Green pass & Privacy – Chiarimenti del Garante privacy

Green pass & Privacy – Chiarimenti del Garante privacy

Con il provvedimento n. 430 del 13 dicembre il Garante per la protezione dei dati personali ha espresso parere favorevole sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che aggiorna le disposizioni relative alle Certificazioni verdi e agli obblighi vaccinali per alcune categorie di lavoratori.

L’Autorità nel parere reso ha, ulteriormente, ribadito le implicazioni organizzative connesse all’eventuale acquisizione in azienda delle certificazioni verdi dei dipendenti.

In particolare ha evidenziato che:

  • i soggetti tenuti alla verifica del possesso delle certificazioni verdi debbano essere specificamente istruiti sulla possibilità di utilizzare la modalità “rafforzata” solo ed esclusivamente nei casi in cui lo richieda la legislazione vigente (punto 2);
  • nei casi in cui il lavoratore si avvalga della facoltà di consegnare la certificazione verde al datore di lavoro, quest’ultimo è comunque tenuto a effettuare il regolare controllo sulla perdurante validità, mediante lettura del QR code della copia in suo possesso attraverso l’app VerificaC19 o mediante le previste modalità automatizzate (punto 4);

L’Autorità ha anche confermato che, fatta eccezione per alcune categorie di persone, il datore di lavoro non è legittimato a trattare i dati personali relativi alla vaccinazione dei dipendenti, né gli è consentito far derivare alcuna conseguenza in ragione della scelta del lavoratore che ha aderito o meno alla campagna vaccinale.

Alla luce delle suddette considerazioni, il Garante ha chiesto al Ministero della salute alcune integrazioni per rendere evidente all’interessato la modalità di verifica utilizzata dal soggetto che effettua i controlli verificatore, introducendo, all’interno dell’app VerificaC19, elementi testuali, grafici e visivi, differenziati per le due modalità di verifica quella “base” o “rafforzata”.

Infine, in considerazione degli specifici rischi connessi ai trattamenti di dati personali in esame e avendo particolare attenzione alle possibili conseguenze discriminatorie, anche indirette, nel contesto lavorativo, l’Autorità ha chiesto al Ministero di aggiornare la valutazione di impatto sulla protezione dei dati relativa ai trattamenti effettuati nell’ambito della Piattaforma nazionale-DGC.

Per ulteriori approfondimenti è disponibile nella nostra Area Riservata il provvedimento n. 430 del Garante della Privacy.

Super Green Pass e mascherine all’aperto. Le novità in Calabria

Super Green Pass e mascherine all’aperto. Le novità in Calabria

Sarà valido dal 6 dicembre al 15 gennaio 2022 il “super green pass” previsto dall’ultimo decreto approvato dal Governo e permetterà l’accesso, in zona bianca e gialla, a spettacoli, eventi sportivi, bar e ristoranti (solo al chiuso), feste e discoteche, cerimonie pubbliche. Oltre a questi luoghi, dove già la certificazione verde era richiesta, sarà necessario anche per accedere a spogliatoi per l’attività sportiva, trasporto ferroviario regionale e trasporto pubblico locale. Per gli alberghi sarà necessario il “green pass” base, quello che si ottiene anche con un tampone. In pratica, solo vaccinati e guariti avranno il via libera, contrariamente ai non vaccinati anche se con tampone negativo.

Super green pass, ecco cosa cambia

Sono quattro gli ambiti di intervento del decreto approvato dal Governo:

  • istituzione del super green pass dal 6 dicembre;
  • obbligo vaccinale e terza dose;
  • estensione dell’obbligo del vaccino a nuove categorie;
  • rafforzamento dei controlli e campagne promozionali sulla vaccinazione.

Verdiamoli in dettaglio:

TERZA DOSE – Il decreto legge prevede di estendere l’obbligo vaccinale alla terza dose per i sanitari a decorrere dal 15 dicembre prossimo e con esclusione della possibilità di essere adibiti a mansioni diverse. Inoltre si ricorda che è già consentito l’anticipo della terza dose dopo cinque mesi dalla seconda. Il governo inoltre ha annunciato di volere aprire dal primo dicembre la terza dose agli over 18 e manifestato l’intenzione di avviare campagne vaccinali, se autorizzate, per la fascia di età 5-12 anni.

OBBLIGO PER PROFESSORI E FORZE DELL’ORDINE – Dopo le categorie sanitarie, l’obbligo vaccinale viene esteso anche a tutto il personale scolastico e a quello del comparto della difesa, sicurezza e soccorso pubblico. Il Governo ha fissato al 15 dicembre la data in cui entra in vigore l’immunizzazione obbligatoria. Nel dettaglio le nuove categorie coinvolte saranno personale amministrativo della sanità, docenti e personale amministrativo della scuola, militari, forze di polizia (compresa la polizia penitenziaria) e personale del soccorso pubblico.

CONTROLLI RAFFORZATI – Il decreto prevede un rafforzamento del sistema dei controlli: entro tre giorni dall’entrata in vigore del decreto, i prefetti sentono il Comitato provinciale ordine e sicurezza ed entro cinque giorni adottano il nuovo piano di controlli, a livello provinciale, coinvolgendo tutte le forze di polizia. Si tratta di controlli “costanti” di cui le Prefetture sono obbligate a redigere una relazione settimanale da inviare al Ministero dell’Interno.

TAMPONI E CERTIFICATO – Ai fini del green pass sono confermate sia le tipologie che la durata dei test. Il certificato resta valido in caso di un tampone molecolare negativo effettuato nelle 72 ore antecedenti o rapido nelle 48 ore precedenti.

Attività consentite

La tabella delle attività consentite senza green pass, con green pass “base” e con green pass “rafforzato” per il periodo dal 6/12/2021 al 15/1/2022.

Linee guida attività economiche e sociali

Ai fini del contenimento della pandemia da Covid-19 e con l’entrata in vigore del nuovo Super Green Pass il Ministero della salute con Ordinanza del 2 dicembre 2021 ha aggiornato le “Linee guida attività economiche e sociali” elaborate dalla Conferenza delle Regioni e delle Provincie autonome come integrate e modificate dal Comitato tecnico scientifico.

Mascherine all’aperto in Calabria

Con Ordinanza n. 76 del 4 dicembre 2021 il governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, ha disposto l’obbligo di indossare le mascherine anche all’aperto.

Aggiornamento APP Verifica C19

Scopri come aggiornare l’APP per il controllo del Green Pass e come funziona il nuovo sistema di verifica. Guarda il video.

Green pass, Sangalli: “con i vaccini sta sorreggendo la ripartenza del paese”

Green pass, Sangalli: “con i vaccini sta sorreggendo la ripartenza del paese”

Dal 15 ottobre la certificazione verde è obbligatoria per lavorare: “non mancano i problemi, ma bisogna rafforzare fiducia e coesione sociale”. Tamponi, “no a costi per le imprese”. Il Governo chiarisce le regole.

È entrato in vigore il 15 ottobre scorso l’obbligo di possedere il green pass per accedere ai luoghi di lavoro, pubblici e privati. Il dettaglio delle nuove regole è stato affidato dal Governo a due Dpcm: il primo (dpcm 23 settembre 2021) contiene le linee guida sull’obbligo della certificazione nella Pubblica amministrazione, mentre il secondo (dpcm 12 ottobre 2021) elenca gli strumenti informatici per la verifica automatizzata del possesso delle certificazioni.

Nella P.a, dunque, il green pass è obbligatorio (è valido anche quello cartaceo) per tutti i dipendenti pubblici e per quelli delle imprese dei servizi di pulizia, ristorazione, manutenzione e rifornimento dei distributori automatici, oltre che per i consulenti, i collaboratori, i frequentatori di corsi di formazione, i corrieri e i visitatori. Sono invece esclusi invece gli utenti. Senza il pass si verrà allontanati subito e ogni giorno di mancato servizio verrà considerato assenza ingiustificata (giornate festive e non lavorative comprese). Lo stipendio sarà sospeso fin dal primo giorno di assenza ma “in nessun caso” si può essere licenziati. Nel periodo d’assenza, inoltre, non si maturano né contributi né ferie.

Quanto ai controlli, devono essere fatti ogni giorno, all’accesso in ufficio o in un secondo tempo, a tappeto o a campione (non meno del 20% del personale in servizio) e con una rotazione costante. Per evitare ritardi e code all’ingresso, i datori di lavoro potranno concedere più flessibilità negli orari di ingresso e d’uscita. Per le verifiche si potranno utilizzare l’App ‘VerificaC19’ oppure i nuovi strumenti previsti dal Dpcm, che consentiranno una verifica “quotidiana e automatizzata”, rilevando solo il possesso del pass e nessun altro dato del dipendente.

Il decreto chiarisce infine che il datore di lavoro, pubblico e privato, non può conservare i Qr code delle certificazioni né raccogliere i dati dei dipendenti, “salvo quelli strettamente necessari” all’applicazione delle sanzioni. Inoltre, potrà chiedere il pass in anticipo al dipendente per la programmazione dei turni aziendali, ma l’anticipo dovrà essere “strettamente necessario e comunque non superiore alle 48 ore”.

Sangalli: “non mancano i problemi, ma vaccini e green pass stanno sorreggendo la ripartenza del Paese”

“Il debutto operativo del green pass non è certo privo di problemi a partire da quelli evidenziati dal mondo dell’autotrasporto e della logistica. Ma vaccini e green pass stanno sorreggendo la ripartenza del Paese. A partire da questo dato, occorre rafforzare fiducia e coesione sociale. Palazzo Chigi ci chiami: il contributo del mondo delle imprese e del lavoro non mancherà”. Così il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, sull’imminente entrata in vigore dell’obbligo della certificazione verde per i lavoratori pubblici e privati.

Tamponi, Confcommercio ribadisce il suo no a costi per le imprese

Costo dei tamponi per i dipendenti sulle spalle degli imprenditori? No, grazie. Lo ribadisce Confcommercio per bocca della vicepresidente Donatella Prampolini, che sottolinea: “le imprese hanno già sostenuto ingenti oneri organizzativi ed economici per l’adeguamento dei luoghi di lavoro alle discipline concordate nei protocolli vaccinali”. E non è nemmeno una questione esclusivamente di costi, ma anche di principio “perché alla base c’è il fatto che il vaccino e il green pass sono del tutto gratuiti e la campagna vaccinale va assolutamente sostenuta e accelerata. Quindi è il lavoratore che non vuole fare il vaccino che deve sostenere i costi dei tamponi”.

Fipe: “nella ristorazione non vaccinati sotto il 10%, c’è tanta voglia di lavorare”

I lavoratori dei pubblici esercizi che ancora non si sono sottoposti a vaccinazione sono 35mila, 40mila al massimo. È la stima dell’Ufficio Studi di Fipe-Confcommercio, per il quale insomma, meno del 10% di chi lavora in bar e ristoranti sarebbe al momento senza green pass, quasi la metà di quanto si registra a livello nazionale negli altri comparti.

“Lo shock del primo e del secondo lockdown, che hanno visto decine di migliaia di dipendenti di bar e ristoranti restare senza lavoro per mesi, ha scatenato una reazione forte di auto protezione. Il risultato è che la stragrande maggioranza dei nostri collaboratori è corsa a vaccinarsi appena possibile. Il desiderio di lavorare senza rischi e con continuità si è rivelato più forte di qualsiasi altra considerazione”, spiega Roberto Calugi, direttore generale di Fipe-Confcommercio.

“Rimane la preoccupazione per i dipendenti non vaccinati che per accedere ai luoghi di lavoro dovranno effettuare ripetutamente il tampone. Dopo i chiari di luna del primo lockdown e i lunghi mesi di misure restrittive – aggiunge Calugi – abbiamo bisogno di ogni singolo lavoratore per poter offrire ai nostri clienti un servizio all’altezza e questa nuova complicazione, pur necessaria, non aiuta”.

Massimo rigore in bar e ristoranti, violazioni sotto il 5%

Fipe sottolinea anche che “nell’ultimo mese e mezzo i titolari di bar e ristoranti si sono dimostrati straordinariamente diligenti nell’applicazione della norma che li obbliga a verificare il green pass dei clienti che intendono consumare all’interno dei locali. Su oltre 8mila controlli effettuati dai carabinieri dei Nas, le sanzioni hanno riguardato appena il 5% delle imprese. E tra queste, solo una parte sono pubblici esercizi. È la prova della serietà di un settore troppo spesso sommariamente accusato di voler eludere le regole, ma è anche la dimostrazione del desiderio di centinaia di migliaia di imprenditori di tornare a lavorare in sicurezza e con continuità. Tanto da assumersi compiti di controllo che certo non sono propri di chi si occupa di ospitalità”.

Grido d’allarme di Unatras: “le imprese straniere stanno rimpiazzando quelle italiane”

Le imprese di autotrasporto straniere stanno sostituendo quelle italiane, con un effetto dirompente sull’economia del settore dei trasporti del nostro Paese. È la denuncia di Unatras (ne fanno parte le principali Associazioni dell’autotrasporto: Fai, Fiap, Unitai e Assotir per Conftrasporto-Confcommercio, Cna Fita, Confartigianto Trasporti, SnaCasartigiani), secondo la quale dal 15 ottobre almeno il 25% di camion delle imprese italiane è stato costretto a fermarsi per fare largo ai vettori stranieri, innescando di fatto una forma di concorrenza distorta che danneggia un settore centrale della nostra economia.

“Quello che avevamo ampiamente previsto si sta purtroppo verificando. La committenza – dicono le Associazioni – sta già rivolgendo all’estero per sostituire i servizi di trasporto forniti dai vettori italiani”. Unatras ribadisce poi di essere “sorpresa, allibita e indignata dal fatto che, in questa fase di ripresa, il Governo stia mettendo in difficoltà imprese e lavoratori che nelle fasi più drammatiche della pandemia hanno garantito al Paese l’approvvigionamento dei farmaci e dei beni di prima necessità”.

La nota congiunta, diffusa il 14 ottobre dai Ministeri delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili e della Salute, precisa infatti che gli autotrasportatori provenienti dall’estero sono esentati dall’obbligo del green pass, a patto che le operazioni di carico/scarico siano effettuate da altro personale. Una situazione “inaccettabile” alla quale si aggiungono le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente, Roberto Cingolani, che propone di eliminare gli interventi sulle accise per l’autotrasporto attualmente in vigore. “Se quest’ultima iniziativa è orientata a rinunciare a un asset strategico come quello della logistica e dell’autotrasporto in Italia lo dica chiaramente”, commenta Unatras.

Federalberghi: “occasione importante per promuovere nel mondo l’immagine dell’Italia come Paese sicuro”

Sono oltre milione e 400mila i lavoratori del turismo che dal 15 ottobre dovranno esibire il green pass per accedere ai luoghi di lavoro (circa un milione di lavoratori dipendenti e 400mila indipendenti). Per Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, si tratta di “una misura che, oltre a tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro, ci offre un’occasione importante per promuovere nel mondo l’immagine dell’Italia quale Paese sicuro. I mercati sono molto sensibili a questo tipo di messaggio, basti pensare all’impatto mediatico della campagna di vaccinazione avviata qualche mese fa in alcune isolette greche, mentre in Italia si esitava a fare altrettanto”.

“Proteggere e rassicurare dev’essere il nostro mantra, è importante che il messaggio venga diffuso tanto dalle istituzioni quanto dai singoli operatori, sia nella fase di interlocuzione commerciale che precede la decisione di acquisto sia nel rapporto quotidiano con gli ospiti già arrivati a destinazione”, conclude il presidente degli albergatori italiani.

Federlogistica: “sui porti lo Stato si piega al ricatto”

“Affrontare e trattare la vicenda dei portuali di Trieste come un problema di ordine pubblico rappresenta un errore clamoroso”. Inoltre “ci sono stati puntualmente e costantemente negati i confronti che avevamo richiesto con un solo risultato: lo Stato ora si piega ad un ricatto inaccettabile”. Così il presidente di Federlogistica, Luigi Merlo, a commento della circolare che raccomanda alle aziende che operano nei porti di fornire tamponi gratuiti ai lavoratori. Merlo si riferisce in particolare ai lavoratori del capoluogo giuliano, i quali minacciano di bloccare l’attività se non verrà abolito l’obbligo del green pass.

Convenzione North Star. Termoscanner con lettore Green Pass

Convenzione North Star. Termoscanner con lettore Green Pass

Una nuova convenzione per le imprese associate a Confcommercio Cosenza.

In vista dell’entrata in vigore dell’obbligo di Green Pass per i lavoratori sui luoghi di lavoro, North Star offre una soluzione innovativa per il controllo della carta verde ad un prezzo convenzionato.

Si tratta di un termoscanner con lettore green pass integrato che automatizza gli ingressi senza il bisogno di risorse umane interamente dedicate al controllo.

Esibendo la tessera Confcommercio sarà possibile ottenere uno sconto pari quasi al 35% per l’acquisto, l’installazione e la configurazione del sistema di rilevazione degli ingressi.

Per saperne di più consulta la nostra AREA RISERVATA o contatta i nostri uffici.

Arriva l’obbligo di green pass per tutti lavoratori

Arriva l’obbligo di green pass per tutti lavoratori

Oggi pomeriggio il Consiglio dei ministri approverà l’ampliamento dell’obbligo vaccinale a tutti i lavoratori pubblici e privati. Partenza da metà ottobre, sanzioni severe, tamponi a pagamento e divieto di licenziare.

Il Governo ha fatto la sua scelta definitiva: dalla metà del prossimo mese per lavorare negli uffici pubblici e nelle aziende sarà obbligatorio essere vaccinati, presentare il risultato negativo di un tampone o essere guariti dal Covid. Ancora in ballo, invece, studi professionali, negozi e ristoranti, per i quali si deciderà nelle prossime ore. Le sanzioni per chi non ottempererà saranno sia pecunarie (una multa presumibilmente tra i 400 e i 1.000 euro) che disciplinari. L‘estensione più ampia possibile del “green pass”, insomma, è la soluzione scelta dall’esecutivo per proseguire la lotta contro la pandemia, tanto che il premier Mario Draghi, incontrando i sindacati, ha sottolineato che il certificato “funziona, è monitorato, è una soluzione accomodante”, oltre che un “percorso che unifica”. Ai suoi interlocutori il presidente del Consiglio ha offerto, come si suol dire, bastone e carota: se il divieto di licenziare sarà previsto, i tamponi per chi non vuole sottoporsi al vaccino non saranno gratis perché sarebbe un disincentivo alla vaccinazione. Il decreto nel quale sarà inserito tutto ciò sarà approvato oggi in Consiglio dei ministri, che dovrebbe prevedere un’entrata in vigore scaglionata delle varie misure, scaglionandole tra il primo e il 15 ottobre.

Confcommercio: “green pass sui luoghi di lavoro, confronto più ampio tra sindacati e imprese”

Confcommercio torna sul tema del Green Pass ed in particolare sulla vaccinazione nei luoghi di lavoro. “E’ di tutta evidenza – sottolinea in una nota la Confederazione – il collegamento tra contrasto della pandemia, sviluppi della campagna di vaccinazione e progressiva normalizzazione e ripartenza delle attività economiche”. “Crediamo, dunque, – prosegue Confcommercio – che tutti debbano fare la propria parte. Vale per le scelte politiche e di governo da compiersi nel solco necessario delle previsioni dell’articolo 32 della Costituzione. Vale per le responsabilità proprie delle parti sociali. Rinnoviamo, dunque, l’invito al confronto tra associazioni imprenditoriali e sindacati dei lavoratori sull’opportunità offerta dal Green Pass per la maggiore sicurezza dei luoghi di lavoro e, anzitutto, di quelli aperti al pubblico. E’ un confronto che gioverebbe alla coesione sociale”. “Ed è un passaggio – conclude Confcommercio – che va affrontato con adeguata programmazione e promuovendo informazione e consapevolezza, ma anche sottolineando il dovere civile della vaccinazione come concreta scelta di responsabilità”.

Fida: “sì al vaccino obbligatorio per i dipendenti della distribuzione alimentare”

“Mettere in sicurezza i lavoratori significa anche prevedere l’obbligo di vaccino o green pass. Per questo riteniamo indispensabile prevedere quest’obbligo per tutto il personale che lavora nei supermercati e nei negozi alimentari di prossimità. Siamo stati i primi ad evidenziare questa esigenza già prima dell’estate anche perché – non va dimenticato – stiamo parlando di lavoratori che svolgono attività essenziali e che sono quotidianamente a contatto con moltissime persone. Quanto ai tamponi, anche noi siamo d’accordo sul fatto che i relativi costi non siano a carico delle imprese e ci aspettiamo una presa di coscienza da parte del Governo su questo tema”: così Donatella Prampolini, presidente di Fida-Confcommercio, la Federazione nazionale dei dettaglianti alimentari e della distribuzione organizzata, sul dibattito in corso sull’obbligo di vaccinazione sui luoghi di lavoro.

Fipe: “siamo favorevoli, ma servono regole chiare e tempo per organizzarsi”

“La nostra Federazione è da sempre a favore dei vaccini e dell’introduzione dell’obbligo di green pass per i dipendenti dei pubblici esercizi. Auspichiamo, anzi, che quest’ultimo sia esteso anche a tutte le altre categorie economiche e che si chiariscano alcuni punti fondamentali”. Così Fipe-Confcommercio, per la quale “in primis bisogna riflettere sui tempi di introduzione di tale misura per dare un preavviso congruo e consentire a chi non fosse ancora vaccinato di mettersi in regola, al netto dei tempi tecnici che dipendono dai protocolli sanitari e dalla logistica. Un’imposizione a stretto giro rischierebbe di causare la chiusura di migliaia di esercizi per mancanza di personale. Altra questione assolutamente fondamentale riguarda la gestione di quei dipendenti che decideranno liberamente di non vaccinarsi. Quali saranno le responsabilità e gli obblighi del datore di lavoro? Per questo è necessario un quadro normativo molto chiaro. La priorità è aiutare gli imprenditori a capire come comportarsi in situazioni del genere, sgravandoli da ulteriori oneri economici, organizzativi e amministrativi”.   

Adf: “Sì all’estensione anche per i nostri operatori”

Mentre il decreto green pass continua il suo esame in Parlamento, Adf (Associazione distributori farmaceutici) ha richiamato l’attenzione del governo sull’opportunità di estendere l’obbligo vaccinale anche agli operatori del settore, che ogni giorno lavorano al fianco dei farmacisti, per i quali, secondo la legge, è già obbligatorio.

“Ripresa economica e lotta alla pandemia – ha spiegato il presidente Alessandro Morra – passano anche dall’esigenza di garantire la sicurezza dei lavoratori che operano nelle aziende, tanto più quando svolgono un servizio pubblico essenziale come nel caso delle aziende della Distribuzione intermedia farmaceutica”.

Questa misura garantirebbe una maggiore sicurezza ed eviterebbe possibili chiusure o interruzioni del servizio alle farmacie. Sono infatti più di 90mila le consegne di medicinali, vaccini e prodotti sanitari che gli operatori effettuano ogni giorno.

“Anche durante il lockdown – ha proseguito Morra – le nostre aziende hanno garantito l’approvvigionamento dei farmaci e sono operativamente coinvolte nei protocolli regionali per la distribuzione dei vaccini anti-Covid”.

L’Associazione si augura quindi che il governo sostenga la proposta di Adf per aiutare il settore a lavorare in sicurezza.