Sarà disponibile entro un paio di settimane il “certificato verde”, ovvero l’appellativo in italiano del “green pass” europeo che permetterà ai vaccinati e ai titolari di test molecolare negativo di tornare a spostarsi liberamente tra i Paesi dell’Unione Europea (più Svizzera, Islanda, Norvegia e Liechtenstein) ed eventualmente tra regioni rosse o arancioni. Non solo: il prezioso lasciapassare, che arriverà dunque in tempo per l’entrata in funzione della piattaforma europea prevista per il primo luglio prossimo, permetterà al titolare di partecipare a eventi, fiere, congressi, cerimonie, e di entrare nelle rsa e negli impianti sportivi.
La chiave sarà il Qrcode, che si potrà scaricare sul cellulare o stampare su carta, a richiesta anche presso medici di base, pediatri e farmacisti per chi ha poca o nessuna dimestichezza con i dispositivi digitali. L’accelerazione definitiva è arrivata con l’ok del Garante per la Privacy sullo schema di decreto attuativo che attiva la piattaforma nazionale per il rilascio del certificato, che specifica tra le altre cose che nessun privato, tranne quelli espressamente previsti, avrà titolo per richiederlo. Albergatori, agenti di viaggio, ristoratori e negozianti, ad esempio, non sono compresi. Si tratta di un provvedimento di 19 articoli e sei allegati, attualmente alla firma del premier Mario Draghi, che contiene tutte le modalità di attuazione.
Come ottenere il certificato
Per entrare in possesso del certificato si potrà innanzi tutto visitare il sito web dedicato, gestito da Sogei, interconnesso con la piattaforma europea. È qui che, attraverso il sistema della Tessera sanitaria, confluiranno in tempo reale i dati sulla vaccinazione, sull’effettuazione di tamponi o sulla guarigione dal Covid. Una volta generata la certificazione verde, gli utenti riceveranno una mail o un sms sul numero di cellulare fornito al momento della vaccinazione con un codice che, in aggiunta ai dati della tessera sanitaria e allo Spid, consentirà di scaricare il certificato su cui comparirà il Qr code.
Quest’ultimo sarà disponibile anche sulla app Immuni e, in un secondo momento, anche sulla app Io. I certificati rilasciati in questi mesi da strutture sanitarie o hub vaccinali sono validi solo fino all’entrata in vigore del green pass. La validità del certificato sarà di nove mesi dalla seconda dose della vaccinazione oppure di sei mesi dalla guarigione e 48 ore dal test negativo. Se però nel frattempo ci si ammala, il green pass revocato.
La situazione in Europa
Le istituzioni Ue (il primo ministro portoghese, Antonio Costa, in rappresentanza degli Stati membri, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli) hanno firmato il 14 giugno il regolamento che istituisce il certificato digitale Covid Ue.
Sono già più di un milione, intanto, gli europei che hanno già ricevuto i primi certificati, mentre salgono a nove i Paesi nei quali è già attivo il sistema per il loro mutuo riconoscimento. Ad annunciare l’accelerazione, con quasi tre settimane di anticipo rispetto alla data fissata del primo luglio, è stata la Commissione europea, nello stesso giorno in cui il Parlamento europeo ha dato il suo via libera ai “green pass”. Spagna e Lituania hanno così reso operativa la piattaforma Ue in via ufficiale aggiungendosi a Bulgaria, Repubblica ceca, Danimarca, Germania, Grecia, Croazia e Polonia. Per quanto riguarda il nostro Paese, il commissario Figliuolo ha assicurato che “siamo pronti, è questione di pochissimi giorni “.
Per i possessori del “green pass” non serviranno test o quarantena prima di mettersi in viaggio a partire da 14 giorni dall’ultima dose di vaccino, che può essere singola o con richiamo a seconda del siero ricevuto. Torna dunque così la libertà di spostarsi, soprattutto in vista dell’estate, con un “freno d’emergenza” se la situazione epidemiologica dovesse peggiorare rapidamente.
Per quanto riguarda chi ha avuto il coronavirus ma ne è guarito, il pass sarà valido per 180 giorni dopo il test molecolare positivo, mentre i minori dovrebbero essere esentati dalla quarantena se lo sono i genitori e nessun test di viaggio è previsto per i bambini sotto i 6 anni. Per tutti gli altri che si devono invece sottoporre a tampone, la Commissione propone un periodo di validità standard di 72 ore per i test molecolari e, se lo Stato membro li accetta, di 48 ore per gli antigenici rapidi. In ogni caso dal primo giugno è operativa la piattaforma europea Gateway e gli Stati, se sono pronti, possono iniziare a connettersi ed emettere i certificati digitali Covid.
Nella malaugurata eventualità in cui i casi dovessero aumentare o fosse segnalata un’elevata incidenza di varianti preoccupanti, gli Stati membri dovrebbero poter reintrodurre restrizioni agli spostamenti, a seconda dei ‘colori’ delle aree comunicate dall’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie:
- nessun vincolo per i viaggiatori provenienti da aree verdi; dalle zone arancioni, gli Stati potrebbero richiedere un test prima della partenza (rapido o molecolare);
- per chi arriva da zone rosse, gli Stati membri potrebbero imporre la quarantena, a meno che non si abbia un test pre-partenza;
- dalle zone rosso scuro i viaggi non essenziali dovrebbero essere fortemente sconsigliati e restano gli obblighi di test e quarantena.