Nasce Confguide provincia di Cosenza

Nasce Confguide provincia di Cosenza

Da oggi le guide turistiche, ambientali e gli accompagnatori turistici della provincia di Cosenza hanno un organismo su cui poter contare per affrontare e risolvere le tematiche relative al settore.

L’Assemblea dei soci di Confcommercio Cosenza, infatti, ha dato vita a Confguide provincia di Cosenza l’organismo di riferimento nel quale i singoli professionisti afferenti al settore del turismo possono unire le forze e vedere riconosciuti la qualità e il valore del proprio lavoro a beneficio dell’immagine della provincia e della Regione.

Alla presidenza è stata eletta Alessandra Scanga, guida turistica. Con lei eletti anche i componenti del consiglio direttivo Moscatello Alessandra, Piluso Franca, Rose Mariella, Tedesco Ida Luigia, Vecchiano Andrea.

Soddisfatto della costituzione il Presidente di Confcommercio Cosenza, Klaus Algieri che ha dichiarato:

“La nostra provincia, ma anche la nostra Regione, avevano bisogno di un gruppo che rappresentasse le esigenze di questo settore. Le guide turistiche sono le principali promotrici del nostro territorio, pertanto quando si parla di turismo non si può non tenere in considerazione queste figure così preziose. Speriamo che la Regione ascolti le istanze del comparto e dia finalmente una giusta regolamentazione alla professione”.

Dello stesso avviso la Direttrice di Confcommercio Cosenza, Maria Santagada: “La nascita di Confguide provincia di Cosenza è il risultato di un grande lavoro svolto dalla Presidente e da tutto il Consiglio Direttivo che hanno voluto con forza la nascita di un gruppo che desse una voce unitaria al settore”.

La neo eletta Presidente Scanga nel ringraziare il Presidente, la Direttrice e tutta l’Assemblea per la fiducia accordatole, si è poi rivolta ai presenti tracciando le linee programmatiche del suo mandato: “il nostro intento – ha dichiarato – è quello di valorizzare al meglio la professione attraverso l’aggiornamento continuo e la realizzazioni di eventi di promozione turistica. Già siamo al lavoro per realizzare un evento nel mese di febbraio che avrà come protagonisti Morano Calabro e la Cattedrale di Cosenza di cui quest’anno ricorre l’ottocentenario dalla fondazione”.

In collegamento da remoto è poi intervenuta la Presidenze nazionale di Confguide, Paola Migliosi, che si è detta entusiasta della nascita della prima Associazione territoriale Conguide in Calabria.

Le principali novità fiscali per le imprese nella legge di bilancio 2022

Le principali novità fiscali per le imprese nella legge di bilancio 2022

Il prossimo 10 febbraio alle ore 10:00 presso la Sala Conferenze “Maria Cocciolo” si terrà un importante incontro formativo rivolto a tutte le imprese.

Tema della giornata le novità e le agevolazioni fiscali per le imprese presenti nella nuova legge di bilancio.

Ne parleremo insieme ai rappresentanti di un partener d’eccezione EY

Vista l’attuale situazione di emergenza epidemiologica l’accesso sarà consentito fino al numero massimo di posti disponibili.

Per iscriversi basta compilare il seguente form: https://forms.gle/M2JQmKF5csEZupQL9

Per imprese terziario aumenti bollette insostenibili. Bisogna intervenire

Per imprese terziario aumenti bollette insostenibili. Bisogna intervenire

Algieri, Confcommercio: La situazione sta diventando insostenibile per le nostre imprese. Sono necessari interventi mirati per impedire ulteriori rincari. Le imprese sono già piagate dall’emergenza covid. Devono essere aiutate.

Il caro energia sta colpendo pesantemente le imprese del commercio, della ricettività e della ristorazione che nel 2022, nonostante le misure di contenimento già adottate dal Governo, dovranno sostenere un aumento della bolletta energetica con una spesa complessiva per gas ed elettricità che passerà da 11,3 miliardi di euro del 2021 a 19,9 miliardi (+76%) Un conto salatissimo per 1 milione di imprese: le più colpite dalla pandemia e che ora rischiano in tantissime la chiusura anche a causa dei rincari energetici. E’ quanto emerge da uno studio di Confcommercio, svolto in collaborazione con Nomisma Energia, sugli effetti del caro-energia sulle imprese del terziario.

In particolare per l’elettricità, le imprese di questi settori, con un consumo complessivo di 22 miliardi di chilowattora, con le nuove tariffe in vigore dal 1° gennaio, vedranno aumentare la bolletta da 7,4 miliardi di € nel 2021 a 13,9 nel 2022. A questa spesa si deve poi aggiungere quella, altrettanto pesante, per il gas che, con un consumo complessivo di 5 miliardi di metri cubi, vedrà la bolletta aumentare da 3,9 miliardi € nel 2021 a 6 miliardi nel 2022.

Tab. 1 – Spesa energia settore commercio, alloggi, ristorazione (Mld €)

 

 

2019

2020

2021

2022

Elettricità

 

6,3

6,0

7,4

13,9

Gas

 

4,2

2,9

3,9

6,0

Totale

 

10,5

8,9

11,3

19,9

Fonte: Confcommercio-Nomisma Energia

Nel dettaglio dei singoli settori, gli aumenti medi, su base annua, sono i seguenti: per gli oltre 30 mila alberghi italiani la spesa per la bolletta elettrica passerà da 49 mila € a 79 mila €, un aumento del 61% solo in parte mitigato dalle offerte a prezzo fisso che qualcuno è riuscito ad ottenere sul mercato libero.

A questo poi si aggiunge la bolletta del gas che passa da 10 mila a quasi 20 mila €. Per un albergo tipo (con consumi di 260 mila chilowattora/anno di elettricità e 18 mila metri cubi di gas), la spesa annua passa da 59 mila € a 98 mila €.

Pesanti aumenti si registrano anche per i 140 mila bar d’Italia, la cui bolletta elettrica passerà in media da 4 mila a 7 mila € per salire, con il costo del gas, da 5 mila a 10 mila € in totale. Anche i quasi 200 mila ristoranti registreranno una maggiore spesa elettrica che passerà da 7 mila a 12 mila € che, con il gas, farà segnare un maggiore costo totale che da 11 mila € salirà fino a 19 mila €.

Per gli oltre 200 mila negozi alimentari, che usano molto l’elettricità per la refrigerazione degli alimenti, la bolletta elettrica passerà da 15 mila a 24 mila €, mentre i costi del gas, usato per lo più per il riscaldamento dei locali, passeranno da 1.300 a 2.300 €, con il totale che salterà così da 16 mila a 26 mila €.

I circa 440 mila negozi non alimentari, la categoria più numerosa, avranno una bolletta energetica, fra gas ed elettricità, che passerà da 5 mila a 7 mila €, con l’incremento maggiore dovuto all’elettricità.

Se non bastasse, negli ultimi giorni si è “risvegliato” anche il petrolio la cui quotazione, dopo mesi di sostanziale stabilità, è arrivata a 87 dollari per barile, massimo da oltre 7 anni e circa il 60% in più rispetto ad un anno fa. Aumento che ha trascinato al rialzo anche il prezzo del gasolio diesel, impiegato dall’autotrasporto per la logistica di tutti i beni che arrivano ai consumatori finali, che tocca oggi nuovi picchi a 1,65 € per litro, massimo anche questo da metà 2014, superiore di 35 centesimi rispetto ad un anno fa. Per il settore dell’ autotrasporto, che consuma circa 20 miliardi di litri di gasolio all’anno, questi aumenti significano un maggior costo su base annuale pari a 7 miliardi di €. D’altra parte, sul fronte dei carburanti alternativi, la crescita vertiginosa dei prezzi del Gas Naturale Liquefatto (GNL), che in un anno sono più che raddoppiati, rende, di fatto, economicamente inutilizzabile tale soluzione, con tanti veicoli con tale alimentazione, sostenibili e di recente acquisto, costretti paradossalmente a rimanere fermi nei piazzali delle imprese.

Si tratta di aumenti insostenibili destinati ad incidere sull’inflazione e ad indebolire la dinamica dei consumi. Per contrastare il “caro bollette”, servono misure strutturali. In particolare, occorre affrontare il tema della riduzione della dipendenza dalle forniture estere. Inoltre, va avviata la riforma della struttura della bolletta elettrica, anche affrontando il nodo degli oneri generali di sistema. E vanno messe in campo misure per compensare gli impatti negativi dell’aumento dei prezzi dei carburanti su tutta la filiera del trasporto e della logistica. E’ necessario un percorso di transizione energetica che consenta di tenere insieme innovazione tecnologica, rispetto dell’ambiente, benefici occupazionali ed economici per cittadini e imprese. E va attentamente valutato l’impatto del pacchetto europeo “Fit for 55”: vi è il rischio che, in assenza di correttivi, i costi della transizione risultino insostenibili per le imprese.