Accordo AICE – Confcommercio Cosenza per l’internazionalizzazione delle imprese

Accordo AICE – Confcommercio Cosenza per l’internazionalizzazione delle imprese

Nuova convenzione per i nostri associati per la promozione e l’offerta di servizi per l’internazionalizzazione ed il commercio estero.

Aice – Associazione Italiana Commercio estero si occupa di rappresentare e tutelare gli interessi delle imprese italiane che svolgono attività di commercio con l’estero (import, export, trading ecc.) e di servizio a tali attività (trasporti internazionali, servizi bancari e finanziari, documentazione import/export ecc).

Le imprese associate potranno richiedere attraverso lo Sportello Aice di Concommercio Cosenza un’ampia gamma di servizi per il supporto all’internazionalizzazione.

Aice è un’Associazione imprenditoriale senza scopo di lucro che da oltre 70 anni rappresenta specificamente, unica in Italia, gli interessi delle aziende italiane che svolgono in prevalenza attività di commercio con l’estero, sia in import che in export, oppure che intendono sviluppare la propria attività sui mercati esteri.

Grazie all’esperienza maturata ed alle sue strutture organizzative costantemente aggiornate, Aice offre alle aziende associate un’assistenza competente e completa su tutte le problematiche del settore, mantenendo, allo stesso tempo, un rapporto costante a livello istituzionale con le massime autorità nazionali e internazionali.

Aice mette a disposizione degli operatori italiani, in un contesto mondiale in cui i mercati si aprono e le logiche dell’interscambio si diffondono, un patrimonio consolidato di professionalità, contatti e conoscenze.

L’obiettivo di Aice è di tutelare gli interessi degli associati e contribuire al loro sviluppo, offrendo una gamma di servizi che permettano di migliorare il loro posizionamento e la loro immagine sui mercati internazionali.

Per maggiori informazioni contatta i nostri uffici o visita la nostra AREA RISERVATA.

Iniziativa OIL sulle pratiche di responsabilità sociale delle imprese

Iniziativa OIL sulle pratiche di responsabilità sociale delle imprese

L’Ufficio per l’Italia dell’OIL, nel contesto del lavoro sulle imprese sostenibili e il lavoro dignitoso, ha lanciato un’indagine sulla responsabilità sociale (RSI) delle imprese italiane al fine di sviluppare un primo inventario sulle diverse politiche e pratiche aziendali delle imprese italiane.

L’inventario mira a diffondere le suddette politiche e pratiche in Italia e su scala internazionale, includendovi quelle relative alla promozione del lavoro dignitoso, le politiche aziendali sulla diversità e pari opportunità, come pure quelle le iniziative di formazione e welfare dei lavoratori.

A tal proposito, chiediamo di condividere l’informazione su questa iniziativa, congiuntamente all’invito a compilare il questionario in formato elettronico entro il 10 aprile 2021.

Fonte Confcommercio

Sangalli: “negozi in crisi, la nuova serrata costa 15 miliardi”

Sangalli: “negozi in crisi, la nuova serrata costa 15 miliardi”

Sul QN il presidente di Confcommercio commenta le nuove misure prese dal Governo: “tanti non riapriranno, fare presto col DI Sostegno o sarà troppo tardi”. “Dodici miliardi di dotazione non sono sufficienti, va rivisto il sistema delle chiusure”.

A 24 ore dal decreto con cui il Governo Draghi ha varato nuove misure per arginare l’epidemia da coronavirus, che rappresentano l’ennesima mazzata per le imprese dei settori rappresentati, il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha fatto il punto della situazione sulle pagine del Quotidiano Nazionale ribadendo punto di vista e richieste della Confederazione. Di seguito il testo dell’intervista.

Ci ritroviamo in lockdown: quale sarà l’impatto sulle imprese del terziario?

«Secondo le nostre stime, il prossimo lockdown di marzo-aprile – avvisa Carlo Sangalli, Presidente di Confcommercio – causerà una perdita di oltre 15 miliardi di euro, un terzo dei quali è relativo al solo comparto di alberghi e ristoranti. Solo nella ristorazione, tra marzo e le giornate di Pasqua, andranno persi circa 2,8 miliardi. Confturismo calcola che, tra gennaio e febbraio, c’è stato un crollo di 20 milioni di presenze in Italia. Senza dimenticare il dramma vissuto da tutto il comparto della cultura e del tempo libero – cinema, teatri, spettacoli e concerti – che ha già perso un miliardo di euro nel 2020».

Non sembra esserci altro rimedio che le chiusure, in attesa della vaccinazione di massa. «L’incognita delle varianti Covid è preoccupante ed è necessario accelerare la campagna vaccinale. Occorrono vigilanza ed azioni rigorose e mirate contro la pandemia, perché le imprese del terziario non possono andare avanti col sistema generalizzato del ‘più chiusure’, ormai insostenibile. Aumentano i rischi di cessazione definitiva delle attività e conseguenti perdite di occupazione. Senza contare che registriamo ancora forti ritardi per gli indennizzi legati ai precedenti lockdown».

Ritenete, dunque, che le imprese che rappresentate possano rimanere aperte?

«Dopo un 2020 drammatico, con crolli verticali di fatturato e la chiusura definitiva di tantissime imprese, è evidente che oggi il contrasto al Covid e la difesa del tessuto produttivo sono le priorità da seguire, tenendo insieme salute e ripresa dell’economia. Questo significa lavorare affinché, nel pieno rispetto delle norme e delle regole di salute e sicurezza, vengano riviste tante restrizioni settoriali allo svolgimento delle attività». È in arrivo il DI Sostegni per fronteggiare gli effetti delle chiusure: non vi soddisfa? «Servono indicazioni chiare e occorre rafforzare la dotazione finanziaria – preannunciata attorno ai 10-12 miliardi – per ristorare le ulteriori perdite di fatturato, superando il meccanismo dei codici Ateco. Abbiamo chiesto al governo un incontro urgentissimo: perché il decreto ‘Sostegno’ ridia realmente ossigeno alle imprese e non arrivi fuori tempo massimo».

di Claudia Marin

Camera Commercio Cosenza: 6 bandi e 3 nuove iniziative per le imprese

Camera Commercio Cosenza: 6 bandi e 3 nuove iniziative per le imprese

In una riunione di Giunta interamente dedicata alle imprese e al territorio, la Camera di Commercio ha approvato questa mattina sei bandi per supportare direttamente la transizione digitale ed ecologica delle imprese, incentivare le produzioni di qualità, sostenere la promozione del made in Calabria e la sicurezza delle imprese del territorio, e tre iniziative di promozione per la valorizzazione del patrimonio turistico e culturale, per la diffusione del digitale e della cultura della responsabilità sociale.


Come sottolinea il Presidente Algieri, “abbiamo voluto raccogliere e discutere in un’unica seduta un pacchetto di nove misure pensate per funzionare insieme, diversificando gli ambiti ma coordinando a sistema le date di scadenza e l’importo dei singoli contributi, per fornire un ventaglio variegato di opportunità e, al contempo, poter monitorare in modo più organico gli investimenti e la loro efficacia, con liquidazioni e rendicontazioni a cadenza settimanale, rese pubbliche sul sito e sui canali social istituzionali.”


Più in dettaglio, le sei iniziative di sostegno diretto riguardano: la concessione di contributi diretti al risparmio energetico e riuso dei materiali; l’erogazione contributi alle micro e piccole imprese della provincia di Cosenza aderenti ai sistemi di certificazione DOP e IGP; la concessione di contributi alle imprese che ottengono l’attestazione SOA; l’erogazione di voucher digitali i4.0; il supporto al turismo e alla formazione lavoro; la premiazione delle imprese storiche – V edizione.


Già da questa sera i bandi sono disponibili sul sito web della Camera in preinformativa, così da consentire a tutti gli interessati di prendere visione per tempo delle caratteristiche e dei documenti necessari per partecipare – esclusivamente in modalità telematica – prima della data di apertura ufficiale per la presentazione delle domande, prevista per tutti al 4 marzo e con scadenza congiunta al 30 giugno 2021.

In Calabria a rischio 9000 imprese. Studio Confcommercio – Format Research

In Calabria a rischio 9000 imprese. Studio Confcommercio – Format Research

NELLA REGIONE CALABRIA RISCHIANO DI SCOMPARIRE 9 MILA IMPRESE DEL TERZIARIO CON UNA PERDITA DI 23 MILA POSTI DI LAVORO. LA STIMA DELLA PERDITA DI RICCHEZZA DEL SETTORE IN TERMINI DI VALORE AGGIUNTO È PARI A 2 MILIARI DI EURO (-7% SU BASE ANNUA)

CROLLO DEL CLIMA DI FIDUCIA. AZZERAMENTO DEI RICAVI PER INTERI SETTORI DI ATTIVITA’ ECONOMICA

 Crisi economica grave nella regione Calabria, l’emergenza sanitaria da COVID-19 ha prodotto uno shock economico e finanziario senza precedenti, causando la chiusura delle imprese e il calo dei consumi. Crollo della fiducia delle imprese del terziario. Molte imprese hanno visto azzerare completamente le proprie entrate. Crisi di liquidità: l’87% delle imprese del terziario della regione sono in difficoltà nel riuscire a fare fronte al proprio fabbisogno finanziario. Il 58% delle imprese della Calabria ritengono che i mesi della riapertura e quelli estivi saranno i più difficili in merito all’andamento della propria attività. Per l’inizio dell’estate gli imprenditori prevedono le maggiori criticità con riferimento alle disponibilità in termini di liquidità. Al termine dell’estate temono di non potere sostenere ancora gli attuali livelli occupazionali. A seguito della chiusura causata dal blocco delle attività produttive rischiano di chiudere, senza più riaprire circa 9 mila imprese nel 2020, con una perdita di oltre 23mila occupati. Le imprese del terziario della Calabria rischiano di perdere circa 2 miliardi di valore aggiunto, il 7% in meno su base annua.

Questi, in sintesi, i principali risultati che emergono dalla ricerca sulle imprese del terziario della regione Calabria, realizzata da Confcommercio Calabria in collaborazione con Format Research e presentati in conferenza stampa alla presenza del Presidente di Confcommercio Calabria, Klaus Algieri e del Presidente Format Research, Pierluigi Ascani.

Lo studio realizzato da Format Research, che ringrazio per la collaborazione, ci restituisce una fotografia della nostra Regione messa a dura prova a livello economico dall’emergenza Covid-19. Le imprese del terziario della Calabria sono in forte difficoltà. Questo rende necessarie misure strutturali e di lungo periodo per fornire liquidità e sostenere la grave crisi dovuta all’emergenza sanitaria. È giunto il momento di abbandonare gli aiuti una tantum e di pensare al futuro in modo strutturato con iniziative che consentano la ripartenza ma soprattutto la stabilità delle nostre imprese”. Ha dichiarato il Presidente di Confcommercio Calabria Klaus Algieri a margine della conferenza stampa di presentazione del rapporto.

FIDUCIA E CONGIUNTURA

Oltre l’80% delle imprese della Calabria hanno dichiarato che la situazione economica generale dell’Italia è peggiorata. Ancora più negativo il sentiment nei confronti dell’andamento economico della propria impresa (indicatore 9,1). L’82,9% delle imprese ha ravvisato un peggioramento dell’andamento della propria attività.

Il 58% delle imprese della Calabria ritiene che i mesi della riapertura e i mesi estivi (fine aprile – fine settembre 2020) saranno i più difficili per l’andamento economico della propria attività.

Il crollo del clima di fiducia purtroppo si accompagna ad un forte calo dei ricavi (l’84% delle imprese ha dichiarato un peggioramento) anche a causa dell’azzeramento dei ricavi nei mesi di marzo e aprile presso alcuni comparti del tessuto produttivo. Resta negativo il sentiment per il prossimo trimestre. In aumento i prezzi praticati dai fornitori: la situazione è peggiorata, in prevalenza per quel che riguarda le vendite al dettaglio di generi alimentari e i servizi alle persone. Il 45% delle imprese lamenta un peggioramento nei tempi di pagamento da parte dei clienti.

Le imprese della Calabria hanno un immediato bisogno di liquidità. L’outlook per il prossimo trimestre è decisamente negativo. Alle imprese della regione è necessaria la liquidità per sostenere le spese del personale, i costi per il rispetto dei protocolli di sicurezza, le spese incomprimibili. Il 59% delle imprese della Calabria ha dichiarato che il periodo più difficile per quanto riguarda il fabbisogno finanziario è quello compreso tra aprile e settembre 2020.

La crisi scaturita a causa della pandemia avrà pesanti ripercussioni sull’occupazione: il 62% delle imprese della Calabria ha dichiarato di avere adottato o di essere in procinto di adottare la CIG. Il 32% delle imprese ha già ridotto il personale e il 40% prevede di farlo nei prossimi mesi se la situazione non migliorerà. Gli effetti della pandemia sull’occupazione sono stati tamponati dall’ampio ricorso agli ammortizzatori sociali e dalle misure adottate dal Governo. Tuttavia, la preoccupazione tende a salire nei prossimi trimestri. Nel secondo e terzo trimestre dell’anno si è assistito al picco con riferimento alla fiducia e ricavi delle imprese, così come la crisi della liquidità; per la fine dell’anno si prevede il picco per la crisi occupazionale.

IMPATTO DEL LOCKDOWN

In Italia esistono 4,5 mln di imprese extra agricole. In Calabria, la quota di imprese registrate al 30 giugno 2020 era pari a quasi 130 mila unità, di cui oltre un terzo operative nella provincia di Cosenza. Le imprese del terziario (commercio, turismo, servizi) della Calabria sono oltre 94 mila, costituendo il 73% dell’intero tessuto imprenditoriale extra agricolo del territorio. A seguito dell’esplosione dei contagi, il Governo centrale ha imposto un lockdown che ha interessato larga parte del tessuto produttivo. La sospensione delle attività ha comportato la paralisi del tessuto produttivo in Calabria. Il terziario rischia di perdere nel 2020 circa 2 miliardi di valore aggiunto. Allo stesso modo, gli effetti potrebbero essere devastanti anche sul tessuto delle imprese: 9.000 imprese del terziario rischiano di chiudere senza più riaprire, con conseguenze dirette sui livelli occupazionali (23.000 lavoratori rischiano il posto).

La pandemia ha causato anche una forte riduzione degli investimenti previsti nei prossimi due anni: sul 45% di imprese che avevano in programma di effettuarli, il 52% dovrà rinunciare a causa della crisi dovuta al COVID-19.

ORGANIZZAZIONE AZIENDALE

L’emergenza sanitaria ha avuto un forte impatto sulle nuove modalità di erogazione dei servizi: ad oggi, il 24% delle imprese è presente sui canali e-commerce e il 25% effettua consegne a domicilio.

Il 45% delle imprese della Calabria continuerà ad utilizzare il canale e-commerce anche ad emergenza terminata. Il 54% delle imprese continuerà ad effettuare le consegne a domicilio.

DOMANDA E OFFERTA DI CREDITO

Elevato il numero di imprese che hanno fatto domanda di credito a seguito dell’introduzione del «DL Liquidità». Tra queste, il 74% ha visto accolta la propria domanda con l’ammontare richiesto. Con riferimento al costo del credito, il 68% delle imprese ha dichiarato una sostanziale invarianza. L’attenzione si sposta verso le tempistiche di erogazione ritenute dirimenti per la tenuta delle imprese. Anche il costo dell’istruttoria non sembra rappresentare una criticità: per le imprese in questo momento, l’aspetto principale del quale tenere conto sono le tempistiche. Il 40,8% delle imprese lamenta un peggioramento rispetto alla durata dei finanziamenti concessi. Con riferimento alle garanzie richieste, il 72% delle imprese della Calabria ha dichiarato una sostanziale invarianza. Un leggero miglioramento è dovuto all’introduzione delle coperture pubbliche.

Lo studio Confcommercio - Format Research