Legalità ci piace. Indagine su usura e fenomeni illegali

Legalità ci piace. Indagine su usura e fenomeni illegali

La Giornata della Legalità di Confcommercio compie 10 anni e come di consuetudine torna l’analisi sulla diffusione dei fenomeni illegali.

Algieri, Confcommercio: “La legalità rappresenta un faro di civiltà per il nostro territorio. Tutti abbiamo il compito di garantire alle nostre imprese di operare in condizioni di sicurezza. Le vittime dell’illegalità hanno bisogno della vicinanza delle istituzioni, del presidio del territorio da parte delle forze dell’ordine. E hanno anche bisogno del nostro sostegno, della nostra prossimità operosa. Tanto più in questo momento in cui la crisi economica e la crescente inflazione rendono le nostre imprese più deboli e maggiormente vulnerabili a questi fenomeni”.

Sintesi dei principali risultati

  • Un’impresa su dieci del terziario di mercato percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2022.

  • L’usura è il fenomeno illegale percepito in maggior aumento dagli imprenditori del terziario di mercato (per il 25,9%). Il trend è più marcato al Sud e nel commercio al dettaglio non alimentare dove l’usura è indicata in aumento da oltre il 30% delle imprese.

  • Più di un imprenditore su cinque ha sentito parlare di episodi di usura o estorsione nella propria zona di attività e, in particolare, il 10,3% ne ha conoscenza diretta. Il “sentito dire” è decisamente più elevato al Sud (31,1%).

  • Il 16,5% degli imprenditori teme fortemente il rischio di esposizione a usura e racket. Una preoccupazione che è più accentuata al Sud (18,1%).

  • Di fronte all’usura e al racket il 59,4% degli imprenditori ritiene che si dovrebbe denunciare, il 30,1% dichiara che non saprebbe cosa fare, il 5,3% pensa di non poter far nulla.

  • Oltre sei imprese su dieci si sentono penalizzate dall’abusivismo e dalla contraffazione soprattutto per via della concorrenza sleale e della riduzione del fatturato. Il dato è più elevato al Sud (68,9%) e al Nord Ovest (68,3%).

STIME UFFICIO STUDI CONFCOMMERCIO

  • 31mila imprese del commercio e dei pubblici esercizi sono oggi ad elevato rischio usura.

  • L’illegalità costa alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi 33,6 miliardi di euro e mette a rischio 268mila posti di lavoro. La perdita annua in termini di fatturato e di valore aggiunto è pari all’8,9%. In dettaglio, l’abusivismo commerciale costa 9,1 miliardi di euro, l’abusivismo nella ristorazione pesa per 5,4 miliardi, la contraffazione per 4,4 miliardi, il taccheggio per 4,8 miliardi. Gli altri costi della criminalità (ferimenti, assicurazioni, spese difensive) ammontano a 6,4 miliardi e i costi per la cyber criminalità 3,5 miliardi.

SUD E ISOLE

  • IL SENSO DI SICUREZZA

Al Sud e Isole il 16% delle imprese del terziario di mercato percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel proprio territorio nel 2022, un valore significativamente superiore rispetto alla media nazionale pari al 10,3%. L’usura è il fenomeno criminale percepito in maggior crescita dagli imprenditori (per il 31,3% delle imprese), un dato decisamente più elevato rispetto a quello nazionale pari al 25,9%.

  • TENTATIVI DI USURA E RACKET

Il 31,1% degli imprenditori ha avuto notizia di fenomeni di usura o estorsione nella propria zona di attività, dato molto al di sopra della media nazionale del 21,4%.

  • ASSISTENZA CONTRO LA CRIMINALITÀ

Le forze dell’ordine (39%), le associazioni di categoria e le organizzazioni antiusura (22,4%) sono i soggetti sentiti più vicini agli imprenditori minacciati.

  • ESPOSIZIONE ALL’USURA E AL RACKET

Il 18,1% degli imprenditori è molto preoccupato per il rischio di esposizione a fenomeni di usura e racket nella zona in cui opera, dato superiore alla media nazionale del 16,5%.

  • IL COMPORTAMENTO DEGLI IMPRENDITORI DI FRONTE AI FENOMENI CRIMINALI

Di fronte a fenomeni di usura e racket il 64,9% delle imprese ritiene che si dovrebbe denunciare (un valore superiore alla media nazionale pari al 59,4%) e il 41,2% dichiara che non saprebbe cosa fare (dato in linea con la media nazionale pari al 30,1%).

  • MECCANISMI COMMERCIALI FUORI DALLE REGOLE

Il 68,9% delle imprese si ritiene «molto o abbastanza» penalizzato dall’abusivismo e dalla contraffazione (dato superiore alla media nazionale del 65,1%).

  • MISURE DI PROTEZIONE

L’80% delle imprese del Sud ha investito in misure di protezione per la propria sicurezza e quella dei propri clienti: in particolare, in sistemi di videosorveglianza e di allarmi antifurto.

  • QUALITA’ DELLA VITA

Il 18,5% delle imprese del Sud hanno dichiarato che la qualità della vita è peggiorata nel corso dell’ultimo biennio (valore superiore alla media nazionale pari al 17,8%). I fattori che più di altri contribuiscono al peggioramento sono la diminuzione del reddito medio dei residenti, la riduzione della sicurezza personale, l’impoverimento dell’offerta formativa.

Confcommercio Calabria. Usura vera piaga del post pandemia

Confcommercio Calabria. Usura vera piaga del post pandemia

È quanto emerge dai dati diffusi dal centro studi di Confcommercio nel corso della Giornata di “Legalità ci Piace”

COSENZA, 20/04/2022. Dopo due anni di assenza ritorna la giornata di mobilitazione nazionale ideata da Confcommercio “Legalità ci piace” il cui obiettivo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sui fenomeni illegali che colpiscono la vita delle imprese.

Secondo la consueta indagine svolta dal centro studi di Confcommercio, l’usura oltre ad essere percepito come il reato che aumenta di più, è anche un fenomeno che penalizza lo sviluppo delle imprese e frena la crescita.

“Un dato preoccupante questo soprattutto nel post pandemia dove le imprese sono fragili e vulnerabili a causa delle difficoltà che hanno dovuto sopportare in questi anni. Ha commentato Klaus Algieri, Presidente di Confcommercio Calabria; che ha poi proseguito: per contrastare questo fenomeno, e più in generale tutti i fenomeni illegali, è necessario un rafforzamento della collaborazione tra istituzioni, forze dell’ordine e realtà associative. Non dobbiamo lasciare soli gli imprenditori in questa lotta, dobbiamo incoraggiarli a denunciare e supportarli nel post denuncia con tutele adeguate. Solo così – ha concluso Algieri – riusciremo ad avere un’economia più sana e forte”.

Risultati indagine Confcommercio su usura e fenomeni illegali

Sintesi dei principali risultati

  • Quasi il 12% delle imprese del terziario di mercato percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2021.
  • L’usura è il fenomeno criminale percepito in maggior aumento dagli imprenditori del terziario di mercato (per il 27%). Il trend è più marcato nelle grandi città e al Sud dove l’usura è indicata in aumento dal 30% delle imprese. Il racket è in crescita per il 21% degli imprenditori.
  • L’11% degli imprenditori ha avuto notizia diretta di episodi di usura o estorsione nella propria zona di attività.
  • Il 17,7% degli imprenditori è molto preoccupato per il rischio di esposizione a usura e racket. Un timore che è più elevato nelle grandi città e al Sud.
  • Di fronte all’usura e al racket il 58,4% degli imprenditori ritiene che si dovrebbe denunciare, il 33,6% dichiara che non saprebbe cosa fare, il 6,4%  pensa di non poter fare nulla. I dati sono più marcati al Sud.

Stime Sud e isole

I livelli di sicurezza.

Nel Sud e Isole le imprese del terziario di mercato che percepiscono un peggioramento dei livelli di sicurezza nel 2021 sono il 16,6%, un valore più elevato rispetto alla media nazionale pari all’11,8%. L’usura è il fenomeno criminale percepito in maggior crescita dagli imprenditori del terziario di mercato (per il 30%), un dato superiore alla media nazionale del 27%. ll racket è in crescita per il 22% delle imprese, dato superiore alla media nazionale del 21%. In generale, nel Mezzogiorno l’andamento di tutti i fenomeni criminali rilevati risulta in maggior crescita rispetto alla media nazionale.

 

L’esposizione all’usura e al racket.

L’8,3% degli imprenditori ha avuto notizia diretta di fenomeni di usura o estorsione nella propria zona di attività, il dato risulta inferiore a quello nazionale pari all’11%. La percentuale di imprenditori che sono molto preoccupati per il rischio di esposizione a fenomeni di usura e racket nella zona in cui operano è del 19,1%, dato superiore alla media nazionale pari al 17,7%.

Di fronte a fenomeni di usura e racket il 66,7% delle imprese del Sud ritiene che si dovrebbe denunciare (un valore superiore alla media nazionale del 58,4%) e il 41% dichiara che non saprebbe cosa fare (dato più elevato della media nazionale pari al 33,6%).

Decoro urbano e qualità della vita.

Il 20% delle imprese del Sud e Isole ritiene che nell’ultimo biennio la qualità della vita nel centro urbano sia peggiorata, la media nazionale è del 19,9%. Quanto al degrado urbano, il 45,3% degli imprenditori del Sud ritiene degradati i centri di piccole dimensioni (comuni con meno di 10.000 abitanti), un dato decisamente superiore a quello nazionale pari al 27,9%. Rispetto ai centri più grandi (comuni con più di 10mila abitanti), il 54% delle imprese del Sud considera degradate le periferie (il dato nazionale è pari al 47,1%) e il 33,3% giudica degradati i centri storici (il dato nazionale è pari al 21,6%).

Stime Ufficio Studi Confcommercio

  • Almeno 30mila imprese del commercio, della ristorazione e della ricettività sono oggi ad elevato rischio usura.
  • L’illegalità costa alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi quasi 31 miliardi di euro e mette a rischio circa 200mila posti di lavoro. La perdita annua in termini di fatturato e di valore aggiunto è pari al 6,3%. In dettaglio, l’abusivismo commerciale costa 8,7 miliardi di euro, l’abusivismo nella ristorazione pesa per 4,8 miliardi, la contraffazione per 4,1 miliardi, il taccheggio per 4,3 miliardi. Gli altri costi della criminalità (ferimenti, assicurazioni, spese difensive) ammontano a 6 miliardi e i costi per la cyber criminalità a 2,8 miliardi.