NASpI 2025: gestione informatizzata e obblighi di attivazione

NASpI 2025: gestione informatizzata e obblighi di attivazione

L’indennità NASpI è stata modificata dal DM 174/2024 che ha introdotto una serie di novità, tra cui un nuovo modello informatizzato per la gestione dei percettori.

I beneficiari sono tenuti a:

  • attivarsi nella ricerca di un nuovo impiego;
  • partecipare a misure di politica attiva del lavoro;
  • rispettare gli obblighi di “condizionalità” per non perdere il diritto a percepire la NASpI.

NASpI 2025: procedura da seguire e fasi operative

  • Presentazione della Domanda (NASpI o DIS-COLL)

La richiesta va inviata in via telematica a partire dal giorno successivo alla cessazione del rapporto di lavoro, utilizzando uno dei seguenti canali:

  • portale Inps (accesso con SPID, CIE o CNS) – funzione “NASpI invio domanda online”;
  • patronati o intermediari abilitati;
  • contact Center Inps: 803164 da rete fissa (gratuito), oppure 06 164164 da cellulare.

La domanda equivale al rilascio della Dichiarazione di Immediata Disponibilità al Lavoro (DID). In alternativa, è possibile rilasciare la DID autonomamente sul portale regionale SIUL: https://siul.servizirl.it (accesso con SPID o CIE).

  • Accesso al Sistema di Inclusione Sociale e Lavorativa (SIISL)

Dalla data di inizio dell’indennità, l’Inps invierà un SMS invitando il beneficiario a:

  • accedere al portale SIISL: https://siisl.lavoro.gov.it;
  • aggiornare i propri dati anagrafici e professionali;
  • caricare o aggiornare il proprio curriculum vitae;
  • sottoscrivere il Patto di Attivazione Digitale (PAD).

3 – Presa in Carico da Parte dei Servizi per l’Impiego

Il percorso si conclude con la stipula del Patto di Servizio Personalizzato (PSP), da effettuarsi presso:

  • il Centro per l’Impiego territorialmente competente, oppure
  • un operatore accreditato ai Servizi per il Lavoro, secondo la normativa regionale

Compatibilità con altri redditi e lavoro occasionale

È possibile svolgere un lavoro durante il periodo di percezione della NASpI, ma bisogna comunicarlo tramite la NASpI-COM.

È importante sapere che sono previste soglie di reddito diverse a seconda del tipo di lavoro. Il rispetto delle stesse influisce sull’importo dell’indennità e sulla possibilità di continuare a riceverla.

Novità sui redditi da lavoro sportivo

Per i percettori di NASpI e Dis-COLL che svolgono o iniziano un’attività lavorativa durante il periodo di disoccupazione, esiste l’obbligo di comunicare all’INPS il reddito annuo presunto entro 30 giorni dall’inizio dell’attività o dalla presentazione della domanda di NASpI, se l’attività era già in corso.

Tuttavia, per i collaboratori sportivi dilettanti che percepiscono compensi derivanti da collaborazioni coordinate e continuative, l’obbligo di comunicazione scatta solo al superamento della soglia di 5.000 euro annui. Fino a tale importo, non è necessario effettuare alcuna comunicazione all’Inps. Questo perché sotto la soglia dei 5.000 euro non sorge obbligo contributivo, e i redditi non incidono sull’indennità di disoccupazione.

Non è necessario comunicare all’INPS il reddito presunto nei seguenti casi:

  • se i compensi derivanti da attività sportiva dilettantistica in forma di collaborazione coordinata e continuativa non superano i 5.000 euro annui;
  • se si percepiscono redditi da lavoro autonomo occasionale sportivo sotto i 5.000 euro annui.

Mantenimento dello stato di disoccupazione

Per conservare il diritto all’indennità di disoccupazione e lo stato di disoccupazione, è necessario rispettare il limite di reddito annuo previsto, che per il 2024 è di 8.500 euro (8.173,91 euro per il 2023). Detto limite include tutti i compensi percepiti, compresa la franchigia dei 5.000 euro.

Per ricevere maggiori informazioni a riguardo, e per supporto e assistenza nell’inoltro della domanda, è possibile recarsi presso la sede di Confcommercio Corigliano Rossano o contattarci per fissare un appuntamento. Il servizio è gratuito e rivolto a tutti coloro che ne hanno bisogno.

Sede Enasco 50 & Più – Corigliano Rossano
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Contributi Inps al 50% per tutti gli autonomi pensionati over 65

Contributi Inps al 50% per tutti gli autonomi pensionati over 65

I lavoratori autonomi, coltivatori diretti, coloni e mezzadri, possono chiedere all’Istituto di pagare i contributi ridotti al 50%, a condizione che abbiano un’età non inferiore a 65 anni e siano titolari di pensione Inps.

Per usufruire dell’agevolazione è necessario:

  • aver compiuto il sessantacinquesimo anno di età;
  • essere titolari di una qualsiasi pensione diretta, purché erogata dall’Inps, ad esclusione solo delle pensioni di reversibilità. Possono presentare la richiesta i titolari di assegno di invalidità.

Il beneficio ha effetto non solo per l’anno in cui è stata presentata la domanda, ma anche per quelli successivi, salvo revoca da parte degli interessati.

L’Inps ha sempre sostenuto ed applicato il beneficio solo ai percettori dei trattamenti pensionistici liquidati con sistema retributivo o misto, pubblicando anche un messaggio, il numero 1167/2020, in cui chiariva questa condizione fondamentale, escludendo tra gli eventuali beneficiari della misura coloro che avessero posseduto una pensione calcolata interamente con il sistema contributivo.

Contributi Inps al 50%, il nuovo orientamento

Il Ministero del Lavoro e l’Istituto recepiscono il recente orientamento della giurisprudenza di legittimità (sentenza Cass. n. 3270/2025) che ha osservato come il legislatore non abbia inteso distinguere, ai fini della fruizione del beneficio, tra pensionati titolari di pensioni miste o interamente contributive.

La Corte ha infatti precisato che la disposizione di cui all’articolo 59, co. 15 della legge n. 449/1997 stabilisce in favore dei lavoratori autonomi ultrasessantacinquenni, già titolari di trattamento pensionistico diretto (es. pensione di anzianità, trattamento di invalidità) che continuano a lavorare, la riduzione, a richiesta, dell’onere contributivo nella misura del 50%. L’agevolazione consiste nel dimezzamento dell’aliquota IVS (restano invariate le quote per maternità) prevista per le gestioni autonome che passa così dal 24% al 12% dell’imponibile reddituale. La riduzione riguarda anche la quota eccedente il minimale.

Secondo la Cassazione l’operato dell’Ente Previdenziale è errato, in quanto la norma non stabilisce alcuna limitazione derivante dalla tipologia del sistema di calcolo del trattamento pensionistico in godimento. Nello specifico la disposizione, nella parte in cui prevede che per i pensionati «per i quali la pensione è liquidata in tutto o in parte col sistema retributivo, il relativo supplemento di pensione è corrispondentemente ridotto della metà», si spiega agevolmente in ragione delle diverse modalità di computo della pensione. Solo per questi pensionati (cioè per coloro per i quali il calcolo della pensione è correlato alla retribuzione) il legislatore avrebbe dovuto disporre la corrispondente riduzione del supplemento di pensione.

Adeguandosi al nuovo orientamento l’Inps precisa che l’agevolazione contributiva spetta, su richiesta, a tutti i pensionati titolari di pensione diretta (anche supplementare) ultra sessantacinquenni a prescindere dal sistema di calcolo dell’assegno che si iscrivono alle gestioni speciali dei lavoratori artigiani, commercianti e coltivatori diretti.

Come fare richiesta per ottenere la riduzione contributiva

Per poter fruire della riduzione contributiva è necessario presentare l’apposita domanda. Per gli artigiani ed esercenti attività commerciali la riduzione ha ad oggetto i contributi dovuti sia sul minimale di reddito che sulla quota eccedente il minimale. Per i coltivatori diretti, i coloni e i mezzadri la riduzione si applica sulla fascia di reddito di appartenenza.

Per ricevere maggiori informazioni a riguardo, e per supporto e assistenza nell’inoltro della domanda, è possibile recarsi presso la sede di Confcommercio Corigliano Rossano o contattarci per fissare un appuntamento. Il servizio è gratuito e rivolto a tutti coloro che ne hanno bisogno.

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NASpI: novità introdotte nel 2025

NASpI: novità introdotte nel 2025

La  NASpI è un’indennità mensile di disoccupazione per lavoratori con rapporto di lavoro subordinato, erogata in relazione a eventi di disoccupazione involontaria verificatisi a partire dal 1° maggio 2015.

Sono destinatari della prestazione:

  • lavoratori dipendenti;
  • apprendisti;
  • soci di cooperativa con rapporto di lavoro subordinato;
  • personale artistico con rapporto di lavoro subordinato
  • dipendenti a tempo determinato delle pubbliche amministrazioni;
  • operai agricoli a tempo indeterminato dipendenti dalle cooperative e loro consorzi che trasformano, manipolano e commercializzano prodotti agricoli e zootecnici prevalentemente propri o conferiti dai loro soci di cui alla legge n. 240 del 1984.

Requisiti di accesso alla NASpI

Per beneficiare della misura è necessario far valere le seguenti condizioni:

  • trovarsi in stato di disoccupazione involontaria;
  • aver maturato almeno 13 settimane di contribuzione negli ultimi 4 anni antecedenti la cessazione del rapporto di lavoro.

Nel 2025, tuttavia, è stata introdotta una novità importante per tutti gli eventi di disoccupazione decorsi dal 1° gennaio 2025: a partire da questa data, infatti, le 13 settimane di contribuzione richieste dovranno essere maturate nel periodo che va dalla cessazione di un rapporto da cui ci si è dimessi volontariamente e la successiva cessazione da licenziamento.

Importo della NASpI e massimali 2025

L’importo mensile della NASpI si calcola sulla retribuzione media mensile degli ultimi quattro anni di lavoro, secondo la seguente formula.

Per retribuzioni fino a €1.436,61 mensili (valori 2025):

  • NASpI = 75% della retribuzione media mensile.

Per retribuzioni superiori a €1.436,61 mensili:

  • NASpI = 75% di €1.436,61 + 25% della differenza tra la retribuzione e €1.436,61.

La NASpI viene erogata per un periodo pari alla metà delle settimane di contribuzione maturate negli ultimi quattro anni, fino a un massimo di 24 mesi.

Il décalage ovvero la decurtazione progressiva dell’importo scatta a partire:

  • dal 5° mese di erogazione (per i beneficiari fino a 54 anni);
  • dal 7° mese (per i beneficiari con almeno 55 anni).

Presentazione della domanda: tempi e modalità

La domanda di NASpI deve essere presentata entro 68 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro, tenendo conto delle seguenti specifiche:

  • contratti in scadenza il 30 giugno: la domanda va presentata entro fine agosto;
  • se la domanda viene presentata entro 8 giorni dalla cessazione, l’indennità decorre dall’ottavo giorno.
  • se la domanda viene presentata dopo l’ottavo giorno, la decorrenza parte dal giorno successivo alla presentazione.

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Bonus asilo nido: novità 2026

Bonus asilo nido: novità 2026

L’Inps recepisce le modifiche relative alla frequenza di asili nido pubblici e privati introdotte dall’articolo 6-bis del decreto-legge 30 giugno 2025, n. 95 e integra, modificandole, le istruzioni fornite in precedenza chiarendo l’ambito di applicazione del contributo, introducendo inoltre importanti novità a partire dal 1° gennaio circa il Bonus asilo nido 2026.

Cosa cambia nel 2026?

La principale novità riguarda l’interpretazione autentica dell’ambito applicativo del Bonus asilo nido. Il contributo, precedentemente limitato agli asili nido pubblici e privati autorizzati, si estende ora a tutti i servizi educativi per l’infanzia previsti dal decreto legislativo 13 aprile 2017 n. 65.

Rientrano nel perimetro dei beneficiari le famiglie che frequentano:

  • nidi e micronidi (per bambini dai 3 ai 36 mesi);
  • sezioni primavera (dai 24 ai 36 mesi);
  • servizi integrativi. Tra questi ultimi, risultano ammissibili gli spazi gioco (dai 12 ai 36 mesi, massimo 5 ore giornaliere senza mensa) e i servizi educativi in contesto domiciliare (dai 3 ai 36 mesi con numero ridotto di bambini).

Sono invece escluse dal beneficio le spese relative a centri per bambini e famiglie e a servizi non riconducibili all’educazione per la prima infanzia (ad esempio servizi ricreativi, pre-scuola o post-scuola).

Bonus asilo nido 2026: come funziona

Dal 1° gennaio 2026 si introduce un meccanismo di automatismo per il rinnovo del beneficio. Le domande accolte produrranno effetti non solo per l’anno di presentazione, ma anche per quelli successivi fino al mese di agosto dell’anno del compimento dei 3 anni del bambino.

Negli anni successivi al primo i richiedenti dovranno semplicemente accedere al servizio telematico per prenotare le risorse del nuovo anno. Per il contributo asilo nido sarà necessario indicare le mensilità richieste (massimo 11) e allegare documentazione del pagamento di almeno una retta. Nel caso di asili pubblici con pagamento posticipato basterà fornire attestazione di iscrizione o inserimento in graduatoria.

Per il supporto domiciliare, invece, occorrerà presentare annualmente l’attestazione pediatrica che dichiari l’impossibilità di frequenza per grave patologia cronica. L’Inps ha disposto che le strutture territoriali procedano alla definizione delle istruttorie in corso per il 2025 e al riesame in autotutela delle domande precedentemente respinte sulla base delle vecchie disposizioni.

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ADI: contributo straordinario in caso di sospensione

ADI: contributo straordinario in caso di sospensione

L’Inps, con il messaggio 2458 dell’8 agosto 2025, aveva confermato il pagamento del contributo straordinario aggiuntivo all’Assegno di Inclusione (ADI), destinato ai nuclei familiari interessati dalla sospensione di un mese del beneficio economico dopo un periodo di fruizione non superiore a diciotto mesi. Il bonus “ponte” ADI è stato introdotto dalla legge n.113/2025 di conversione del Decreto Crisi Industriali n.92-2025.

Contributo straordinario ai beneficiari di ADI: finalità

I nuclei familiari che avevano beneficiato dell’Assegno di Inclusione (ADI) da gennaio 2024, si sono trovati, nel mese di luglio 2025, di fronte ad una situazione particolare, ovvero la fine del primo ciclo delle diciotto mensilità previste dal programma. Questo avrebbe comportato un mese “scoperto” – luglio appunto – prima di poter accedere al rinnovo previsto dal sistema di welfare. Per evitare questo vuoto nel sostegno economico, il Governo ha deciso di intervenire con un contributo straordinario una tantum, pensato per accompagnare le famiglie nel passaggio verso il secondo ciclo di ADI.

Il contributo straordinario mira a evitare che i beneficiari restino scoperti un mese intero, poiché molti di loro contano proprio sull’ADI come unica fonte di entrata. Il contributo mira a garantire stabilità e dignità economica, in attesa della ripresa del sostegno ordinario. Il bonus, che raggiunge un massimo di 500 euro per nucleo familiare, è stato erogato in un’unica soluzione (una tantum).

Relativamente alle domande di rinnovo che sono state presentate nel mese di luglio 2025 con esito positivo dell’istruttoria, i primi pagamenti sono stati disposti a partire dal 14 agosto 2025.

A questo proposito si ricorda che la domanda di rinnovo deve passare attraverso il portale SIISL (Sistema Informativo per l’inclusione Sociale e Lavorativa). Se la composizione del nucleo familiare non ha subito modifiche, non è necessario sottoscrivere un nuovo Patto di Attivazione Digitale (PAD); qualora invece siano cambiati i componenti del nucleo, sarà necessario sottoscrivere un nuovo PAD.

ADI: come vengono erogati i pagamenti

Per le domande di rinnovo presentate successivamente, il contributo straordinario sarà erogato contestualmente alla prima mensilità del beneficio dell’ADI e, comunque, non oltre il mese di dicembre 2025.

L’Inps ricorda inoltre che l’ultima Legge di Bilancio ha introdotto alcune modifiche prevedendo per l’ADI, dal 1° gennaio 2025, soglie più elevate dell’ISEE e del reddito familiare.

Nello specifico, il nuovo tetto massimo ISEE è 10.140 euro, mentre quello relativo al reddito familiare è salito a 6.500 euro.

Inoltre, sempre a partire dal 1° gennaio 2025, è stata prevista l’attribuzione d’ufficio del coefficiente della scala di equivalenza legato al carico di cura in presenza dei requisiti richiesti.

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