Mediazione immobiliare, passo indietro alla Camera

Mediazione immobiliare, passo indietro alla Camera

Fimaa sconcertata per l’estensione alle società di mediazione creditizia della possibilità di svolgere anche mediazione immobiliare. Taverna: “pericolo per i consumatori”. Bellotti: ”l’approvazione della misura rischia di penalizzare fortemente le piccole e medie realtà immobiliari”.

L’Aula della Camera ha approvato il 27 luglio scorso, nell’ambito del disegno di legge sulla concorrenza 2021, una significativa riforma della disciplina della mediazione creditizia prevedendo per le società di mediazione creditizia la possibilità di svolgere anche l’attività di mediazione immobiliare.

È una modifica che manda in soffitta la netta distinzione di ruoli tra il mondo del credito ed il mondo immobiliare, scardinando i principi comunitari in materia visto che viene espressamente previsto che l’attività di mediazione creditizia sia compatibile con quella di ‘agente immobiliare’.

Passa così in secondo piano quanto disposto nella Legge Europea 2019-2020, entrata in vigore meno di sei mesi fa, sulla incompatibilità tra l’attività dell’agente immobiliare e quella del collaboratore di società di mediazione creditizia.

Un cambiamento di indirizzo che, per Fimaa-Confcommercio, è “assolutamente ingiustificato e non concordato con le associazioni di categoria maggiormente rappresentative a livello nazionale sia del settore della mediazione sia dei consumatori”. Si tratta, insomma, di “un passo indietro per l’intero settore dell’intermediazione che vede così conferita la possibilità ai grandi gruppi di intermediazione di concentrare nelle proprie mani le attività di mediazione immobiliare, creditizia, assicurativa e finanziaria, a danno dei consumatori e delle piccole-medio imprese di intermediazione che costituiscono oltre l’80% del settore”.

La nuova disposizione normativa, oltre a ledere il principio comunitario di separatezza tra le attività del comparto dei servizi finanziari e quelle del comparto immobiliare “favorisce la possibile commistione tra l’esercizio delle rispettive attività, oltre a pericolose e inopportune concentrazioni e conflitti di interesse, a discapito della trasparenza del mercato dell’intermediazione”.

Secondo Santino Taverna, presidente nazionale Fimaa, “è stato scelto di favorire la concentrazione in grossi gruppi a discapito delle singole realtà imprenditoriali, base del nostro tessuto economico, con il pericolo per i consumatori di trovarsi davanti interlocutori votati principalmente alla massimizzazione del profitto a danno dei loro interessi”.

Al dissenso per il provvedimento espresso dal Presidente Taverna si unisce anche il Presidente della FIMAA di Cosenza Gennaro Bellotti: ” l’approvazione della misura rischia di penalizzare fortemente le piccole e medie realtà immobiliari come le nostre, favorendo i grandi gruppi la cui attenzione non è tanto rivolta alla qualità della consulenza, ma più alla quantità. Ciò non accade invece in realtà come le nostre, dove quotidianamente cerchiamo di dare ai clienti servizi di intermediazione calati sulle loro esigenze e che rispondano alle loro specifiche richieste. Con questo decreto si rischia di distorcere in modo irreversibile la concorrenza all’interno del mercato penalizzando le piccole attività”.