Fondo Transizione Industriale: dal 17 settembre 2025 nuovo sportello per le imprese

Fondo Transizione Industriale: dal 17 settembre 2025 nuovo sportello per le imprese

Il 17 settembre 2025 si aprirà un nuovo sportello per la presentazione delle domande sul Fondo per il sostegno alla transizione industriale, misura attuativa del PNRR (Missione 2, Componente 2, Investimento 5.1, sottoinvestimento 1). La dotazione complessiva ammonta a 134.018.568,13 euro, risorse destinate a favorire l’adeguamento del sistema produttivo italiano alle politiche europee per la lotta ai cambiamenti climatici.

Il Fondo sostiene programmi di investimento mirati alla tutela ambientale dei processi produttivi, con particolare attenzione all’efficienza energetica, all’uso sostenibile delle risorse e all’economia circolare.

A chi si rivolge e requisiti di partecipazione

Le agevolazioni sono destinate alle imprese manifatturiere (sezione C ATECO 2007), di qualsiasi dimensione, localizzate su tutto il territorio nazionale. Per accedere al Fondo, alla data di presentazione della domanda le imprese devono:

  • essere costituite, iscritte e attive nel Registro delle imprese;
  • operare nel settore manifatturiero;
  • essere nel pieno e libero esercizio dei propri diritti, non in liquidazione volontaria né soggette a procedure concorsuali;
  • non risultare in difficoltà al 31 dicembre 2019, come da normativa europea;
  • non rientrare tra i soggetti che abbiano ricevuto e non restituito aiuti ritenuti illegali o incompatibili dalla Commissione europea;
  • aver regolarmente restituito eventuali somme oggetto di revoca di agevolazioni;
  • essere in regola con i versamenti contributivi e previdenziali;
  • non trovarsi in una delle situazioni di esclusione previste dall’articolo 5, comma 2, del DM 21 ottobre 2022 (ad esempio violazioni gravi in materia di sicurezza sul lavoro, obblighi ambientali o fiscali).

Inoltre, le imprese beneficiarie devono rispettare l’obbligo di copertura assicurativa contro i rischi catastrofali introdotto dal DL 31 marzo 2025, n. 39: tale requisito è immediatamente richiesto per le grandi imprese e, dal 2 ottobre 2025, anche per le medie imprese.

Una quota pari al 40% delle risorse disponibili è riservata a progetti localizzati nelle Regioni del Mezzogiorno (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia), mentre il 50% dei fondi è destinato alle imprese energivore, ossia quelle a forte consumo energetico, iscritte nell’elenco CSEA.

Cosa finanzia

I programmi di investimento devono riguardare una singola unità produttiva e perseguire almeno una delle seguenti finalità:

  • incremento dell’efficienza energetica;
  • riduzione dell’uso delle risorse tramite riuso, riciclo, recupero o impiego di materie prime riciclate.

Sono ammissibili spese tra 3 e 20 milioni di euro, da realizzare entro 36 mesi (prorogabili di 12). Tra le spese finanziabili rientrano opere murarie, impianti, attrezzature, software, brevetti e programmi di formazione del personale.

Modalità di accesso

Le domande devono essere compilate ed inviate esclusivamente online, dalle ore 12.00 del 17 settembre 2025 fino alle ore 12.00 del 10 dicembre 2025. La procedura è a graduatoria, con valutazione basata su indicatori ambientali specifici. Le domande ammesse saranno finanziate fino ad esaurimento delle risorse disponibili.

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Scatta l’obbligo di nomina dell’organo di controllo nelle S.r.l.: cosa prevede la normativa

Scatta l’obbligo di nomina dell’organo di controllo nelle S.r.l.: cosa prevede la normativa

L’aggiornamento dell’articolo 2477 del Codice Civile ha introdotto nuovi obblighi per le società a responsabilità limitata. In particolare, è prevista la nomina di un organo di controllo, che può essere un collegio sindacale o un revisore legale dei conti, al verificarsi di specifiche condizioni dimensionali.

I parametri previsti dalla legge

La nomina diventa obbligatoria quando, per due esercizi consecutivi, la società supera almeno uno dei seguenti limiti:

  • totale dell’attivo patrimoniale pari a 4 milioni di euro;
  • ricavi delle vendite e delle prestazioni pari a 4 milioni di euro;
  • numero medio dei dipendenti occupati nell’esercizio pari a 20 unità.

L’obbligo scatta inoltre nei casi in cui la società sia tenuta alla redazione del bilancio consolidato oppure controlli un’impresa obbligata alla revisione legale.

Tempistiche di adeguamento

Il legislatore prevede che l’assemblea chiamata ad approvare il bilancio dell’esercizio in cui si verifica il superamento dei limiti per il secondo anno consecutivo debba procedere alla nomina dell’organo di controllo. Tale adempimento deve essere completato entro trenta giorni dalla data dell’assemblea. In assenza di provvedimenti da parte della società, la nomina può essere disposta dal Tribunale su segnalazione dei soci, dei creditori o del Registro delle Imprese.

Il ruolo dell’organo di controllo

La funzione dell’organo di controllo va oltre la verifica contabile: esso rappresenta uno strumento di garanzia per soci, creditori e terzi, assicurando una gestione trasparente e corretta. La sua attività contribuisce in modo determinante alla prevenzione della crisi d’impresa, favorendo un monitoraggio costante della salute economico-finanziaria della società.

Le nuove regole rafforzano il sistema di vigilanza sulle S.r.l. e richiedono alle imprese un’attenta valutazione dei propri dati di bilancio. Adeguarsi tempestivamente non è soltanto un obbligo normativo, ma anche un’opportunità per consolidare la governance societaria e accrescere la fiducia degli stakeholder.

Bandi Brevetti+, Disegni+ e Marchi+ 2025: stanziati 32 milioni per le PMI

Bandi Brevetti+, Disegni+ e Marchi+ 2025: stanziati 32 milioni per le PMI

Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del decreto direttoriale DGPI-UIBM del 6 agosto 2025, è stata programmata la ripartizione delle risorse destinate alle misure Brevetti+, Disegni+ e Marchi+ per l’annualità 2025.

Il provvedimento segna l’avvio del percorso di riapertura dei bandi, con l’obiettivo di garantire continuità al sostegno delle piccole e medie imprese (PMI) per la valorizzazione e la tutela dei titoli di proprietà industriale.

La dotazione finanziaria complessiva ammonta a 32 milioni di euro, suddivisi come segue:

  • 20 milioni di euro per Brevetti+;
  • 10 milioni di euro per Disegni+;
  • 2 milioni di euro per Marchi+.

La successiva emanazione dei bandi da parte della Direzione Generale per gli Incentivi alle Imprese (DGIAI), attesa entro i prossimi 30 giorni, definirà i termini e le modalità di presentazione delle domande di contributo da parte delle imprese interessate.

Si tratta di un’importante occasione per le PMI che intendono investire in innovazione, creatività e tutela dei propri asset immateriali, con l’obiettivo di rafforzare la competitività sul mercato nazionale e internazionale.

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Incentivi Autoimpiego 2025: pubblicato il decreto per i giovani fino a 35 anni

Incentivi Autoimpiego 2025: pubblicato il decreto per i giovani fino a 35 anni

Il 14 luglio 2025 è stato pubblicato il decreto interministeriale che dà attuazione agli incentivi all’autoimpiego, previsti dagli articoli 17 e 19 del Decreto Coesione (D.L. 60/2024). La misura, promossa dal Ministero del Lavoro insieme al MEF e al Ministero per il Sud e il PNRR, mira a sostenere l’avvio di nuove attività lavorative da parte dei giovani tra i 18 e i 35 anni, in condizioni di inoccupazione, disoccupazione o fragilità sociale.

Chi può accedere

I beneficiari degli incentivi sono giovani che, alla data di presentazione della domanda:

  • si trovano in una condizione di marginalità, vulnerabilità o discriminazione (come definita dal Programma Nazionale “Giovani, Donne, Lavoro” – PN GDL);
  • sono inoccupati, inattivi o disoccupati;
  • sono disoccupati GOL (programma Garanzia Occupabilità dei Lavoratori).

È richiesto che l’iniziativa economica da finanziare sia inattiva al momento della domanda, ma già formalmente avviata (entro il mese precedente). Sono ammesse forme di lavoro autonomo, impresa individuale, società (SNC, SAS, SRL, cooperative) e attività libero-professionali, anche in forma associata.

Cosa finanzia il decreto

Il pacchetto di incentivi, gestito da Invitalia, si articola in due misure principali:

  1. Misura Centro-Nord (Capo III)

Destinata alle regioni: Piemonte, Valle d’Aosta, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Umbria, Marche.

  • Voucher: contributo a fondo perduto pari al 100% dell’investimento fino a € 30.000 (€ 40.000 per spese green, digitali o tecnologiche).
  • Programmi di investimento: contributo fino al 65% per investimenti fino a € 120.000, e fino al 60% per investimenti fino a € 200.000.
  1. Misura “Resto al Sud 2.0” (Capo IV)

Destinata alle regioni: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia.

  • Voucher: fino a € 40.000 (€ 50.000 per investimenti green o digital).
  • Programmi di investimento: contributi fino al 75% per investimenti fino a € 120.000, e fino al 70% fino a € 200.000.

Spese ammissibili

Sono finanziabili:

  • acquisto di macchinari, impianti, attrezzature e arredi nuovi;
  • programmi informatici, sviluppo software, app e piattaforme digitali;
  • branding, portali web, progettazione e registrazione di marchi;
  • consulenze tecnico-specialistiche (entro il 30% del contributo).

Per i programmi di investimento si aggiungono opere edili di ristrutturazione e manutenzione straordinaria (fino al 50%).

Erogazione dei fondi

I contributi sono concessi in regime de minimis (Regolamento UE 2023/2831) e non sono cumulabili con altri incentivi, ad eccezione di:

  • garanzia pubblica ex L. 662/1996;
  • capitalizzazione della NASpI;
  • compatibilità con il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL).

Le domande dovranno essere presentate esclusivamente online tramite il portale di Invitalia. L’erogazione avverrà in due tranche: un anticipo (SAL) dopo tre mesi e il saldo entro tre mesi dal pagamento dell’ultima spesa.

Il supporto alla formazione sarà curato dall’Ente Nazionale per il Microcredito (ENM), il cui percorso – pur non obbligatorio – attribuirà punteggio premiale ai fini della selezione.

Quando presentare domanda

Entro 90 giorni dalla pubblicazione del decreto, sarà emanato un provvedimento tecnico che definirà:

  • la modulistica ufficiale;
  • i criteri di selezione;
  • le date di apertura dello sportello per l’invio delle domande.

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Obbligo PEC per amministratori: proroga al 31 dicembre 2025 per le società già costituite

Obbligo PEC per amministratori: proroga al 31 dicembre 2025 per le società già costituite

Confcommercio Cosenza informa tutte le imprese associate che il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha prorogato al 31 dicembre 2025 il termine entro cui le società già costituite devono comunicare al Registro delle Imprese la PEC (Posta Elettronica Certificata) dei propri amministratori.

La decisione è stata comunicata con una nota ufficiale del 25 giugno 2025 (prot. n. 127654), in seguito alle numerose richieste pervenute da associazioni e professionisti che chiedevano più tempo per adeguarsi.

Cosa significa questa proroga

Se la tua impresa era già iscritta al Registro Imprese prima del 1° gennaio 2025, hai tempo fino al 31 dicembre 2025 per comunicare la PEC dell’amministratore.
Non sono previste sanzioni né sospensioni, a patto che l’adempimento venga effettuato entro questa nuova scadenza.

Quando la PEC dell’amministratore è già obbligatoria

In alcuni casi, la comunicazione della PEC non può essere rimandata:

  • Se si costituisce una nuova società;
  • Se viene nominato un nuovo amministratore;
  • Se viene rinnovata o confermata una carica di amministratore.

In questi casi, la PEC va indicata subito, al momento della pratica al Registro Imprese.
Se non viene comunicata, la pratica sarà sospesa finché non sarà regolarizzata.

Cosa resta invariato

Oltre alla proroga, restano valide tutte le regole già spiegate nella precedente comunicazione ministeriale del 12 marzo 2025 (prot. n. 43836).
Le imprese sono comunque invitate a:

  • Verificare che ogni amministratore abbia una PEC attiva;
  • Conservare i dati aggiornati, così da evitare blocchi nelle pratiche future.

Per ulteriori informazioni o assistenza, è possibile rivolgersi ai nostri uffici.

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Nuovi codici ATECO 2025: INPS avvia l’assegnazione alle matricole aziendali

Nuovi codici ATECO 2025: INPS avvia l’assegnazione alle matricole aziendali

Con il messaggio n. 1471 del 2025, l’INPS informa che, in attuazione della Comunicazione n. 43, è in corso l’attribuzione progressiva dei nuovi codici ATECO 2025 alle matricole aziendali già iscritte alla data del 1° aprile 2025.

L’intervento riguarda esclusivamente le matricole attive, per le quali l’Istituto ha avviato un processo di conversione che prevede la notifica tramite PEC di un provvedimento contenente il nuovo codice ATECO 2025 e il relativo Codice Statistico Contributivo (CSC) assegnati.

Verifica e aggiornamento dell’anagrafica aziendale

L’INPS raccomanda ai datori di lavoro di mantenere aggiornata l’anagrafica aziendale per agevolare un corretto allineamento delle informazioni. Si segnala, infatti, che alcune matricole sono già state oggetto di conversione, anche in relazione a variazioni contributive successive al 1° aprile 2025.

Il nuovo codice ATECO è attribuito sulla base dei dati già presenti nell’anagrafica aziendale dell’INPS, e in particolare facendo riferimento al codice ATECO 2007. Tuttavia, qualora il nuovo codice assegnato non rispecchi l’attività economica prevalente effettivamente svolta e dichiarata presso la Camera di Commercio, il datore di lavoro – direttamente o tramite intermediario abilitato – è tenuto a trasmettere una comunicazione alla struttura INPS territorialmente competente.

Servizi disponibili nel Cassetto Previdenziale

Per facilitare la gestione delle richieste, all’interno del Cassetto Previdenziale del Contribuente, alla voce “Posizione Aziendale”, è stato attivato il servizio “Attribuzione codice ATECO 2025”, tramite il quale è possibile consultare e gestire le informazioni relative all’assegnazione del nuovo codice.

L’INPS provvede inoltre a trasmettere, con cadenza periodica, una comunicazione ai datori/intermediari abilitati contenente l’elenco delle matricole in delega che, nei dieci giorni precedenti, sono state oggetto di conversione. Per ciascuna matricola vengono indicati il nuovo codice ATECO 2025 e il CSC assegnato.

Matricole sospese

Per le matricole sospese, l’assegnazione del nuovo codice ATECO 2025 sarà effettuata al momento della loro eventuale riattivazione, su iniziativa dei datori di lavoro o degli intermediari abilitati.

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