I balneari tornano in piazza a Roma

I balneari tornano in piazza a Roma

La nota del Sindacato Italiano Balneari (SIB) in merito alla necessità di una nuova legge di tutela per la balneazione attrezzata italiana. Il SIB, quale rappresentante delle aziende operanti nel settore balneare, solleva le problematiche e le sfide affrontate dal settore e sottolinea l’urgenza di interventi da parte delle istituzioni nazionali per salvaguardare l’economia e il turismo del Paese.

Come è noto dall’inizio della nuova Legislatura chiediamo al Governo e al Parlamento di emanare una legge di tutela delle aziende attualmente operanti e di un modello di balneazione di successo fiore all’occhiello del “Made in Italy”.

Inutilmente!!!

L’assenza di atti concreti ed efficaci ha creato una situazione caotica per gli Enti concedenti e pericolosa per il settore del turismo balneare.

Purtroppo non possiamo permetterci di aspettare ancora.

Non c’è più tempo!

I comuni stanno partendo per le gare applicando in modo ognuno diverso e disparato la cosiddetta direttiva Bolkestein.

Alcuni le hanno già indette con gli esiti prevedibili sotto gli occhi di tutti.

Nessuna spiaggia libera in più. Nessuna tariffa più conveniente per gli utenti.

Solo si toglie l’azienda a chi l’ha realizzata per regalarla al grande capitale.

La vicenda di Jesolo sta lì a dimostrarlo.

Siamo quindi costretti alla mobilitazione di piazza. L’11 aprile si torna a Roma.

Con i Sindaci di tutti i comuni rivieraschi.

Non contro il Governo ma per sollecitare le Istituzioni nazionali a legiferare con urgenza.

Per superare il caos amministrativo e mettere in sicurezza un importante settore economico di questo Paese.

Per salvare lavoro e aziende. Per salvaguardare un modello di balneazione attrezzata che il Mondo ci invidia.

E ora: tutti a Roma!

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Spiagge, concessioni prorogate solo fino al 2023

Spiagge, concessioni prorogate solo fino al 2023

Dal primo gennaio 2024 le spiagge dovranno essere aperte alla libera concorrenza. Lo stabilisce una sentenza del Consiglio di Stato in base alla quale l’attuale regime di proroga delle concessioni sarà valido fino al 31 dicembre 2023. Il termine è perentorio e una volta scaduto “tutte le concessioni demaniali dovranno considerarsi prive di effetto, indipendentemente se via sia – o meno – un soggetto subentrante nella concessione”.

Bocciata di fatto, dunque, la proroga per un quindicennio delle concessioni introdotta nel 2018 con la legge di bilancio ma, “al fine di evitare il significativo impatto socio-economico che deriverebbe da una decadenza immediata e generalizzata di tutte le concessioni in essere”, per consentire di predisporre i bandi e “nell’auspicio che il legislatore intervenga a riordinare la materia”, le concessioni continueranno a essere efficaci per altri due anni. Secondo l’organo di vertice della giustizia amministrativa, infine, “deve escludersi la sussistenza di un diritto alla prosecuzione del rapporto in capo gli attuali concessionari”, che potranno partecipare alle gare che dovranno essere bandite.

Sib: “decisione sconcertante prima ancora che sconvolgente”

“Ci riserviamo di leggere con la dovuta attenzione e deferenza le motivazioni della sentenza del Consiglio di Stato sulle concessioni demaniali marittime, all’esito del quale decideremo le iniziative da intraprendere per la tutela di decine di migliaia di famiglie di onesti lavoratori gettate, oggi, nell’angoscia più totale per la prospettiva di perdere il lavoro e i loro beni”. È il commento di Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari aderente a Fipe-Confcommercio, che definisce comunque la sentenza “sconcertante prima ancora che sconvolgente perché si discosta da consolidati orientamenti giurisprudenziali, anche costituzionali, a tutela della proprietà aziendale, del lavoro e della certezza del diritto”.

“Come abbiamo sempre chiesto – ha concluso il presidente del Sindacato – spetta al legislatore e non ai giudici trovare il giusto bilanciamento fra la tutela della concorrenza e quella dei diritti fondamentali dei concessionari che, con questa sentenza, sembrano essere stati calpestati”.