Quattordicesima pensionati 2022: a chi spetta e quanto?

Quattordicesima pensionati 2022: a chi spetta e quanto?

Dal 1° luglio l’Inps corrisponderà ai dipendenti e ai pensionati con almeno 64 anni di età che soddisfino precisi requisiti reddituali la cosiddetta “quattordicesima” ovvero quella somma aggiuntiva annuale prevista dalla Legge 127/2007.

Le pensioni sulle quali spetta la quattordicesima sono:

  • pensioni di anzianità
  • pensioni di vecchiaia
  • pensioni anticipate
  • pensioni di invalidità e di inabilità
  • pensioni ai superstiti.

I requisiti per ottenere la quattordicesima sono:

  • di tipo economico, in quanto la pensione deve rientrare in determinate soglie (fino a un reddito individuale annuo pari a 13.969,10 euro);
  • di età, in quanto la quattordicesima spetta solo ai pensionati che hanno compiuto e compiranno 64 anni.

L’Inps provvederà a corrispondere la quattordicesima insieme alla pensione di luglio a condizione che il pensionato abbia compiuto, entro il 31 luglio 2022, 64 anni di età. Chi, invece, compirà gli anni nel secondo semestre del 2022 riceverà l’assegno a dicembre.

L’accredito sarà automatico. Nel caso in cui per errore la quattordicesima non dovesse arrivare, magari a causa di un errore sulla presunzione di reddito dell’Inps, il soggetto dovrà provvedere all’invio dell’apposita richiesta all’ente previdenziale in maniera autonoma o rivolgendosi ad un Patronato.

Per maggiori informazioni, è possibile rivolgersi al nostro Patronato – tel. 0983859021.

APE sociale – istruzioni e chiarimenti Inps

APE sociale – istruzioni e chiarimenti Inps

Con Circolare n.62/2022, l’Inps ha fornito le istruzioni e alcuni chiarimenti in merito alle novità introdotte – dalla Legge di bilancio 2022 – in merito all’Ape sociale

Tali novità si applicano anche ai soggetti che avevano perfezionato i requisiti per l’accesso al beneficio negli anni precedenti e che non hanno presentato la relativa domanda di verifica, nonché a coloro che sono decaduti dal beneficio e che intendono ripresentare domanda.

Coloro che risultano in possesso del provvedimento di “certificazione” potranno presentare domanda di accesso all’APE sociale anche successivamente al nuovo termine di scadenza della sperimentazione, 31.12.2022, previsto dalla Legge di bilancio.

Categoria dei disoccupati

La Legge di bilancio 2022 ha disposto, ai fini dell’accesso alla misura in argomento, l’eliminazione del periodo minimo intercorrente tra la conclusione della NASpI e la fruizione dell’APE sociale.

Pertanto, a decorrere dall’1.1.2022, coloro che si trovano in stato di disoccupazione – a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa, risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di cui all’art. 7 della L. n.604/1996, nonché per scadenza del termine del rapporto di lavoro a tempo determinato, a condizione che abbiano avuto, nei trentasei mesi precedenti la cessazione del rapporto, periodi di lavoro dipendente per almeno diciotto mesi – possono presentare domanda di accesso al beneficio, senza attendere il decorso di almeno tre mesi dal momento in cui è terminata l’integrale fruizione della prestazione di disoccupazione.

In merito a tali lavoratori, l’Istituto ha chiarito che sia da riconoscere l’APE sociale anche in caso di recesso del datore di lavoro durante o all’esito del periodo di prova nonché in favore dei soggetti disoccupati che abbiano cessato l’attività di lavoro a causa della cessazione dell’attività aziendale.

Lavori c.d. gravosi

A decorrere dall’1.1.2022, l’APE sociale riconosciuta per i lavori cd. gravosi è rivolta ai lavoratori dipendenti che svolgono professioni riconducibili alle classificazioni Istat presenti nell’allegato 3 della Legge di bilancio 2022.

Nuovi modelli di domanda di accesso al beneficio e moduli per le attestazioni dei datori di lavoro

Nella Circolare è riportato il percorso da seguire per il reperimento dei modelli di domanda – che recepiscono le modifiche apportate dalla Legge di bilancio 2022 – da utilizzare per la verifica delle condizioni e per l’accesso al beneficio in parola nonché i nuovi modelli di attestazione.

In relazione alla data di presentazione delle domande, si ricorda che l’Inps è tenuto a comunicare ai richiedenti, entro determinate scadenze, gli esiti dell’istruttoria delle domande di verifica.

Domande presentate entro il Comunicazione esito istruttoria
entro il 31.3.2022 entro il 30.6.2022
entro il 15.7.2022 entro il 15.10.2022
oltre il 15.7.2022 ma non oltre il 30.11.2022 entro il 31.12.2022

Le domande presentate oltre le date di scadenza previste per il mese di marzo e di luglio, e comunque entro il 30.11.2022, saranno prese in considerazione esclusivamente qualora dovessero residuare risorse finanziare in seguito all’esito del monitoraggio delle domande presentate entro i predetti mesi di marzo e luglio.

L’APE sociale decorre dal primo giorno del mese successivo alla domanda di trattamento, previa cessazione dell’attività di lavoro dipendente, autonomo e parasubordinato.

Coloro che – in fase di presentazione della domanda di verifica delle condizioni di accesso all’indennità in parola – risultino già in possesso dei requisiti, al fine di non perdere ratei di trattamento, dovranno presentare contestualmente anche la domanda di APE sociale.

Con riferimento alla cessazione del riconoscimento dell’APE sociale, si ricorda che la prestazione – sia per il biennio 2021-2022 sia per il biennio 2023-2024 – sarà dovuta fino alla maturazione del requisito anagrafico di 67 anni.

Per maggiori informazioni e inoltrare la domanda è possibile contattare il nostro Patronato allo 0983859021. 

Bonus 200 euro: a chi spetta e come ottenerlo

Bonus 200 euro: a chi spetta e come ottenerlo

Il bonus da 200 euro è un contributo “una tantum”, introdotto dal cd. “Decreto Aiuti”, rivolto a pensionati, lavoratori dipendenti e autonomi, lavoratori domestici e stagionali, disoccupati e beneficiari del Reddito di Cittadinanza.

Il beneficio mira a mitigare gli effetti degli aumenti generalizzati dei prezzi in tutti i settori. La misura verrà erogata ai soggetti che nel 2021 abbiano un reddito al di sotto dei 35.000 euro.

I 200 euro spettano a diverse categorie di soggetti:

  • lavoratori dipendenti, compresi i lavoratori domestici e stagionali;
  • lavoratori autonomi e liberi professionisti;
  • pensionati;
  • percettori di Reddito di Cittadinanza;
  • disoccupati;
  • lavoratori dello spettacolo;
  • incaricati di vendite a domicilio.

Il Decreto Aiuti 2022 specifica i requisiti necessari per ciascuna categoria di soggetti.

La misura funziona in maniera differenziata a seconda del tipo di beneficiario. Per alcuni soggetti verrà erogato in maniera automatica per altri vi sarà bisogno dell’inoltro della domanda direttamente all’INPS.

Pertanto sarà pagato, a seconda dei casi:

  • direttamente con la pensione di luglio per i pensionati;
  • in busta paga di luglio per i lavoratori dipendenti;
  • a seguito di apposita domanda nel caso dei lavoratori autonomi con o senza partita IVA, stagionali, colf e badanti, lavoratori dello spettacolo, incaricati di vendite a domicilio;
  • in automatico sull’indennità NASPI o DIS-COLL in caso di disoccupati;
  • con un’integrazione del sussidio quando riguarda i percettori del Reddito di Cittadinanza.

Nel dettaglio quindi chi deve fare richiesta e come:

Modalità di erogazione per gli autonomi

Gli autonomi/liberi professionisti (con partita IVA) riceveranno il bonus di 200 euro tramite apposita procedura che verrà definita con decreto ministeriale che sarà emanato entro il 17 di giugno.

Modalità di erogazione Colf, CO.CO.CO, stagionali e lavoratori dello spettacolo

Le colf e le badanti, gli stagionali, i lavoratori dello spettacolo, gli incaricati delle vendite a domicilio riceveranno l’indennità, a seguito di apposita domanda, tramite una procedura dedicata.

Per maggiori informazioni, conoscere i requisiti di accesso e inoltrare la domanda è possibile rivolgersi al nostro Patronato (Tel. 0983859021 – email corigliano@confcommercio.cs.it ).

Fondo di Integrazione Salariale (FIS), chiarimenti INPS

Fondo di Integrazione Salariale (FIS), chiarimenti INPS

L’INPS, attraverso il messaggio n. 2089 del 17 maggio 2022, ha fornito chiarimenti in merito alla presenza di una serie di errori nella compilazione delle domande di Assegno di integrazione salariale presentate al Fondo di integrazione salariale (c.d. FIS) connessi alla scelta delle causali.

L’Istituto fornisce alcune indicazioni operative relativamente alle domande presentate dal 1° gennaio 2022 al 31 marzo 2022, in modo tale da garantire l’accesso ai trattamenti di sostegno al reddito.

Nel caso in cui il datore di lavoro abbia richiesto l’Assegno di integrazione salariale per una causale ordinaria (ad esempio, crisi di mercato), ma abbia allegato una scheda causale (relazione tecnica) riconducibile ad altra causale, sempre ordinaria (ad esempio, mancanza di ordini o commesse), l’Istituto adotterà un criterio di prevalenza ed effettuerà l’istruttoria sulla base degli elementi sostanziali riportati nella scheda tecnica allegata, anche in difformità con la causale richiesta, attivando, se strettamente necessario, un ulteriore supplemento istruttorio con il datore di lavoro.

Nel caso il datore di lavoro abbia richiesto l’Assegno di integrazione salariale per una causale straordinaria (ad esempio, crisi per evento improvviso e imprevisto) e abbia allegato una scheda causale relativa a una causale ordinaria (ad esempio, mancanza di ordini o commesse), l’Istituto adotterà un criterio di prevalenza ed effettuerà l’istruttoria sulla base degli elementi sostanziali riportati nella scheda tecnica allegata, anche in difformità con la causale richiesta, attivando, se strettamente necessario, un ulteriore supplemento istruttorio con il datore di lavoro. In particolare, il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali ha indicato questo criterio di prevalenza nel caso in cui “sia stata invocata per errore una causale straordinaria, ma in effetti si intendeva accedere a una causale ordinaria – erogata dal FIS – in quanto siano sussistenti i presupposti sostanziali”.

Aziende fino a 15 dipendenti

Nel caso il datore di lavoro abbia richiesto l’Assegno di integrazione salariale per una causale straordinaria (ad esempio, crisi per evento improvviso e imprevisto) e abbia giustificato, nella scheda causale, tale crisi facendo riferimento esclusivamente alla pandemia da COVID-19, l’Istituto avvierà un supplemento di istruttoria, invitando i datori di lavoro a integrare la documentazione già prodotta e a precisare se, per effetto della pandemia da COVID-19, si sia determinata una situazione di crisi riconducibile a una causale ordinaria, di cui al D.M. n. 95442 del 15 aprile 2016, o a una causale straordinaria, di cui al D.M. n. 94033 del 13 gennaio 2016, come integrato dal D.M. n. 33 del 25 febbraio 2022.

Aziende con più di 15 dipendenti

Nel caso il datore di lavoro abbia richiesto l’Assegno di integrazione salariale per una causale straordinaria (ad esempio, crisi per evento improvviso e imprevisto) e abbia giustificato, nella scheda causale, il ricorso alla cassa integrazione esclusivamente riferendosi alla pandemia da COVID-19, l’Istituto avvierà un supplemento di istruttoria, invitando i datori di lavoro a integrare la documentazione già prodotta al fine di precisare se, per effetto della pandemia da COVID-19, si sia determinata una situazione di crisi riconducibile in una causale ordinaria di cui al D.M. n. 95442 del 15 aprile 2016. In questo caso, si adotta un criterio di prevalenza e l’istruttoria è valutata sulla base degli elementi sostanziali riportati nella scheda tecnica allegata, in difformità con la causale richiesta.

Nel caso il datore di lavoro abbia richiesto l’Assegno di integrazione salariale per una causale straordinaria (ad esempio, crisi per evento improvviso e imprevisto) e abbia allegato una scheda causale relativa a una causale straordinaria, trattandosi di una causale riferibile alla cassa integrazione guadagni straordinaria, per la quale la competenza all’adozione del provvedimento di concessione è del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, l’Istituto adotterà un provvedimento di reiezione della domanda per incompetenza, comunicando al datore di lavoro che, in ragione della sua dimensione aziendale, la competenza in merito alle concessioni afferenti alle causali straordinarie fa capo al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali.

A tal proposito si precisa che, oltre alla necessaria comunicazione al datore di lavoro di vizio di incompetenza, la scrivente Confederazione ha sollecitato l’INPS a considerare i termini decadenziali per la presentazione delle istanze anche in relazione alle eventuali rettifiche di inoltro delle istanze a cui le aziende dovranno provvedere.

Pertanto, si auspica che l’Istituto fornisca a breve ulteriori indicazioni rispetto a tale ultimo punto.

L’INPS precisa, infine, che l’eventuale provvedimento di accoglimento sarà motivato con riferimento alla causale sostanziale emersa dagli elementi istruttori. Inoltre, è stato inserito un apposito alert nella procedura di trasmissione all’Istituto delle domande di Assegno di integrazione salariale con causale straordinaria da parte di datori di lavoro con requisito dimensionale mediamente superiore a 15 dipendenti, al fine di ridurre i casi di errore riscontrati.

Pensioni: confermati i requisiti d’accesso per il 2023

Pensioni: confermati i requisiti d’accesso per il 2023

Secondo le stime dell’Inps, fino al 2025 il requisito per la pensione di vecchiaia legato alle aspettative di vita non aumenterà. Per il 2023 risultano confermati tutti i requisiti di accesso.

L’Inps, con una recente circolare, chiarisce che, a decorrere dal 1° gennaio 2023, i requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici adeguati agli incrementi della speranza di vita non sono ulteriormente incrementati. Questo è previsto anche dal decreto del 27 ottobre 2021 del Ministero dell’Economia e delle finanze, di concerto con il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali.

Il decreto riporta quanto segue: “A decorrere dal 1° gennaio 2023, i requisiti di accesso ai trattamenti pensionistici, non sono ulteriormente incrementati”.

Requisiti di età per la pensione 2023-2024

Restano immutate le pensioni di vecchiaia, anticipate, di anzianità con il sistema delle quote, e tutti gli altri casi in cui la norma prevede gli adeguamenti alle aspettative di vita. Ecco i principali requisiti:

  • pensione di vecchiaia: 67 anni di età;
  • pensione anticipata: 42 anni e dieci mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno per le donne;
  • pensione precoci: 41 anni di contributi;
  • pensione di anzianità con il sistema delle quote: almeno 35 anni di contributi e 62 anni di età e quota 98 (ovvero la somma delle due variabili precedenti) per i lavoratori dipendenti. L’età anagrafica minima sale a 63 anni e la quota a 99 per gli autonomi;
  • pensione in totalizzazione: 66 anni o 41 anni di contributi.

Età pensione di vecchiaia e anticipata dal 2025

Dal 1° gennaio 2025, il requisito per la pensione di vecchiaia si dovrà adeguare alla speranza di vita come stabilito dall’art. 12 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78. Per quanto concerne la pensione anticipata, il requisito fino al 2026 è quello riportato nella tabella sottostante.

Anno

Uomini

Dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2026

42 anni e dieci mesi (2.227 settimane)

Anno

Donne

Dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2026

41 anni e dieci mesi (2.175 settimane)

Per quanto riguarda il requisito contributivo per la pensione anticipata, nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 31 dicembre 2026, è stato fissato a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi per le donne. In questo periodo, infatti non si applicano gli adeguamenti alla speranza di vita (blocco scatti).

La decorrenza del trattamento si perfeziona trascorsi i tre mesi dalla maturazione dei requisiti.

Pensione precoci

Il requisito per la pensione anticipata per i lavoratori precoci è riportato in tabella.

Anno

Requisito contributivo

Dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2026

41 anni (2132 settimane)

Dal 1° gennaio 2027

41 anni *(2132 settimane)

* Si noti che dal 1° gennaio 2027, il requisito dovrà essere adeguato alla speranza di vita come stabilito dall’art. 12 del D.l. 78/2020.

Pensione di anzianità con le Quote

Per il biennio 2023-2024 i contribuenti che vanno in pensione usufruendo del sistema delle quote, possono ottenere il diritto se hanno un’anzianità contributiva di almeno 35 anni e un’età anagrafica di 62 anni. Resta invariato il raggiungimento di quota 98 in caso di dipendenti pubblici e privati, oppure avere un’età minima di 63 anni e aver raggiunto quota 99 in caso di autonomi iscritti all’Inps.

Altri casi particolari

  • Per i soggetti con primo accredito contributivo dal 1° gennaio 1996, il requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia con anzianità contributiva minima di cinque anni, si perfeziona, anche per il biennio 2023/2024, al raggiungimento dei 71 anni.
  • Per i soggetti con primo accredito contributivo dal 1° gennaio 1996, il requisito anagrafico per la pensione anticipata con almeno 20 anni di contribuzione effettiva e con il requisito del c.d. importo soglia mensile, si perfeziona anche per il biennio 2023/2024, al raggiungimento dei 64 anni.

Restano invariati anche i requisiti per il pensionamento anticipato del personale della difesa, sicurezza e vigili del fuoco. Sono validi 41 anni di contributi indipendentemente dall’età o 35 con almeno 58 anni di età.

Anche per i lavoratori dello sport e dello spettacolo, nessun cambiamento: i ballerini che continuano ad andare in pensione di vecchiaia a 47 anni, i cantanti e gli orchestrali a 62 e gli attori e i conduttori a 65.

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