamere, che disegna i possibili scenari socio-economici della regione dopo la timida ripresa che ha registrato nel corso dell’anno. Un 2021 che si chiude, secondo Algieri, «una crescita lieve», ma che potrebbe essere vanificata da nuove restrizioni. «Eventuali chiusure sarebbero devastanti». E sull’anno che verrà per la Calabria peserà molto la «capacità di impegnare bene le risorse del Recovery».

Klaus Algieri, presidente di Confcommercio Calabria nonché vicepresidente nazionale di Unioncamere

Presidente dopo l’anno devastante del 2020, secondo la Svimez, i segnali di ripresa si avvertono nell’economia calabrese. Anche se sono ancora timidi. Dal suo osservatorio il “rimbalzo” nei settori dei servizi e del commercio c’è stato?
«Certamente le riaperture dei mesi scorsi hanno dato un forte slancio alla nostra economia, duramente piegata dalle chiusure del 2020. Tuttavia l’emergenza non è ancora finita. Ce lo dicono i dati di questi ultimi giorni. Dobbiamo stare attenti ed evitare a tutti i costi quanto accaduto nel 2020. Eventuali chiusure sarebbero devastanti, soprattutto per il settore dei servizi e del commercio che così faticosamente hanno conquistato una crescita anche se lieve nel corso del 2021».

Valutando i dati di Bankitalia la fiducia dei consumatori è in netta ripresa anche nella nostra regione. È un segnale che le imprese stanno percependo?
«Dopo il 2020 i consumatori hanno voglia di normalità. Anche il centro studi di Confcommercio ha stimato, nella consueta analisi su tredicesime e consumi di dicembre, che la fiducia dei consumatori è in crescita rispetto all’anno precedente. Dicembre è un mese importantissimo per i consumi. Come si sa il Natale genera un grande volume di affari e per le imprese è una vera e propria boccata di ossigeno. Tuttavia il rincaro dei prezzi delle materie prime e dell’energia, potrebbe portare ad una riduzione di spesa e quindi di conseguenza ad una flessione economica».

Il timore dei nuovi contagi che si registrano in Calabria sta condizionando questa fase delicata per acquisti e spostamenti legati alle festività?
«L’ho già accennato prima. Ciò che fa più male alla nostra economia è il rischio di nuove chiusure. Se c’è anche solo il sospetto che vengano adottate misure più restrittive, inevitabilmente ciò si traduce dal lato degli acquisti in una restrizione dei consumi, dal lato degli spostamenti in una disdetta delle prenotazioni. In Sila per il periodo delle festività natalizie le strutture ricettive registrano il tutto esaurito. Pensi se dovessero essere adottate delle restrizioni cosa accadrebbe. Un disastro. Bisogna incrementare la copertura vaccinale e scongiurare il più possibile le chiusure».

Quali sono i principali effetti legati all’esplosione della pandemia in Calabria che ancora si percepiscono tra gli operatori?
«Certamente lo stato di incertezza su quando si potrà ritornare ad una vita normale, sia in termini di socialità che di consumi. Se tutti non prendiamo contezza dell’importanza della vaccinazione, come strumento per uscire da questa situazione, non so fino a quando potremo resistere. Non possiamo parlare di vera ripresa fino a quando non saremo usciti dalla pandemia. Questo virus ormai abbiamo capito che è imprevedibile, quando pensiamo di poter mettere la parola fine, ecco che una nuova ondata si presenta alle porte. Se non c’è una presa di coscienza collettiva potremo fare poco. Il solo sacrificio di chiudere le nostre imprese non basterà mai a debellare il virus. Serve un atto di responsabilità sociale».

Fonte: Camera di Commercio Cosenza

Cosa chiedono le imprese calabresi per agganciare realmente la ripresa?
«Lo ribadisco, certezza. L’unica cosa che vogliamo è la certezza di poter svolgere in tutta tranquillità il nostro lavoro. Abbiamo accettato le chiusure. Abbiamo accettato il green pass. Ora fateci lavorare. Non abbiamo bisogno di finanziamenti a pioggia, quelli servono solo a tamponare. Come già detto l’anno scorso le imprese vogliono una programmazione strutturale che guardi alla costruzione del futuro».

Ha fiducia sugli effetti positivi che le somme che arriveranno in Calabria soprattutto dal Pnrr potranno generare sull’economia complessiva?
«Sicuramente il Pnrr rappresenta un’opportunità che non possiamo mancare di cogliere. A settembre quando ci sono state le elezioni regionali abbiamo preparato uno studio su 10 punti che rappresentano le leve su cui dovrebbe lavorare la nostra regione. I problemi da affrontare sono tanti ma se non ci si mette a programmare seriamente non si va da nessuna parte. Anche le regioni del nord hanno difficoltà a programmare le risorse del Pnrr e per questo si stanno mettendo insieme. Noi pensiamo di essere più bravi? Fino ad ora i fatti dicono di no. Abbiamo perso troppi treni. Se non capiamo che bisogna mettersi insieme, fare rete, creare sinergia tra le istituzioni e corpi intermedi per sperare di ottenere risultati concreti, non andremo da nessuna parte».

Da poco più di due mesi la Calabria ha un nuovo governo. Quali sono le vostre prime impressioni sulle attività avviate dell’esecutivo?
«Ancora è presto per esprimere un giudizio sull’operato del nuovo governo regionale. Di certo il governatore Occhiuto è partito con il piede giusto affrontando di petto alcuni dei nodi più intricati della nostra Regione. Penso alla sanità e al riassetto della struttura operativa della Cittadella regionale. La strada da percorrere è ancora lunga e i problemi da affrontare tanti. Ma sono ottimista».

E cosa chiedete alla Regione per cercare di recuperare il gap socio-economico con gli altri territori?
«Sicuramente di lavorare di concerto con i corpi intermedi seri, che rappresentano qualcuno e non esclusivamente se stessi. Corpi intermedi competenti per i settori di appartenenza. Solo così si riuscirà a redigere una programmazione seria, basata sui contenuti e sulle reali esigenze delle imprese e dei cittadini. È finito il tempo dei favoritismi e delle amicizie. Bisogna guardare al futuro e per farlo c’è bisogno di abbandonare le logiche del passato e adottare un modo di agire nuovo».

Un’ultima domanda sull’anno che verrà. Che aspettative riponete sulla ripresa dei consumi e sul rilancio dell’occupazione e dell’economia per il 2022?
«Purtroppo la situazione attuale non ci consente di fare previsioni certe. Sicuramente se le imprese potranno continuare a rimanere aperte ci sono tutte le carte in regola per iniziare a costruire quel salto di qualità di cui la nostra regione ha bisogno. Molto dipenderà dalla capacità di impegnare bene le risorse del Recovery. Se sapremo programmare e spendere bene le somme del Pnrr per ridurre le inefficienze e i gap strutturali, a guadagnarci saranno le nostre imprese sia in termini di ripresa economica che di incremento dei livelli occupazionali. Mi auguro che giunga quel momento in cui le nostre professionalità, i nostri giovani non siano più costretti ad abbandonare questa terra, in cerca di occupazione, creando ricchezza altrove. Sogno che possano rimanere in Calabria e impiegare qui le proprie competenze». (r.desanto@corrierecal.it)

Articolo di Roberto De Santo – Fonte Corriere della Calabria