Le professioni non ordinistiche rappresentano uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi connessa alla pandemia da Covid-19. Se infatti dal 2008 al 2019 il settore ha vissuto una crescita esponenziale (circa dell’84%), nell’anno dell’emergenza la crescita è stata pressoché nulla. Ma non solo. Il blocco ha fatto emergere con forza anche tutte le altre lacune di cui il settore soffre. Questi e tanti altri sono stati i temi toccati nel corso di #ProfessioniRestart l’incontro organizzato da Confcommercio Professioni lo scorso 3 novembre.

Dall’incontro sono emerse numerose richieste che sono state rilanciate a livello territoriale dal Presidente di Confcommercio Professioni provincia di Cosenza Giuseppe Politano: piena applicazione al principio dell’equo compenso nei confronti della Pubblica amministrazione; monitoraggio della fase sperimentale dell’Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa, al fine di puntare a ridurre la percentuale dell’aliquota di contribuzione aggiuntiva prevista nel passaggio a una riforma strutturale degli ammortizzatori sociali; prevedere per i redditi da lavoro la riduzione delle attuali aliquote medie ed effettive dell’Irpef, in particolare per le classi di reddito medio-bassi, anche con l’obiettivo di incentivare l’offerta di lavoro.

“Le professioni non ordinistiche rappresentano un tassello importante della nostra economia– aggiunge Politano – è pertanto necessario dare protagonismo alle professioni, dotandole di strumenti idonei che sfruttino le opportunità della tecnologia e del digitale nel nuovo scenario post pandemia. È poi importante facilitare l’accesso e la garanzia al credito, mentre dal lato welfare è necessario promuovere le coperture previdenziali e sanitarie integrative rispetto a quelle offerte dal sistema pubblico e misure per la conciliazione dei tempi vita-lavoro”.